Industria 4.0: Corte Conti UE, alle PMI mancano fondi per innovarsi
In Europa lo sviluppo digitale non è uniforme e ci sono ampie disparità tra regioni e settori, che interessano soprattutto le piccole e medie imprese. Lo rivela la Corte dei Conti UE in una rassegna preliminare all’audit sulla digitalizzazione dell’industria europea.
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Il documento fornisce ragguagli sull'audit che la Corte dei Conti sta svolgendo per fare il punto sul sostegno e sul finanziamento dell’UE alla digitalizzazione dell’industria e alla promozione dell’innovazione digitale in Europa.
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La Corte verificherà se la Commissione europea fornisca agli Stati membri un sostegno efficace per la digitalizzazione delle rispettive industrie, se assista le start-up e le piccole e medie imprese (PMI) nei loro sforzi per passare al digitale e se stia contribuendo a creare un contesto giuridico idoneo all’era digitale e alla connettività.
Industria 4.0, come procede lo sviluppo digitale in UE
L’Industria 4.0 utilizza la tecnologia digitale per connettere persone, cose e processi in tempo reale; questo processo cambia radicalmente la fabbricazione e il modo in cui si fa impresa ed aggiunge valore tramite maggiore velocità ed efficienza. Per stare al passo, le imprese di tutto il mondo dovranno trasformarsi e ciò richiede notevoli investimenti.
Per quanto riguarda lo sviluppo digitale, nell’UE vi sono ampie disparità tra regioni e settori, che vanno da oltre il 63% nella programmazione informatica al 4% nelle costruzioni. Le PMI costituiscono il 99% di tutte le imprese, ma meno di un quinto è altamente digitalizzato. Bisogna incoraggiarle a digitalizzare i loro processi di lavoro, in quanto spesso non dispongono delle risorse necessarie per far fronte da sole alla sfida della transizione digitale.
Negli ultimi anni, la Commissione UE e gli Stati membri hanno avviato numerose iniziative per creare un mercato unico digitale e digitalizzare l’industria europea, con interventi nel campo dell’economia basata sui dati, dell’Internet delle cose e del cloud computing.
Nel 2016, la Commissione ha varato l’iniziativa “Digitalizzazione dell’industria europea”, che ha stimolato la creazione di poli dell’innovazione digitale. Questi centri “intelligenti” aiutano le imprese, in particolare le PMI e le start-up, con il più recente know-how e le più recenti tecnologie necessari per la loro trasformazione digitale. Si interfacciano inoltre con investitori in cambiamenti digitali e mettono in contatto fornitori di innovazioni digitali e potenziali utenti.
I fondi per l’iniziativa ammontano a 11,5 miliardi di euro e sono forniti tramite il programma Horizon 2020 dell’UE ed il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). La Commissione stima che questa iniziativa stimolerà investimenti pubblici e privati per quasi 40 miliardi di euro entro il 2020 e prevede di continuare a finanziare l’innovazione digitale nel periodo 2021-2027.
“Per restare competitiva, l’UE deve sostenere le imprese nella trasformazione digitale, attualmente in corso. La digitalizzazione dell’industria europea costituisce un’iniziativa cruciale in questo contesto e, tramite l'audit, la Corte desidera verificarne l’efficacia sino ad oggi”, ha affermato Iliana Ivanova, il membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit.
“Ci si attende che entro il 2025 vengano fatti notevoli passi in avanti verso l’Industria 4.0. Le imprese di tutta l’UE, ed in particolare le PMI, dovrebbero prepararsi ad adattare le loro modalità di lavoro tradizionali alla nuova tecnologia digitale”.
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