Cloud, competenze digitali e 5G: le priorità del Digital Compass 2030
La nuova strategia europea per la digital transition, che prende il nome di Bussola per il digitale 2030, supporterà - anche grazie alle risorse di Next Generation EU - progetti multinazionali che mobiliteranno investimenti pubblici e privati verso settori chiave, dalle infrastrutture digitali ai big data.
5G, cloud e cybersicurezza: cosa c'è nel Recovery plan per il digitale
Il Digital Compass 2030, basato sulla comunicazione del 2020 "Plasmare il futuro digitale dell'Europa", fornisce un quadro sugli obiettivi, sulla governance e sulle tappe per accelerare l'uso degli strumenti digitali in Europa.
L'ambizione dell'UE è conseguire la sovranità digitale in un mondo aperto e interconnesso, perseguendo politiche che conferiscano ai cittadini e alle imprese l'autonomia e la responsabilità necessarie per conseguire un futuro digitale antropocentrico, sostenibile e più prospero.
Digital Compass 2030: la bussola digitale UE per mobilitare investimenti pubblici e privati
Per tradurre le ambizioni digitali dell'UE per il 2030 in termini concreti, la Commissione europea ha proposto una bussola per il digitale concepita attorno a quattro punti cardinali:
- 1) cittadini dotati di competenze digitali e professionisti altamente qualificati nel settore digitale. Entro il 2030 almeno l'80% della popolazione adulta dovrebbe possedere competenze digitali di base e 20 milioni di specialisti dovrebbero essere impiegati nell'UE nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, con un aumento del numero di donne operative nel settore;
- 2) infrastrutture digitali sostenibili, sicure e performanti. Entro il 2030 tutte le famiglie dell'UE dovrebbero beneficiare di una connettività Gigabit e tutte le zone abitate dovrebbero essere coperte dal 5G; la produzione di semiconduttori sostenibili e all'avanguardia in Europa dovrebbe rappresentare il 20% della produzione mondiale; 10mila nodi periferici a impatto climatico zero e altamente sicuri dovrebbero essere installati nell'UE e l'Europa dovrebbe dotarsi del suo primo computer quantistico;
- 3) trasformazione digitale delle imprese. Entro il 2030 tre imprese su quattro dovrebbero utilizzare servizi di cloud computing, big data e intelligenza artificiale; oltre il 90% delle PMI dovrebbe raggiungere almeno un livello di base di intensità digitale e dovrebbe raddoppiare il numero di imprese "unicorno" nell'UE;
- 4) digitalizzazione dei servizi pubblici. Entro il 2030 tutti i servizi pubblici principali dovrebbero essere disponibili online, tutti i cittadini avranno accesso alla propria cartella clinica elettronica e l'80% dei cittadini dovrebbe utilizzare l'identificazione digitale (eID).
La bussola definisce una solida struttura di governance comune con gli Stati membri, basata su un sistema di monitoraggio con relazioni annuali che prevedono un sistema a "semafori". Gli obiettivi saranno sanciti da un programma strategico da concordare con il Parlamento europeo e il Consiglio.
Progetti multinazionali
Per colmare in modo più efficace le lacune nelle capacità critiche dell'UE la Commissione europea agevolerà il varo rapido di progetti multinazionali in cui confluiscano investimenti provenienti dal bilancio dell'UE, dagli Stati membri e dall'industria, a integrazione del Dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri finanziamenti dell'UE.
Coerentemente, gli Stati membri si sono impegnati, nei rispettivi Piani per la ripresa e la resilienza (PNRR), a destinare almeno il 20% alla priorità digitale.
Tra i progetti multinazionali di possibile realizzazione figurano un'infrastruttura di elaborazione dati paneuropea interconnessa, la progettazione e la diffusione di processori a consumo ridotto affidabili di prossima generazione o le amministrazioni pubbliche connesse.
La Commissione sta valutando varie opzioni, tra cui uno strumento specifico per i progetti multinazionali, nell'ambito della bussola per il digitale.
Diritti e principi digitali per i cittadini europei
I diritti e i valori dell'UE sono al centro del modello europeo dell'UE per il digitale, incentrato sulla persona, e dovrebbero trovare pieno riscontro nello spazio online, al pari di quanto accade nel mondo reale.
È per questa ragione che la Commissione UE ha proposto l'elaborazione di un quadro di principi digitali, quali l'accesso a una connettività di alta qualità, a competenze digitali sufficienti, a servizi pubblici e a servizi online equi e non discriminatori, che, più in generale, garantirà che gli stessi diritti applicabili nel mondo offline possano essere pienamente esercitati online.
Tali principi sarebbero discussi in un dibattito pubblico di ampia portata e potrebbero essere sanciti da una dichiarazione interistituzionale solenne del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, che trarrebbe spunto dal Pilastro europeo dei diritti sociali, integrandolo. La Commissione ha proposto anche di monitorare mediante un Eurobarometro la percezione da parte dei cittadini europei del rispetto dei loro diritti digitali.
Un'Europa digitale nel mondo
La trasformazione digitale pone sfide globali. L'UE lavorerà per promuovere la propria agenda digitale positiva e antropocentrica in seno alle organizzazioni internazionali e attraverso partenariati digitali internazionali forti. La combinazione degli investimenti interni dell'UE e dei significativi finanziamenti disponibili nell'ambito dei nuovi strumenti di cooperazione esterna consentirà all'UE di lavorare con partner in tutto il mondo per conseguire obiettivi globali comuni.
La Commissione ha già proposto l'istituzione di un nuovo Consiglio UE-USA per il commercio e la tecnologia. La comunicazione sul Digital Compass 2030 mette in risalto l'importanza di investire nel miglioramento della connettività con i partner esterni dell'UE, ad esempio attraverso la creazione di un fondo per la connettività digitale.
Dai social alle big tech: cosa prevede l'agenda digitale di Biden
Consulta la comunicazione sul Digital Compass 2030