Accordo Partenariato: Cappello (UVER), novita' Fondi Ue 2014-2020

CappelloIn un'intervista a FASI.biz Mauro Cappello, dell'Unità di Verifica degli Investimenti pubblici (UVER) del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, illustra le principali novità della programmazione 2014-2020 dei fondi europei.

L'accordo di partenariato è stato adottato e i programmi operativi sono all'esame di Bruxelles. Oltre alla concentrazione delle misure, alla capacità amministrativa di chi gestisce i fondi e alla trasparenza, cosa ritiene di mettere in evidenza nella nuova programmazione?

Gli elementi di novità introdotti nella nuova programmazione 2014-2020 sono davvero numerosi e riguardano vari aspetti, per esigenze di sintesi elencherò solamente quelli che mi sembrano maggiormente importanti in termini di impatto.

Prima di tutto la concentrazione tematica, che obbliga i 28 Stati membri a concentrare la spesa su particolari obiettivi tematici, in particolare OT1, OT2, OT3 e OT4 per il FESR ed OT8, OT9,OT10 e OT11 per il FSE.

Altra importante innovazione è quella che riguarda la regola del disimpegno automaticodelle risorse, che passa dalla versione “N+2” che ha governato il flusso finanziario 2007-2013, alla versione definitiva “N+3” per il periodo 2014-2020.

Grande attenzione ai tempi di realizzazione: sia l’Accordo di Partenariato per quanto attiene alle condizionalità ex ante, sia i programmi operativi per ciò che concerne l’attuazione, sono corredati di indicazioni precise sui tempi.

La valutazione dei risultati ottenuti dai programmi operativi, viene garantita tramite l’introduzione del quadro di riferimento dell'efficacia dell'attuazione.

Infine, chiuderei citando l’ingresso dei liberi professionisti nella grande famiglia dei beneficiari delle risorse comunitarie, essendo equiparati a piccole imprese essi potranno anche accedere alla Rete Europea delle Imprese (EEN Enterprise Europe Network).

La valutazione dell'efficacia nell'impiego dei fondi è un'altra priorità del settennato 2014-2020: il Perfomance Framework sarà uno strumento sufficiente per capire se l'implementazione dei programmi porterà risultati davvero tangibili?

Il Performance Framework o Quadro di riferimento dell’efficacia dell’attuazione è uno strumento che si compone di un sistema di indicatori e relativi valori obiettivo (intermedi) che saranno sottoposti a verifica, da parte della Commissione europea, nel 2019. Se il singolo programma avrà raggiunto i valori obiettivo previsti, otterrà l’assegnazione della riserva di efficacia (6% della dotazione del programma), diversamente le risorse della riserva di efficacia verranno assegnate (su proposta dello Stato membro) alle priorità che avranno raggiunto i valori obiettivo.

Chiaramente il Quadro di riferimento per l’efficacia, così come definito nel Regolamento 1303/2013, reca gli elementi di un sistema estremamente competitivo, all’interno del quale vengono “premiati” i migliori in termini di esecuzione della spesa e realizzazione fisica degli interventi.

Personalmente ritengo molto utile questo sistema e sono fortemente persuaso del fatto che contribuirà ad elevare l’asticella dell’efficacia rispetto al livello attuale.

Che cosa pensa delle nuove disposizioni previste dal regolamento generale n. 1303/2013 in tema di disimpegno automatico delle risorse?

Le nuove norme, precisamente quelle recate dall’art. 136 del Regolamento n. 1303/2013, prevedono un allungamento dei tempi previsti per l’esecuzione delle spese, passando dalla famosa regola “N+2” a quella “N+3”.

Si tratta certamente di un’innovazione molto importante che agevola gli Stati che soffrono nel realizzare spesa, tuttavia non deve sfuggire che ad essa fa da contraltare il fatto che le percentuali previste per i prefinanziamenti sono state significativamente ridotte.

Le prime tre rate annuali prevedono: 1% della dotazione per il 2014 (primo anno) e poi la stessa percentuale per il 2015 ed il 2016 (secondo e terzo anno).

Nella precedente programmazione per il 2007 era previsto un prefinanziamento del 2% per il 2007 (primo anno), del 3% per il 2008 (secondo anno) ed infine del 2,5% per il 2009 (terzo anno).

In sintesi, si concede più tempo per realizzare la spesa, a fronte di una cospicua riduzione delle risorse trasferite a titolo di prefinanziamento.

Il Suo Ufficio, l’Unità di verifica degli investimenti pubblici (UVER), riveste la funzione di Autorità di Audit, potrebbe spiegare sinteticamente che compiti svolge un’Autorità di Audit in un Programma Operativo?

Il sistema di Gestione e Controllo dei Programmi Operativi definito nei regolamenti della programmazione 2007-2013 come nella 2014-2020, prevede sostanzialmente tre figure che sono, l’Autorità di Gestione (AdG) che si occupa, in sintesi, delle procedure di selezione delle operazioni e dei controlli denominati di primo livello; l’Autorità di Certificazione (AdC), che provvede alle attività di certificazione delle spese sulla base della documentazione che le perviene, ed infine l’Autorità di Audit, come appunto l’UVER sui Programmi Nazionali 2007 - 2013 Governance ed Assistenza tecnica, Attrattori Culturali, Ricerca e Competitività ed infine Energie.

L’Autorità di Audit effettua i cosiddetti controlli di secondo livello, sottoponendo a verifica non solo le singole operazioni, ma anche il complessivo sistema di gestione e controllo (verifiche che riguardano l’AdG e l’AdC).

L’azione dell’Autorità di Audit mira a prevenire/evidenziare eventuali irregolarità o, nei casi più gravi, frodi, che vengono quindi segnalate all’Organismo Antifrode comunitario, l’OLAF, il quale opera in Italia tramite la Guardia di Finanza.

La lunga esperienza ispettiva dell’UVER, unitamente alla vasta banca dati di cui l’Ufficio dispone, ci ha consentito di elaborare strumenti di ausilio al decisore pubblico, come per esempio l’applicazione VISTO, che consente di predeterminare i tempi reali di attuazione di un investimento pubblico.

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VISTO

Guida ai fondi strutturali europei 2014-2020