CER, incentivi promossi ma ancora troppe regole

PixabayBene gli incentivi, meno bene la burocrazia e i lacciuoli normativi. È un bilancio in chiaroscuro quello che emerge sulle CER, le comunità energetiche rinnovabili, anche se sono senza dubbio più gli aspetti positivi. I principali benefici sono soprattutto economici e ambientali. Semaforo verde, quindi, anche se ci sarebbe bisogno di intervenire ancora per semplificare le regole. Lo sostiene un’indagine di FIRE, la Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia, e dei tavoli di lavoro dell’Osservatorio ENEA. 

Una guida completa agli incentivi per l'autoconsumo e le comunità energetiche

Proprio ieri in Sardegna è nata la prima comunità energetica industriale sarda: 13 aziende della zona di Macchiareddu hanno firmato dal notaio la nascita del nuovo soggetto giuridico che consentirà loro di ottenere benefici economici, ambientali e sociali. Le aziende condivideranno l'energia elettrica prodotta da impianti a fonte rinnovabile presenti nei loro stabilimenti, uno scambio che garantirà vantaggi sia a chi la produce che a chi la riceve. Ed è proprio questa la ratio delle comunità energetiche che nasce da una precisa esigenza europea: «Le azioni energetiche guidate dai cittadini contribuiscono alla transizione verso l’energia pulita, promuovendo l’efficienza energetica all’interno delle comunità locali», ha spiegato la DG Energia della Commissione europea in un approfondimento pubblicato in questi giorni. 

Le CER contro la povertà energetica

Nel 2023 circa il 10,6% degli europei non è stato in grado di mantenere adeguatamente calda la propria casa, con un aumento dell’1,3% rispetto al 2022. L’obiettivo europeo del Piano RePowerEu è quindi quello di avere una comunità energetica per ogni Comune europeo con una popolazione oltre 10 mila abitanti entro il 2025. Secondo la DG Energia occorre spingere su autoconsumo e comunità energetiche proprio per contrastare il caro bollette e l'aumento della povertà energetica.

La Commissione organizza ogni anno il Forum dei cittadini sull’energia, riunendo vari portatori di interessi e politici, per mostrare buone pratiche e scambiare esperienze e questioni per aiutare a proteggere e responsabilizzare meglio i cittadini. Il prossimo si svolgerà il 5 dicembre 2024 a Budapest, in Ungheria (e online tramite live streaming web): si concentrerà su come dare effettivamente potere ai cittadini per garantire la realizzazione di una transizione energetica giusta.

Promossi gli incentivi alla produzione elettrica delle CER 

Tornando all’indagine sul panorama italiano, secondo FIRE i valori dell’incentivo in forma di tariffa premio e del contributo in conto capitale per i piccoli comuni sono adeguati o addirittura valutati come elevati.

Coloro che hanno risposto all'indagine hanno evidenziato però come le regole complesse e i vincoli presenti per le PMI agiscano come freno e barriera allo sviluppo delle CER. Sulle attività̀ del GSE i commenti sono prevalentemente positivi in relazione al ruolo di informazione e supporto, mentre molti lamentano una complessità eccessiva delle regole operative e segnalano alcuni aspetti da semplificare o chiarire meglio. Sul fronte dei benefici, la maggioranza converge sul conseguimento di quelli economici e ambientali ma ci sono dubbi sul contrasto alla povertà energetica, soprattutto per l’esiguità del contributo sulle bollette delle famiglie.

Per le CER contributi PNRR e tariffe incentivanti

In sostanza le misure nate per finanziare le CER sono due, nate entrambe dal decreto CER, il n. 414 del 7 dicembre 2023 pubblicato il 23 gennaio dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica: un incentivo sull'energia elettrica prodotta da impianti rinnovabili e inseriti in configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell'energia e un contributo a fondo perduto finanziato dal PNRR per circa 2,2 miliardi che vanno quindi alle comunità energetiche rinnovabili e l’autoconsumo nei comuni con meno di 5.000 abitanti. 

Partiamo dal secondo pilastro dell'infrastruttura normativa, e cioè dai finanziamenti a fondo perduto: il soggetto beneficiario del contributo è colui che sostiene l’investimento per la realizzazione dell’impianto o il potenziamento dell'impianto per cui si richiede l'accesso al contributo. Nel caso delle comunità energetiche rinnovabili è la medesima CER, che quindi costituisce soggetto a sè, o un produttore e/o cliente finale socio/membro della CER; nel caso di Gruppo di autoconsumatori, il legale rappresentante dell’edificio o condominio ovvero un produttore/cliente finale che fa parte del gruppo di autoconsumatori. Di fatto la misura è diventata pienamente operativa l'8 aprile scorso, quando sono stati attivati i portali per la richiesta degli incentivi, 45 giorni dopo l’entrata in vigore del decreto di approvazione delle Regole operative. Le domande di accesso al bando PNRR per CER e autoconsumo possono essere presentate fino al 31 marzo 2025, salvo l’esaurimento anticipato delle risorse disponibili.

Scopri di più sui contributi PNRR per le CER

Sempre dall'8 aprile è online anche il portale per chiedere la tariffa incentivante sull'energia elettrica prodotta da impianti rinnovabili e inseriti in configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell'energia. Una delle novità del decreto CER è che gli impianti fotovoltaici o alimentati da fonti energetiche green possono far parte di una Comunità energetica rinnovabile e accedere agli incentivi previsti anche se di potenza fino a 1 MW, mentre prima del decreto CER erano ammessi solo impianti di potenza complessiva non superiore a 200 kW. Si è voluto così dare la possibilità di creare comunità energetiche di maggiore portata. 

Gli impianti di produzione e i punti di prelievo che fanno parte della CER e delle configurazioni di autoconsumo devono essere connessi alla rete di distribuzione tramite punti di connessione che fanno parte dell'area sottesa alla medesima cabina primaria e devono rispettare i requisiti costruttivi declinati nelle regole operative indicate dal decreto stesso. 

Scopri di più sulle tariffe incentivanti per le CER