Dissesto idrogeologico: primi risultati di Italia Sicura e richiesta fondi Ue
Mentre il Governo annuncia i primi risultati del piano contro il dissesto idrogeologico #italiasicura, Bruxelles conferma che l'Italia sta lavorando alla domanda per accedere al Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE) dopo le alluvioni in alcune Regioni italiane.
#ItaliaSicura
In qualità di responsabile della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico di #italiasicura, Erasmo D’Angelis ha presentato i primi risultati ottenuti finora in commissione Ambiente al Senato. Le Regioni, di concerto con le autorità di bacino e la Protezione Civile, hanno stilato un elenco di 5.200 opere necessarie per mettere in sicurezza il territorio italiano, per un investimento totale di 19 miliardi di euro. Tra giugno e dicembre 2014 ne sono state avviate 450 in tutta Italia, per un valore di 700 milioni di euro a favore della prevenzione del dissesto idrogeologico.
La collaborazione tra il Governo, il Ministero dell’Ambiente e i presidenti di Regione nominati commissari ha permesso di compilare, secondo D’Angelis, “un database finalmente chiaro di ciò che serve all’Italia per ridurre i suoi immensi rischi di frane e alluvioni”. Il gioco di squadra tra Struttura centrale e Regioni permetterà non solo di monitorare e controllare i bisogni del territorio, ma anche di sbloccare opere ferme da decenni. Anche per quanto riguarda i progetti presentati dalle Regioni nel 2014, D’Angelis avverte: “i ritardi nelle progettazioni sono notevolissimi e appena un 15% di progetti sono già esecutivi e cantierabili”.
Gli obiettivi posti dalla Struttura riguardano anche il superamento della disorganizzazione cronica degli interventi di prevenzione. Secondo le stime del Governo, saranno necessari almeno sei o sette anni per garantire la tenuta delle aree dissestate e imparare a gestire in modo efficace la violenza dei nubifragi.
L'Italia chiede aiuto all'Ue
Nel frattempo il Governo si sta anche muovendo per ottenere contributi dal Fondo di Solidarietà dell’Unione europea. Corina Cretu, commissario Ue alle Politiche regionali, in risposta a un’interrogazione italiana sull’iter per l'accesso al FSUE, ha risposto che l'Esecutivo Ue "è in contatto con il Governo italiano, il quale è attualmente impegnato a raccogliere i dati necessari per una domanda di intervento del Fondo".
Le risorse del FSUE vengono assegnate in caso di “grave catastrofe”, cioè di un evento che causi almeno 3,184 miliardi di euro di danni diretti. I dati raccolti finora sembrano indicare che le recenti alluvioni in Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto non superino questa soglia. Secondo Cretu sarebbe “tuttavia possibile che sussistano le condizioni per invocare una 'catastrofe regionale', nel qual caso i danni diretti complessivi devono oltrepassare l'1,5 % del Pil della Regione”.
Il problema principale rimane il fatto che deve essere lo Stato, e non le singole Regioni, a fare domanda al FSUE. Il commissario però apre alla possibilità di ottenere comunque i fondi europei: sarebbe possibile, nel caso di un disastro che colpisca diverse Regioni, che la soglia da superare venga determinata in base alla media ponderata del PIL delle Regioni coinvolte. Nel frattempo, la Regione Liguria ha già provveduto a contattare la Commissione per informarsi sulle modalità di attivazione del Fondo.
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Sito del Piano #ItaliaSicura
Fondo di solidarietà dell'Unione europea