OCSE: ripresa Italia debole, attuare riforme
L'economia italiana crescerà dello 0,4% nel 2015 e dell'1,3% nel 2016, mentre il tasso di disoccupazione scenderà al 12,3% quest'anno e all'11,8% l'anno prossimo. Sono le stime contenute nel rapporto OCSE Survey: Italy 2015.
E' stato presentato a Roma dal segretario generale dell’organizzazione Jose Angel Gurria Trevino, insieme ai ministri dell’Economia, del Lavoro e delle Riforme costituzionali Pier Carlo Padoan, Giuliano Poletti e Maria Elena Boschi.
Progressi deboli, ma destinati a consolidarsi, se le riforme annunciate saranno portate a termine. Questa la previsione del rapporto OCSE, che parla di “una ripresa graduale nel 2015 e 2016, sostenuta in parte dalle ulteriori misure non convenzionali della Bce e in parte dall'attenuarsi degli effetti del risanamento fiscale, nonchè dall'impatto positivo del calo del prezzo del petrolio". Se il Governo riuscirà ad attuare in pieno il proprio "ambizioso e di ampio respiro" programma di riforme, stima però Gurria, il Pil dell'Italia crescerà del 6% entro i prossimi dieci anni.
I sacrifici degli ultimi anni, dalle "continue restrizioni di spesa" agli "aumenti della tassazione", hanno "notevolmente contribuito a rafforzare la posizione di bilancio" dell'Italia”, osserva l'OCSE. Nel corso del 2015 un contributo alla crescita verrà inoltre dalle esportazioni, grazie alla crescita del commercio estero, all'aumento contenuto del costo del lavoro e a un euro più debole, mentre gli investimenti potrebbero beneficiare della riduzione del cuneo fiscale e del Jobs Act, che secondo l'Ocse, "se pienamente attuato, potrà rappresentare il vero motore del cambiamento".
Sul fronte dei consumi, per l'Ocse, non ci saranno incrementi significativi, ma una leggera crescita trainata dal calo dei prezzi dei prodotti energetici e dell'inflazione, che accresceranno il reddito reale.
Le raccomandazioni dell'OCSE all'Italia
Il segretario generale Gurria ha rivolto poi una serie di raccomandazioni all'Italia.
La priorità spetta alla piena attuazione della riforma del mercato del lavoro, in particolare:
- all'introduzione del contratto unico a tutele crescenti,
- a una nuova composizione della spesa per le politiche attive per l'occupazione,
- a misure per incoraggiare la partecipazione delle donne alla forza lavoro, “mediante orari più flessibili e promuovendo una più ampia offerta di servizi di alta qualità di assistenza all'infanzia e agli anziani”;
- all'adozione del sistema unico di indennità di disoccupazione, da condizionare "all'obbligo di cercare attivamente un impiego e di accettare le offerte di lavoro e di formazione".
L'OCSE sollecita poi l'Italia ad adottare una legge per migliorare la concorrenza nei servizi pubblici locali, nei settori assicurativo e bancario, nelle industrie di rete, nelle professioni regolamentate e nel commercio al dettaglio.
L'Italia deve inoltre portare a compimento le riforme istituzionali, definendo chiaramente la distribuzione delle competenze tra Stato e governi locali, snellire il sistema giudiziario, "istituendo tribunali specializzati, ove necessario, e incentivando il ricorso alla mediazione".
Tra le proposte, anche la creazione di una commissione per la produttività e l'istituzione di una 'bad bank pubblica' per ridurre il livello dei crediti deteriorati". In agenda, secondo Gurria, dovrebbero esserci anche ulteriori sforzi per contrastare l'evasione fiscale, semplificare la riscossione delle imposte e ampliare la base imponibile, in particolare “riducendo il numero di agevolazioni fiscali”.
Photo credit: Comité des Régions / Committee of the Regions / Foter / CC BY-NC