Eurobarometro: la PAC secondo i cittadini europei
Una recente indagine Eurobarometro rivela che il 60% degli europei riconosce l'importanza della Politica Agricola Comune (PAC) per tutti i cittadini e non solo per gli agricoltori. La quota, però, scende al 50% in Italia.
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La percezione del ruolo sociale ed economico degli agricoltori, dell’agricoltura e della Politica Agricola Comune (PAC) dell'UE è al centro dell'indagine Eurobarometro realizzata a dicembre 2017 per conto della Commissione europea. Su un campione di circa 28 mila persone, mille per Stato membro, poco più del 60% degli intervistati ritiene che l’agricoltura e le aree rurali offrano benefici a tutti i cittadini e non solo agli agricoltori e che la PAC avvantaggi tutti i cittadini. Gli italiani hanno la considerazione più bassa in tal senso, nell’ordine del 50%.
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Le priorità della PAC secondo gli europei
Le due principali responsabilità degli agricoltori, secondo i cittadini UE, sono l’offerta di prodotti diversificati e di qualità (42%) ed il benessere degli animali allevati (35%). Seguono la protezione dell’ambiente (30%), il mantenimento delle zone rurali (29%) e l’autosufficienza alimentare dell'UE (25%).
Gli italiani indicano soprattutto la protezione dell’ambiente (36%) e l’offerta di prodotti diversificati e di qualità (33%), mentre attribuiscono scarsa importanza all’ autosufficienza alimentare dell'Unione (15%). Circa l'88% degli intervistati ritiene importante il rafforzamento del ruolo degli agricoltori nella catena alimentare, una preoccupazione su cui la Commissione si è impegnata a presentare proposte legislative entro la fine dell'anno.
In quasi la metà dell'UE esiste un chiaro sostegno all'azione europea per garantire un equo tenore di vita agli agricoltori. Più di nove intervistati su dieci (il 92%) ritengono inoltre che l'agricoltura e le zone rurali siano importanti per il futuro ed in questo contesto almeno la metà dei soggetti coinvolti nella maggioranza degli Stati membri (24 su 28) concorda che la PAC stia assolvendo il suo ruolo nella creazione di posti di lavoro e per la crescita nelle aree rurali.
Un peso significativo viene attribuito al contributo della PAC alle sfide climatiche: per il 50% dei cittadini la protezione dell'ambiente e la gestione dei cambiamenti climatici dovrebbero essere l'obiettivo principale della Politica Agricola Comune (con un aumento aumento di sei punti percentuali rispetto al 2015), in linea con le intenzioni della Commissione europea per le proposte legislative per la prossima PAC.
Italiani poco informati sulla PAC
La consapevolezza della Politica Agricola e dei suoi strumenti risulta abbastanza elevata: oltre due terzi degli intervistati (67%) hanno sentito parlare del sostegno che l'UE offre agli agricoltori attraverso la PAC, in linea con il dato registrato nel 2015.
All’ultimo posto, sia per conoscenza nei dettagli che per apprendimento generale, sono ancora gli italiani (5%, in calo di un punto percentuale rispetto al 2015).
In termini di sostegno fornito, il 45% degli intervistati reputa che il livello di aiuto finanziario concesso dall'UE agli agricoltori sia giusto, un dato superiore del 4% rispetto al 2015 e pari a quattro volte il numero di coloro che ritengono che il livello di supporto sia troppo alto e significativamente al di sopra di coloro che lo ritengono troppo basso (11%).
Non sorprende che un gran numero di intervistati (44%) desideri che il sostegno finanziario agli agricoltori da parte dell’UE possa essere incrementato nei prossimi 10 anni. Circa l'88% degli intervistati considera infatti importante il rafforzamento del ruolo degli agricoltori nella catena alimentare, mentre l’84% è dell’opinione che lo sviluppo della ricerca e dell'innovazione a sostegno del settore agroalimentare sia importante tanto quanto incoraggiare i giovani ad insediarsi in agricoltura.
Attenzione ai prodotti di qualità
Anche il sostegno alla politica commerciale dell'UE in generale risulta elevato: la maggioranza dei cittadini sostiene inoltre che la protezione del mercato europeo da prodotti di qualità inferiore sia anche una giustificazione sufficiente per le barriere commerciali nel settore agricolo. Tuttavia, se venissero introdotte barriere commerciali, la maggior parte degli intervistati ritiene che non dovrebbero applicarsi ai paesi in via di sviluppo e che l'UE dovrebbe continuare a sostenere gli agricoltori ed i produttori alimentari di tali paesi attraverso la propria politica commerciale.
La qualità del cibo prodotto in Europa rappresenta anche un fattore chiave in fase di acquisto. Oltre tre quarti degli intervistati ha affermato che la tradizione e il know-how locali, la conoscenza dell'area geografica ed uno specifico marchio di qualità sono stati importanti per decidere quali prodotti alimentari acquistare.
Per quanto riguarda i marchi di qualità, oltre il 60% degli intervistati in ogni Stato membro gli ha riconosciuto un ruolo importante al momento delle scelte di acquisto. La consapevolezza dei consumatori nei confronti di tali marchi di qualità rimane tuttavia mista: il più conosciuto è quello del commercio equo e solidale, mentre tra i marchi provenienti dall’UE il logo biologico risulta essere quello più riconosciuto (27%, in aumento di 4 punti rispetto al 2015).
Gli Italiani sono nelle retrovie rispetto alla media europea per quanto riguarda la conoscenza del marchio “commercio equo” (7%) e “agricoltura biologica” (16%), mentre superano sensibilmente la media europea per DOP (32%), IGP (33%) e STG (24%).
A livello generale, il sondaggio evidenzia percezioni diverse delle opinioni pubbliche dei Paesi UE sull’agricoltura e sulla PAC. Nonostante ciò, emergono alcune significative convergenze sul ruolo economico e sociale dell’agricoltura e sulle opportunità offerte dalla Politica Agricola Comune. L’opinione pubblica italiana dimostra un’attenzione relativamente “bassa” al tema, ma dall’analisi dei dati emerge tuttavia una considerazione unanime circa l'importanza di investire in agricoltura.
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