Piano Juncker - Corte Conti UE, come migliorare efficacia del FEIS

FEIS Corte Conti UEIl Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) è stato efficace nel reperire finanziamenti a sostegno di investimenti supplementari nell’UE, tuttavia alcuni progetti FEIS avrebbero potuto essere finanziati diversamente. E' quanto emerge dall'ultima relazione della Corte dei conti europea.

Piano Juncker - risultati raggiunti nel 2018 

La Corte dei conti europea ha pubblicato un report in cui analizza l'efficacia del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), lo strumento operativo del Piano Juncker.

Il FEIS contribuisce a finanziare investimenti strategici in settori chiave quali le infrastrutture, la ricerca e l’innovazione, l’istruzione, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica; il Fondo funge da garanzia di bilancio dell’UE a favore del Gruppo BEI. La sua finalità è di consentire alla BEI e al FEI di fornire finanziamenti aggiuntivi a progetti ammissibili nell’UE e di mobilitare investimenti pubblici e privati supplementari a beneficio di questi progetti.

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FEIS, strumento efficace ma da migliorare

Secondo la Corte dei conti UE, nel periodo tra la sua creazione nel 2015 e il luglio 2018, il FEIS è stato efficace nel reperire finanziamenti a sostegno di investimenti supplementari nell’Unione. A metà luglio 2018, la BEI aveva approvato finanziamenti per 65,5 miliardi di euro, superando il volume indicativo di fondi da reperire (61 miliardi di euro).

Il sostegno del Fondo ha consentito alla BEI di quadruplicare le proprie operazioni di finanziamento con un profilo di rischio più elevato rispetto al 2014. Tuttavia, alcuni progetti FEIS avrebbero potuto essere finanziati da fonti private, altre fonti pubbliche o dalla stessa BEI, seppure a condizioni diverse.

I promotori dei progetti hanno preferito i finanziamenti FEIS perché erano meno costosi, oppure perché offrivano un periodo di rimborso più lungo. La Corte, inoltre, solleva dubbi sulla stima fornita per gli investimenti aggiuntivi mobilitati (335 miliardi di euro).

In alcuni casi, la metodologia usata sopravvalutava la misura in cui il sostegno del FEIS ha di fatto indotto investimenti supplementari nell’economia reale. Inoltre, gli importi indicati non tengono conto del fatto che alcune operazioni del Fondo europeo per gli investimenti strategici hanno sostituito altre operazioni della BEI e strumenti finanziari dell’UE.

La Corte rileva che l’assenza di indicatori di monitoraggio e di performance comparabili per tutti gli strumenti finanziari e le garanzie di bilancio dell’UE riduce la trasparenza e la capacità di valutare i risultati.

“Il FEIS è un programma faro di alto profilo dell’UE. Per tale ragione, è oltremodo importante che qualsiasi dichiarazione relativa alla sua efficacia sia fondata su solide basi”, ha affermato Leo Brincat, il membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione.

Secondo la Corte, i fondi che il FEIS ha in parte sostituito riguardavano prevalentemente gli strumenti finanziari dell’UE gestiti a livello centrale, in particolare nei settori dei trasporti e dell’energia.

La Corte ravvisa inoltre la necessità che la Commissione europea e la BEI evitino sovrapposizioni tra il FEIS e i Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) gestiti dagli Stati membri.

Alla fine del 2017 il portafoglio del FEIS rientrava nei limiti previsti per gli investimenti in settori strategici specifici. Tuttavia, la concentrazione geografica non è stata sufficientemente equilibrata; i fondi sono stati infatti erogati ad un numero esiguo di Stati membri dell’UE più grandi (15) che disponevano di banche di promozione nazionali consolidate.

Raccomandazioni

La relazione si conclude con una serie di raccomandazioni della Corte per: 

  • promuovere l’utilizzo giustificato di prodotti BEI con profilo di rischio più elevato nel quadro del FEIS;
  • incoraggiare la complementarità fra strumenti finanziari dell’UE e garanzie di bilancio dell’UE;
  • migliorare la valutazione intesa ad appurare se i potenziali progetti FEIS avrebbero potuto essere finanziati da altre fonti;
  • stimare meglio gli investimenti mobilitati;
  • migliorare la distribuzione geografica degli investimenti sostenuti dal FEIS.

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