Ipotesi fondo di garanzia per le Comunità energetiche in legge di Bilancio
Servirebbe ad ampliare il numero di comunità energetiche rinnovabili in Italia risolvendo il problema dell’accesso al credito per diversi soggetti. Due le possibilità aperte dagli emendamenti proposti alla manovra 2022: la creazione di un fondo ad hoc o l’estensione del fondo di Garanzia Green di SACE alle comunità energetiche.
Dal Recovery Plan 2,2 miliardi per comunità energetiche e autoconsumo
Secondo uno studio condotto da Elemens per Legambiente le comunità energetiche rinnovabili potrebbero portare a un risparmio in bolletta di 750 milioni al 2030. Per case e condomini sarebbe possibile un taglio compreso tra il 10% e il 25%, per PMI e distretti artigiani il risparmio potrebbe variare tra il 5 e il 20%.
Cifre importanti che indicano l’urgenza di incentivare la diffusione delle comunità energetiche nel Paese.
Autoconsumatori e comunità energetiche rinnovabili, a onor del vero, hanno già accesso a incentivi dedicati. Ma non per tutti è semplice costituire una Energy Community.
“Queste configurazioni oggi sono convenienti grazie all’autoproduzione e degli incentivi di cui beneficiano”, spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale e responsabile delle politiche climatiche di Legambiente, “ma gli interventi rischiano di essere rallentati dalla barriera che hanno alzato le banche nei confronti di soggetti giuridici nuovi, come le comunità energetiche, che non offrono garanzie e non possono farlo indirettamente attraverso i soci”.
Ecco dunque perché da più parti è scattata la richiesta di un fondo di garanzia ad hoc.
L’emendamento Girotto per istituire un fondo di garanzia per le comunità energetiche
La prima proposta di emendamento porta la firma del senatore pentastellato Gianni Girotto. Obiettivo: istituire un fondo di garanzia per le comunità energetiche attraverso l’inserimento di un nuovo articolo nella legge di Bilancio dedicato alle “semplificazioni per il rilascio delle garanzie sui finanziamenti a favore di progetti del Green New Deal”.
L’obiettivo finale del fondo è garantire “una parziale assicurazione ai crediti concessi dagli istituti per la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili”.
Il Fondo di garanzia sarebbe rivolto alle comunità di energia rinnovabile e ai gruppi di autoconsumo collettivo, ma anche ai soggetti che partecipano a tali configurazioni, qualora decidano di finanziare impianti da mettere al servizio delle stesse.
È previsto inoltre che i “proprietari di impianti a fonte rinnovabile, beneficiari dei crediti per gli incentivi ai sensi dell’articolo 24 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, maturati a decorrere dal 1° gennaio 2021, possono cedere i crediti derivanti dall’ammissione alle tariffe incentivanti, trasferendo la titolarità dei crediti stessi ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari”.
L’emendamento per allargare le maglie del fondo di Garanzia Green di Sace
Il secondo emendamento porta, oltre alla firma di Girotto quella dei senatori PD Ferrazzi, Misiani, Mirabelli e Comincini, del leghista Arrigoni e di De Petris (LeU). Si prevede in questo caso la modifica dell’art. 16 della legge di Bilancio (Garanzia Green) aprendo l’accesso al fondo di Garanzia Green di Sace per “le comunità energetiche costituite ai sensi delle norme di recepimento della Direttiva UE 2018/2001 e gli investimenti effettuati dai membri di tali comunità energetiche per impianti da mettere al servizio delle stesse”.
Sarebbe poi un Decreto del Ministero dell’economia, di concerto con il Ministero della Transizione Ecologica, a definire le forme semplificate di accesso da parte di famiglie e imprese.