Ddl Concorrenza: avvocati, pericoli da ingresso soci di capitale
No all’ingresso nelle società di avvocati di soci che abbiano solo la funzione di finanziatori. Intervendo presso le commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, il Consiglio Nazionale Forense boccia la norma contenuta nel disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza, già contestata dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e dall'Associazione Italiana Giovani Avvocati.
Il Parlamento, ha ricordato il presidente del Consiglio Nazionale Forense Andrea Mascherin, si è già espresso in passato in maniera compatta contro una proposta analoga proprio per la specificità della professione di avvocato e per i rischi che l'ingresso di soci di capitale comporta.
Questi pericoli vanno dall'infiltrazione di risorse provenienti da attività criminali al controllo sugli incarichi assunti dagli avvocati, che quindi non sarebbero più autonomi e indipendenti, fino al rischio che imprese commerciali, come assicurazioni e banche, costuiscano società miste per la trattazione di pratiche che riguardano loro stesse, senza i vincoli che caratterizzano la professione forense. Inoltre, potrebbero esserci pressioni per dare priorità alle cause più profittevoli e verrebbe meno l'obbligo della difesa d'ufficio e del gratuito patrocinio, e quindi la funzione sociale degli avvocati.
La critica espressa dal Consiglio Nazionale Forense riguarda quindi l'approccio di fondo della norma contenuta nel ddl Concorrenza. Posto che “non capiamo quale sia il vantaggio per i cittadini e per il mercato di introdurre capitale esterno”, spiega infatti Mascherin, il principale limite del provvedimento è rappresentato dal fatto che antepone considerazioni di ordine economico in un campo che riguarda diritti di rilevanza costituzionale. La scelta per i parlamentari, continua il presidente, “è tra il modello neoliberalista statunitense, per cui chi può si istruisce, si cura e si difende, e il modello continentale, che assicura l'accesso ai diritti indipendentemente dalle condizioni economiche”.
Si tratta di considerazioni in linea con quelle già espresse dalla presidente dell'Associazione Italiana Giovani Avvocati Nicoletta Giorgi, che si è detta preoccupata perchè nel testo “manca del tutto la previsione della multidisciplinarietà, dei requisiti e dei limiti del socio di capitale, onde evitare abusi di posizione o addirittura conferimenti illeciti”.
Stesso parere anche per il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati che, sempre nel corso di un'audizione alla Camera, ha chiesto una serie di chiarimenti sulla figura dei soci finanziatori: ad esempio, il voto in assemblea sarebbe proporzionale alla quota di capitale posseduta? Che valore avrebbe la professione nella compagine societaria? Come si configurerebbe il ruolo del socio giovane e che capitale dovrebbe apportare per fare parte della società? Si introdurrebbe un limite nel rapporto numerico tra soci e avvocati? Quali tutele sarebbero previste per gli avvocati nei confronti di eventuali pressioni dei clienti dominanti, come assicurazioni e banche?
Il giudizio, ha sottolineato il Consiglio dell'Ordine degli avvocati, è che la nuova disciplina rappresenti una minaccia per la la libertà dell'attività forense ed entri in conflitto con legge professionale che dispone, per la sua specificità, anche sociale, e per la tutela degli interessi individuali e collettivi, l'indipendenza degli avvocati.
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Ddl concorrenza - al via l'esame alla Camera
Author: Elizabeth Thomsen / photo on flickr