Commercio - stop OMC a sussidi per esportazioni agricole
L'accordo contribuisce a ridurre le distorsioni della concorrenza e garantisce più equità nel commercio globale.
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10a Conferenza ministeriale OMC: l'accordo
Si è tenuta la scorsa settimana a Nairobi, in Kenya, la 10a Conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio. Nel corso dei quattro giorni di riunioni e incontri negoziali sono stati trattati alcuni dei temi prioritari dell'Agenda di Doha per lo Sviluppo, un ciclo di negoziati commerciali lanciato a Doha, in Qatar, nel novembre 2001, al fine di liberalizzare il commercio e facilitare l'integrazione dei paesi emergenti, in particolare quelli meno sviluppati, nel sistema commerciale multilaterale.
A conclusione della Conferenza, i membri dell'OMC hanno raggiunto un accordo volto a migliorare l'ambiente globale del commercio attraverso l'abolizione delle alterazioni della concorrenza. Sulla base del cosiddetto Pacchetto di Bali, concordato dai membri dell'OMC nel 2013 in occasione della 9a Conferenza ministeriale, l'intesa di Nairobi intende:
- bloccare l'uso di sussidi e altre misure che sostengono in modo sleale le esportazioni in agricoltura. L'accordo prevede condizioni accelerate per la rimozione delle sovvenzioni nel caso del cotone,
- assicurare che gli aiuti alimentari per i Paesi in via di sviluppo siano concessi in un modo che non alteri i mercati locali, quindi sotto forma di aiuti monetari e non in natura,
- semplificare le condizioni a cui gli esportatori dei paesi più poveri devono rispondere, così da garantire che i loro prodotti beneficino degli accordi commerciali sull'origine,
- aumentare le opportunità per le imprese dei Paesi più poveri di fornire servizi nei 164 paesi membri dell'OMC.
Stop ai sussidi sull'esportazione in agricoltura
Con particolare riferimento alla questione dell'abolizione dei sussidi, Bruxelles definisce l'accordo una "pietra miliare", poichè garantisce per la prima volta "condizioni paritarie nella concorrenza all'esportazione"; il che, continua la nota della DG Commercio della Commissione europea, rappresenta "una priorità cruciale per i negoziatori Ue".
I sussidi all'export sono dannosi per diversi motivi. Tra gli altri, perchè:
- orientano l'economia a favore dell'agricoltura a discapito del settore manifatturiero e dei servizi e indirizzano la produzione agricola a favore di quei prodotti che ricevono più sostegno,
- abbassano i prezzi dei prodotti agricoli sui mercati mondiali, il che danneggia gli agricoltori stranieri e, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, provoca la riduzione dei salari dei lavoratori non altamente qualificati che vengono impiegati nel settore agricolo.
- distruggono le produzioni locali nei Paesi in via di sviluppo
L'eliminazione di questi sussidi, fa sapere ancora Bruxelles, proteggerà gli agricoltori più vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo e consentirà di eliminare le condizioni che alterano la concorrenza del commercio di prodotti agricoli a livello globale.
Per produttori e esportatori europei, l'accordo, si legge sulla nota della Commissione, offre "nuove opportunità per la creazione di una maggiore parità nei confronti sia delle economie sviluppate che di quelle emergenti". In particolare, conclude Bruxelles, andrà a beneficio degli agricoltori europei mettendo fine alle sovvenzioni all'esportazione in settori chiave come quelli della farina di frumento, dello zucchero e dei prodotti lattiero-caseari.