Ddl Concorrenza - sindacati critici su portabilita' pensioni complementari

Camera dei DeputatiLa norma sulla portabilità dei fondi pensione rischia di indebolire la previdenza complementare. E' quanto denunciano le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl, durante un'audizione presso le commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera sul disegno di legge in materia di mercato e concorrenza.

Previdenza complementare

A compattare i sindacati nella richiesta al Parlamento di modificare il ddl è innanzitutto la norma sulla portabilità dei contributi pensionistici, giudicata dai rappresentanti delle quattro organizzazioni una minaccia per la previdenza complementare e per le sue finalità sociali.

Oggi, infatti, i fondi pensioni negoziali, istituiti dalla contrattazione collettiva, sono convenienti perchè vi si aderisce, oltre che con la quota di TFR e con il proprio versamento individuale, anche con un contributo a carico del datore di lavoro, che è parte integrante del 'costo' contrattuale. L'obbligo del versamento del contributo del datore di lavoro anche per i casi di adesione ai fondi aperti promossi dalle banche e ai piani individuali di previdenza delle assicurazioni, previsto nel disegno di legge, introdurrebbe, secondo i sindacati, una concorrenza sleale a favore dei soggetti più forti sul mercato.

Il sistema della previdenza complementare è già libero e plurale e funziona bene, rivendicano Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ricordando che questo modello è studiato da tutto l'occidente perchè ha resistito e dato rendimenti positivi nonostante la crisi finanziaria.

Regime di maggior tutela

A preoccupare i sindacati è anche la norma relativa al superamento, a partire dal 2018, del regime di maggior tutela nei settori del gas e dell’energia elettrica, che secondo le organizzazioni rischia di cancellare qualsiasi forma di salvaguardia nei confronti delle persone più deboli. Se si vuole liberalizzare, e non solo derogolamentare il mercato, osservano le organizzazioni, la norma va rivista.

A rafforzare questa convinzione sono i dati forniti dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico sui costi sostenuti dalle famiglie passate al mercato libero, secondo cui quelle che hanno abbandonato il regime di maggior tutela hanno sperimentato un incremento della bolletta energetica del 16,7% nel settore dell’energia elettrica e del 7,9% nel settore del gas.

D'altra parte, aggiungono i rappresentanti delle quattro organizzazioni, i fattori che determinano l'alto costo dell'energia in Italia sono la mancanza di diversificazione nell'approvvigionamento, il peso fiscale e parafiscale della bolletta e le disfuzioni di rete. Per tagliare la bolletta, concludono i sindacati, non serve abolire il regime di maggior tutela: serve la capacità di incidere con scelte politiche su questi tre fattori.

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Bozza Disegno di legge Concorrenza

Author: Simone Ramella / photo on flickr