Fondi europei per i rifugiati: lente della Corte dei Conti UE sull'iniziativa CARE

Commissione Europea - Photo credit: European Union, 2024 - Photographer: Bogdan Hoyaux - Source: EC - Audiovisual ServiceSecondo i giudici di Lussemburgo la mobilitazione tempestiva dei fondi europei della Politica di Coesione nell'ambito dei regolamenti CARE, CARE Plus e FAST CARE ha agevolato il finanziamento di progetti a sostegno dei rifugiati provenienti dall’Ucraina, ma la mancanza di un sistema di monitoraggio delle risorse non consente di valutare l'impatto del meccanismo.

UE avanti su flessibilità fondi europei per accoglienza rifugiati da Ucraina

L'analisi della Corte dei Conti europea è contenuta nella Relazione speciale 05/2025, dal titolo “Azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa – Maggiore flessibilità, ma dati insufficienti ostacolano una futura valutazione dell’efficacia”. Il focus è sugli interventi attivati nel 2022 dalla Commissione europea in risposta all'aggressione russa contro l’Ucraina al fine di facilitare l'utilizzo dei fondi strutturali europei per il finanziamento di progetti relativi all'accoglienza dei rifugiati.

I rilievi della Corte dei conti UE sull'utilizzo dei fondi europei nel pacchetto CARE 

Attraverso le iniziative CARE (acronimo di Cohesion’s Action for Refugees in Europe), CARE Plus e FAST CARE, la Commissione europea ha autorizzato una flessibilità straordinaria nelle regole dei fondi strutturali europei della Politica di Coesione al fine di alleggerire l’onere per i bilanci pubblici degli Stati membri impegnati nell'accoglienza e nell'integrazione dei rifugiati provenienti dall'Ucraina.

I regolamenti UE che vanno sotto il nome di CARE hanno ad esempio agevolato il finanziamento incrociato tra FESR e FSE, ammesso a finanziamento retroattivo spese già sostenute e progetti completati, previsto un cofinanziamento UE del 100% e anche aumentato il prefinanziamento per gli Stati membri nell'ambito di REACT EU, lo strumento ponte tra le due programmazioni della Politica di Coesione 2014-2020 e 2021-2027.

A livello generale, secondo la Corte dei Conti europea, queste iniziative sono state utili nella misura in cui hanno reso possibile utilizzare tempestivamente finanziamenti della Politica di Coesione, per rispondere alla situazione di emergenza. La Relazione speciale cita l'esempio dell'Autorità di gestione del Programma Regionale FSE Lazio, che nell'aprile 2022, a sei settimane dall’inizio della guerra, ha pubblicato un avviso per finanziare una rete di iniziative di politica attiva integrate a sostegno dei rifugiati, riuscendo poi a pubblicare l'elenco dei progetti selezionati già nel mese di giugno.

Allo stesso tempo, il pacchetto CARE risulta segnato da diversi limiti.

Anzitutto, le risorse troppo esigue. Senza prevedere stanziamenti aggiuntivi, le iniziative si sono limitate ad autorizzare un impiego flessibile di fondi che, per quanto riguarda il ciclo 2014-2020, erano in buona parte già impegnati.

In secondo luogo, è stata riscontrata una forte eterogeneità sia nel processo di individuazione dei fabbisogni sia rispetto alle misure di flessibilità attivate a livello dei diversi paesi UE. L'Italia è, con la Polonia, l'unico paese ad avere documentato le analisi che hanno orientato le riprogrammazioni e, allo stesso tempo, l'utilizzo del pacchetto CARE è consistito essenzialmente nella possibilità di beneficiare del cofinanziamento UE al 100%.

Infine, secondo la Corte non è possibile valutare compiutamente l'iniziativa CARE, dal momento che la Commissione non ha previsto obblighi specifici di monitoraggio. Di conseguenza, “non esistono informazioni complete e affidabili sugli importi totali dei finanziamenti utilizzati dagli Stati membri per rispondere alla crisi”, né è possibile valutare l’efficacia del meccanismo. Un aspetto di grande rilievo per la Corte, che da tempo segnala i rischi connessi all’uso ripetuto della Politica di Coesione per fronteggiare situazioni di emergenza e che ora raccomanda all'Esecutivo UE, in caso di nuovi interventi anticrisi finanziati dai fondi strutturali, di garantire un sistema di monitoraggio adeguato.

Leggi la Relazione speciale n. 5-2025 Azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa Maggiore flessibilità, ma dati insufficienti ostacolano una futura valutazione dell’efficacia

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