Ue-Cina - nuova strategia per promuovere crescita, investimenti e commercio
L'Ue definisce le prospettive dei suoi rapporti con Pechino, a cui chiede però di affrontare il problema dellla sovraccapacità industriale.
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La nuova strategia dell'Ue sulla Cina
L'Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza Federica Mogherini e la Commissione europea hanno adottato nelle scorse ore una comunicazione congiunta che definisce una nuova strategia per le relazioni Ue-Cina per i prossimi cinque anni.
Il documento delinea le principali opportunità derivanti dai legami tra Bruxelles e Pechino, con particolare attenzione alla creazione di lavoro e crescita in Europa e alla promozione attiva di un maggiore accesso al mercato cinese per le imprese Ue.
Nello specifico, la comunicazione invidua una serie di obiettivi prioritari che l'Unione dovrebbe perseguire nei suoi rapporti con la Cina. Tra gli altri:
- coinvolgere praticamente la Cina nel piano di investimenti per l’Europa e nel suo processo di riforma, in un modo che si traduca in vantaggi reciproci per i rapporti bilaterali su economia, commercio e investimenti, sociale, ambiente, etc,
- promuovere la reciprocità, la parità di condizioni e la leale concorrenza in tutti i settori di cooperazione,
- spingere per la conclusione tempestiva dei negoziati in vista di un accordo globale su commercio e investimenti,
- puntare all'avanzamento della ricerca e dell'innovazione per un più efficiente collegamento con il continente eurasiatico attraverso una rete fisica e digitale che consenta flussi commerciali e di investimento e contatti fra persone,
- promuovere i beni pubblici globali, lo sviluppo sostenibile e la sicurezza internazionale in linea con le rispettive responsabilità a livello di Nazioni Unite e di G20,
- promuovere il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani all'interno della Cina e a livello internazionale.
"La cooperazione fra l'Unione europea e la Cina - ha commentato Federica Mogherini - abbraccia già un gran numero di settori […]. Ma possiamo e dobbiamo fare di più [...]. I nostri cittadini, le nostre industrie e le nostre organizzazioni possono trarre vantaggio dall'intensificazione, dal miglioramento e da una definizione più precisa delle relazioni tra l'Ue e la Cina sulla base di una responsabilità condivisa".
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La sovraccapacità industriale cinese
Tra gli impegni che l'Ue chiede, invece, alla Cina, spicca quello relativo al problema della sovraccapacità industriale. Un'economia cinese più integrata a livello globale, si legge nella comunicazione, dovrebbe corrispondere a un riconoscimento, da parte di Pechino, dell'interdipendenza economica, oltre che ad una sua adesione a politiche economiche nazionali che non alterino i mercati internazionali e le relazioni commerciali. In tal senso, l'Unione europea, continua il documento, è "seriamente preoccupata per l'eccesso di capacità industriale in una serie di settori cinesi, in particolare quello dell'acciaio".
L'eccesso di capacità nel settore siderurgico cinese è stimato in circa 350 milioni di tonnellate, quasi il doppio della produzione annuale dell'Ue. Per quanto sia apprezzabile l'obiettivo di Pechino di tagliare 100-150 milioni di tonnellate di produzione di acciaio grezzo entro il 2020, la Cina, si legge ancora nella comunicazione, dovrebbe impegnarsi costruttivamente con i suoi partner commerciali a livello internazionale per "mettere in atto un piano di ristrutturazione per ridurre la capacità più ambizioso, misurabile e trasparente".
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Sussidi e altre misure di sostegno pubblico che contribuiscono ad aumentare la capacità e l'esportazione di acciaio o a garantire le operazioni strutturalmente in perdita, continua Bruxelles, dovrebbero essere eliminate al più presto possibile. Nel medio termine, "la Cina deve riformare la sua economia sostenuta dallo Stato" e lasciare che siano le forze di mercato a risolvere naturalmente il problema.
Alla luce dell'imminente scadenza di alcune disposizioni transitorie del protocollo di adesione della Cina all'OMC, ricorda Bruxelles, la Commissione sta analizzando se e, se sì, come, l'Ue debba modificare il proprio metodo di trattamento della Cina nelle indagini antidumping dopo dicembre 2016. Della questione Bruxelles tornerà a occuparsi nella seconda metà del 2016.
In tale contesto, risulta fondamentale "rafforzare l'efficacia degli strumenti di difesa commerciale dell'Ue" in particolare attraverso la rapida adozione della relativa proposta di ammodernamento da perte della Commissione di aprile 2013. Per affrontare le cause alla base dell'eccesso di capacità, si legge infine, Sarà essenziale l'utilizzo di un "approccio globale ".
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