Ddl Concorrenza - Assopetroli, no a modifica norme su distribuzione carburanti
Le norme sulla distribuzione dei carburanti per autotrazione contenute nel disegno di legge annuale in materia di mercato e concorrenza rischiano di danneggiare il settore. E' quanto denunciato da Assopetroli nel corso di un'audizione presso le commissioni Finanze e Attività produttive della Camera.
Assopetroli
Nel mirino di Assopetroli c'è l'articolo 22 del ddl Concorrenza sulla distribuzione dei carburanti per autotrazione. Secondo l'associazione che rappresenta le piccole e medie imprese che operano nella distribuzione dei carburanti acquistati dall'industria petrolifera, infatti, la proposta di eliminare l'obbligo previsto dal decreto-legge n. 112-2008 per i nuovi entranti di diversificare la propria offerta con il metano o il Gpl non è utile ai fini della concorrenza e rischia di scoraggiare la diffusione dei carburanti più sostenibili e che hanno una diffusione ancora inadeguata.
I dati del mercato, ricorda infatti Assopetroli, mostrano che la rete di distribuzione dei carburanti in Italia è molto capillare, numerosa e frammentaria: si tratta di 23mila impianti, contro i 14.600 della Germania, gli 11.600 della Francia, i 10.400 della Spagna e gli 8.700 del Regno Unito. Il risultato, osserva l'associazione, è che l'erogato medio unitario di questi punti vendita è decisamente inferiore a quello degli altri paesi europei, per cui più che parlare di barriere all'entrata, si dovrebbe discutere delle condizioni di redditività molto basse che derivano dall'eccesso di offerta. Molti impianti infatti non sono più sostenibili e, secondo Assopetroli, sono ancora attivi solo per i costi eccessivi della loro dismissione.
Il secondo problema per Assopetroli è quella della scarsa diffusione dei carburanti a minore impatto ambientale, che si potrebbe affrontare sviluppando la rete distributiva e che invece il ddl Concorrenza rischia di aggravare. Oggi i distributori di metano per l'autotrazione sono solo mille in tutta Italia, quelli per il Gpl sono 3.600, condizionando, secondo l'associazione, anche l'acquisto dei veicoli alimentati con questi carburanti più sostenibili.
Da qui la richiesta di sopprimere l'articolo 22 del disegno di legge, perchè il limite attualmente previsto ha una sua ratio in relazione all'obiettivo della sostenibilità ambientale, anche il linea con le norme Ue che demandano agli Stati membri il compito di assicurare le necessarie infrastrutture. In questo contesto, conclude Assopetroli, è l'offerta che genera la domanda: se manca la rete distributiva, anche il mercato dell'auto si ferma.
Unione petrolifera
Diverso il giudizio dell'Unione petrolifera, secondo cui l'articolo 22 del disegno di legge non ha effetti significativi rispetto al tema della concorrenza. Quello che dovrebbe trovare collocazione all'interno del disegno di legge, per l'associazione, è invece il tema della chiusura degli impianti incompatibili con il codice della sicurezza stradale e finora soggetti a deroghe, anche per la difficoltà di effettuare le bonifiche.
L'idea sarebbe quella di riprendere una proposta di legge già sottoscritta da Unione petrolifera, Assopetroli e tre associazioni dei gestori, che prevedeva un periodo di tre anni dalla chiusura degli impianti insicuri per lo svolgimento delle bonifiche, discussa durante il Governo Letta e poi abbandonata con la caduta dell'Esecutivo.
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Author: rogimmi / photo on flickr