La ricetta per far crescere il PIL? IA, competenze e investimenti

Intelligenza artificiale - Foto di sujin soman da PixabayL’intelligenza artificiale potrebbe far crescere il PIL italiano del 13%, circa 228 miliardi di euro. Ma occorre investire di più su talenti e startup, anche in venture capital.

Finanziamenti startup e innovazione

A stimarlo è il McKinsey Global Institute in uno studio presentato a Milano nel corso dell'iniziativa 'The Future Is Now'. 

Un impatto, quello dell'intelligenza artificiale, che ovviamente non sarebbe limitato solo al nostro Paese, ma che coinvolgerebbe l’intero continente. In base alle previsioni dell’istituto di ricerca, per l'Europa si avrebbe un aumento di Pil del 19% per un valore pari a 2.700 miliardi di euro al 2030. 

L'intelligenza artificiale rappresenta "un'opportunità unica per la competitività e la crescita del nostro Continente", dichiara Massimo Giordano, managing partner McKinsey Mediterraneo, "l’Europa, e con essa l’Italia, possono contare su diversi punti di forza: un settore industriale all’avanguardia; un ampio bacino di talenti nella ricerca e nel tech; un numero di startup in continua crescita".

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IA: servono competenze e investimenti

Entro il 2030, in Europa, le competenze tecnologiche peseranno il 40% in più per le skill avanzate e il 65% in più per quanto riguarda quelle di base. Da un lato, l’offerta formativa per i giovani dovrà continuamente aggiornarsi per essere in linea con la domanda, dall’altro la riqualificazione professionale delle persone che già lavorano sarà cruciale per assicurare una transizione efficace nell’era digitale.

Ad oggi l’Europa può contare su una comunità di ricercatori più ampia di quella di USA e Cina, e il numero di programmatori software europei è cresciuto del 4-5% negli ultimi due anni e oggi raggiunge 5,7 milioni (negli USA sono 4,4 milioni). 

Ciononostante, continua l'istituto di ricerca, la concorrenza per i talenti tech è mondiale e l’Europa deve tornare a essere un polo di attrazione, richiamando i suoi cervelli in fuga e attraendo le migliori menti dalle altre parti del mondo.

Decisivi saranno ovviamente anche gli investimenti pubblici. McKinsey suggerisce di dirottare parte dei 2mila miliardi di euro spesi annualmente in Europa per prodotti e servizi pubblici sull’innovazione dello stesso settore pubblico e innescare così un circolo virtuoso di cui beneficerebbe anche il settore privato. 

Più startup, meno unicorni: puntare sul venture capital

Benché le startup in ambito IA siano aumentate del 360% negli ultimi anni in Europa, il numero degli “unicorni” europei sono cresciuti solo della metà rispetto a quanto visto negli Stati Uniti. 

Il 90% degli investimenti in venture capital rimane concentrato solo in 8 stati membri è il suo sviluppo, conclude McKinsey, andrebbe incoraggiato.

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