Sviluppo rurale: Corte Conti Ue, controlli nazionali insufficienti
Sul tasso di errore pesano violazioni delle norme in materia di appalti
Una relazione della Corte Conti europea rivela che la maggior parte degli errori riscontrati nella spesa dei fondi Ue per la politica di sviluppo rurale sono riconducibili alla violazione di condizioni poste dagli Stati membri e all'inadeguezza dei controlli a livello nazionale.
Durante la programmazione 2007-2013 le politiche di sviluppo rurale hanno beneficiato di oltre 150 miliardi di euro tra misure d’investimento e aiuti per superficie. Per queste risorse è previsto un regime di gestione concorrente tra gli Stati membri e la Commissione, con i Paesi dell'Unione responsabili dell’attuazione dei programmi di sviluppo rurale al livello territoriale e l'Esecutivo Ue incaricato di vigilare sulle loro attività.
Nonostante questo doppio monitoraggio, il tasso medio di errore nella spesa per lo sviluppo rurale nel corso del triennio 2011-2013, osserva la relazione della Corte, è stato dell'8,2%, oltre quattro volte la soglia di tolleranza. Per i due terzi questi errori sono relativi all'attuazione delle misure d'investimento, che comprendono sovvenzioni dirette principalmente all'acquisto di macchine agricole e per la trasformazione alimentare, mentre gli aiuti "per superficie", comprese le compensazioni per i costi supplementari sostenuti a causa del ricorso a tecniche agricole più sostenibili, hanno pesato per un terzo del totale.
Le cause degli errori
Secondo la Corte dei Conti dell'Ue, la maggior parte degli errori nell’ambito della politica di sviluppo rurale è dovuta a violazioni delle condizioni stabilite a livello nazionale dagli Stati membri. Le loro autorità di controllo, continua inoltre la relazione, avrebbero potuto e dovuto rilevare e correggere la maggior parte degli errori, soprattutto quelli che riguardano le misure d’investimento, se i controlli fossero stati esaustivi.
Nella sua analisi la Corte sostiene infatti che, in relazione alle misure di investimento, le informazioni necessarie per rilevare e correggere gli errori erano a disposizione delle autorità degli Stati membri, ma in molti casi non sono state richieste o utilizzate. I revisori hanno scoperto inoltre che gli errori derivano solo per il 16% dalla mancata conformità alle disposizioni dei regolamenti europei, mentre per l'84% le cause sono da ricercare in violazioni delle condizioni stabilite a livello nazionale.
Sempre sul fronte delle misure di investimento, l'audit ha rivelato gli enti pubblici sono una fonte significativa di errore a causa della non conformità alle norme sugli appalti pubblici. Questo si deve in primo luogo al fatto che i progetti di infrastrutture rurali sono stati implementati da piccoli Comuni, che spesso avevano un'esperienza limitata nel condurre procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici, ma anche al fatto che alcuni enti beneficiari hanno preferito lavorare con imprenditori che avevano già fornito loro beni e servizi, attraverso un'aggiudicazione diretta dei contratti. Queste pratiche, sottolinea tra l'altro la Corte, non sono mai state contestate dagli organismi pagatori, nonostante violassero i principi base della normativa sugli appalti in materia di trasparenza, obiettività, non discriminazione e divulgazione.
Per gli aiuti per superficie, invece, la principale causa di errore è stata il mancato rispetto degli impegni assunti da parte degli agricoltori, che la Corte spiega con il livello modesto degli incentivi e con l'inadeguatezza dei controlli e delle sanzioni in caso di violazioni.
Le raccomandazioni della Corte dei Conti Ue
Secondo la Corte, la Commissione dovrebbe continuare a lavorare per individuare azioni correttive delle cause profonde degli errori nella spesa per lo sviluppo rurale, mentre gli Stati membri dovrebbero adottare azioni sia preventive che correttive in materia di appalti pubblici, elusione intenzionale delle regole e pagamenti agroambientali.
L'Esecutivo Ue, inoltre, dovrebbe monitorare l'attuazione dei programmi di sviluppo rurale, tenendo conto, nel suo audit di conformità, anche del rispetto delle norme adottate a livello nazionale.