Clean Sky JTI: il futuro della ricerca aeronautica in Europa

Aircraft - foto di Compdude123Pubblicato un rapporto sul futuro del programma comunitario per la ricerca aeronautica, Clean Sky JTI. Attraverso partenariati tra soggetti pubblici e privati, l'iniziativa finanzia sin dal 2008 progetti volti a migliorare le performance del trasporto aereo, in termini di impatto ambientale e innovazione tecnologica.

Fino ad oggi Clean Sky JTI ha dato un forte contributo alla realizzazione degli obiettivi comunitari inerenti la riduzione delle emissioni inquinanti e lo sviluppo di tecnologie verdi, grazie alla realizzazione di 126 progetti di ricerca che hanno coinvolto 62 università europee in diversi settori:

  • SMART Fixed Wing Aircraft,
  • Green Regional Aircraft,
  • Green Rotorcraft,
  • Sustainable and Green Engines,
  • Systems for Green Operations,
  • Eco-Design.

La forza del programma, ha commentato Vittorio Prodi, a capo dell'inter-gruppo "Sky and Space "presso il Parlamento europeo, risiede proprio nella strategia di co-finanziamento adottata, che coinvolge da un lato la Commissione europea e dall'altro il settore industriale.

La speranza ora è che Clean Sky JTI venga implementato all'interno del nuovo programma quadro per la ricerca, Horizon 2020, che sarà dotato di uno stanziamento complessivo di 80 miliardi di euro.

La fondamentale importanza della ricerca aerospaziale dovrebbe essere riconosciuta nella preparazione di Horizon 2020, ha dichiarato Michael Gizycki - segretario generale dell'associazione AeroSpace and Defence (ASD) - ricordando il supporto fornito allo sviluppo del settore aeronautico dal Settimo Programma Quadro nel corso dell'attuale programmazione.

Con l'introduzione di procedure più semplici per l'accesso ai fondi destinati alla ricerca e allo sviluppo, previste da Horizon 2020, Clean Sky JTI non solo potrà dare un impulso maggiore alla crescita e alla competitività del settore aerospaziale, ma favorirà anche l'implementazione della Flightpath 2050.
Quest'ultimo progetto, presentato lo scorso marzo dalla Commissione europea, si inserisce nella roadmap 2050 per la transizione verso una green economy, promuovendo la riduzione delle emissioni di carbonio del 75% entro il 2050.

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