PNRR e Fondo complementare: 9,2 miliardi per investimenti infrastrutturali nei porti
Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) ha pubblicato un report di 190 pagine che descrive gli investimenti e le iniziative messe in campo negli ultimi 20 mesi per rafforzare il sistema italiano della portualità.
Le novità sul cold ironing dei porti
Ammontano a 9,2 miliardi di euro le risorse stanziate dal PNRR, dal Piano Nazionale Complementare (PNC) e da altre risorse nazionali per lo sviluppo della portualità italiana. “Investimenti senza precedenti", li ha definiti il ministro Enrico Giovannini che, nel corso del seminario di presentazione del Rapporto “Investimenti e Riforme del PNRR per la Portualità” pubblicato ieri, ha fatto il punto non solo sul lavoro realizzato e in atto, ma anche su quello che a suo avviso dovrebbe proseguire nel prossimo futuro.
“L’auspicio - ha infatti affermato Giovannini - è che pianificazione strategica, investimenti infrastrutturali e riforme siano realizzati anche nel prossimo futuro con una logica sistemica e di piena integrazione degli interventi sui porti con quelli che riguardano le altre infrastrutture del Paese e il sistema logistico complessivo”, ha evidenziato il Ministro Enrico Giovannini. “Con le ulteriori risorse della programmazione europea e nazionale si dovrà continuare a investire nello sviluppo delle zone portuali e retroportuali, soprattutto nel Mezzogiorno, per renderle sempre di più aree di produzione, e non solo di transito delle merci e dei passeggeri, come dimostra l’esperienza dei grandi porti europei”.
9,2 miliardi di investimenti nei porti: il 47,9% al Sud
Il quadro sugli investimenti destinati ai porti si rintraccia nell’Allegato Infrastrutture 2022 al DEF dove si tracciano le linee di intervento e i relativi costi di realizzazione, indicando l’ammontare delle risorse disponibili e il fabbisogno residuo.
Ebbene, per quanto concerne i porti, il costo complessivo degli interventi ammonta a 10,1 miliardi di euro di cui 9,2 miliardi sono già stati trovati grazie ad un insieme di fonti tra cui: il Decreto Porti (che stanzia 976,6 milioni), il PNRR (che stanzia 476,8 milioni) e il PNC (che stanzia oltre 2,8 miliardi).
“Complessivamente - spiegano dal MIMS - sono previsti interventi in 47 porti localizzati in 14 regioni e di competenza di 16 Autorità di Sistema Portuale (AdSP). Il 46,9% degli investimenti va ai porti del Mezzogiorno, il 37,7% a quelli del Nord e il restante 15,4% a quelli del Centro Italia”.
A livello regionale, è interessante notare come i porti della Liguria e della Sicilia siano i principali beneficiari: alla Liguria, infatti, sono stati assegnati circa 2,7 miliardi di euro, di cui 600 milioni per la nuova diga foranea di Genova, mentre alla Sicilia vanno circa 1,1 miliardi.
Vista la rilevanza in termini di risorse giocata dal PNC, vale la pena sottolineare che il Piano ripartisce i 2,8 miliardi nei seguenti cinque ambiti di intervento:
- circa il 52% delle risorse (1,47 miliardi) è destinato allo sviluppo dell’accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici, per cui sono previsti 22 interventi in 14 porti.
- il 24% delle risorse (675,6 milioni) è destinato all’elettrificazione delle banchine (cold ironing) con 44 interventi in 34 porti.
- il 13,8% delle risorse (390 milioni di euro) è destinato a 7 investimenti in 5 porti che hanno l’obiettivo di aumentare la capacità portuale attraverso opere di dragaggio e nuovi moli e piattaforme;
- l’8,74% (250 milioni di euro) è destinato ad interventi per lo sviluppo delle aree retroportuali (ultimo/penultimo miglio ferroviario e stradale);
- infine l’1,75% (50 milioni di euro) va ad interventi di efficienza energetica.
Per approfondire: Cosa prevede il Fondo complementare PNRR per i porti
Gli investimenti nelle ZES
“Rilevanti - spiegano sempre dal ministero - sono anche gli investimenti infrastrutturali per lo sviluppo delle Zone Economiche Speciali (ZES), alle quali sono assegnati 630 milioni di euro per 71 interventi", di cui:
- 33 per progetti di ultimo miglio portuale e nelle aree industriale connesse,
- 30 per la logistica e l’urbanizzazione,
- 8 per l’aumento della resilienza dei porti al cambiamento climatico.
Per quanto concerne i soggetti attuatori, ai Commissari straordinari (cioè le Autorità di Governo delle ZES) sono stati assegnati in maniera diretta 301 milioni di euro per la realizzazione di 48 interventi.
Le rimanenti risorse (329 milioni) sono state destinate invece ad altri soggetti attuatori (ANAS, RFI e AdSP) per l’attuazione di 23 progetti.
Per approfondire: Cosa prevede il PNRR per le ZES?
Le riforme sui porti
Oltre al lato investimenti, lo sviluppo della portualità italiana passa anche per il varo di una serie di riforme, alcune delle quali previste dallo stesso PNRR.
Anche in questo caso a fare il punto sul loro stato di attuazione è il Rapporto presentato il 18 ottobre 2022. In particolare, tra quelle già attuate o avviate nell’ultimo biennio figurano:
- la riforma per la semplificazione della pianificazione portuale;
- la riforma per la ridefinizione dei processi per l’aggiudicazione delle concessioni portuali;
- la riforma della normativa per l’efficientamento energetico dei porti e gli interventi di cold ironing, con l’attribuzione ai porti della qualifica di “comunità energetiche”;
- la riforma per la riorganizzazione dello sviluppo della Piattaforma Logistica Nazionale per la rete dei porti e degli interporti.
A queste si aggiungono poi una serie di altri interventi normativi e regolamentari approvati recentemente tra cui:
- la modifica del codice civile relativa al contratto di spedizione (archiviando le regole che risalivano al 1942);
- il varo dello “Sportello Unico Doganale e dei Controlli” (Sudoco), che attribuisce all’Agenzia delle Dogane il coordinamento dei 133 procedimenti amministrativi di controllo sulla merce in ambito portuale, precedentemente in capo a 13 diverse pubbliche amministrazioni;
- la creazione dello Sportello Unico Amministrativo (Sua), previsto in tutte le AdSP, che semplifica notevolmente lo svolgimento delle pratiche amministrative;
- la definizione della National Maritime Single Window quale interfaccia unica nazionale per l’invio delle formalità di dichiarazione delle navi in arrivo e in partenza dai porti italiani, funzione delegata al Comando Generale delle Capitanerie di porto quale Autorità Nazionale Competente;
- la pianificazione relativa allo spazio marittimo, il cui documento di riferimento è in consultazione pubblica fino al 30 ottobre sul sito del MIMS.
Consulta il Rapporto "Investimenti e Riforme del PNRR per la Portualità”
Foto di Jason Goh da Pixabay