Lazio: ok alla riprogrammazione dei fondi UE per misure antiCovid
Siglata l’intesa tra Regione Lazio e Ministero del Sud e della Coesione che consente di riprogrammare i fondi europei ancora disponibili per affrontare l’emergenza Covid. Si tratta di oltre 645 milioni di euro che andranno in parte al rafforzamento del sistema sanitario regionale e in parte a sostegno di imprese e cittadini.
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E’ stato firmato ieri l’accordo tra il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano che consente di riprogrammare i Fondi europei 2014-2020 in capo al Lazio e ancora disponibili, per reagire alla crisi causata dall'emergenza sanitaria Covid-19.
La riprogrammazione dei fondi UE 2014-2020 nel Lazio
La possibilità di riprogrammare i Programmi operativi dei fondi strutturali 2014-2020 (sia nazionali che regionali) è stata una delle prime misure messe in campo nei mesi scorsi da Bruxelles per affrontare la crisi sanitaria e socio-economica causata dal coronavirus.
Nelle casse di Ministeri e Regioni, infatti, ci sono ancora molte risorse non impegnate che, grazie al via libera dell’UE, adesso possono essere usate per misure anti-covid.
Per questo, dopo l'ok di Bruxelles, il governo italiano nei mesi passati ha proposto alle Regioni (ma anche alle altre autorità nazionali che gestiscono i fondi come i Ministeri) una riprogrammazione delle risorse ancora libere per affrontare l’emergenza Covid, perseguendo due obiettivi fondamentali:
- Da un lato sfruttare l’opportunità offerta dalla Commissione di poter certificare al 100% (per quest’anno finanziario) le spese, con risvolti positivi anche in vista della prossima programmazione pluriennale 2021-2027;
- Dall’altro di usufruire dell’ampliamento (disposto sempre dalla Commissione) degli ambiti di intervento in cui poter impiegare i fondi disponibili, in modo da rispondere all'emergenza.
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Come saranno spesi i fondi europei del Lazio per affrontare la crisi
Questa opportunità è stata colta al volo dalla Regione Lazio che ieri, infatti, ha firmato un accordo con il Ministero della Coesione che permette di usare in funzione anti-Covid 646,20 milioni di euro di risorse europee ancora libere, di cui 290,5 milioni di fondi FSE e 355,71 milioni dal FESR.
A questi, spiega Zingaretti su Facebook, “si aggiungono 333 milioni di premialità per la nuova programmazione: quasi 1 miliardo con cui affrontare le grandi urgenze che stanno a cuore alle persone, soprattutto in una fase così incerta e delicata”.
Risorse importanti, insomma, che saranno destinate ad una pluralità di interventi tra cui:
- 82 milioni per un grande piano di rafforzamento della sanità territoriale, con l’acquisto di tecnologie sanitarie (acceleratori lineari, angiografi, tac, risonanze magnetiche, mammografi), e della sanità digitale;
- 51 milioni per il sostegno alle imprese attraverso il contenimento temporaneo della pressione fiscale e intervenendo in particolare sul secondo acconto IRAP 2020 per le PMI laziali;
- 23 milioni per gli studenti universitari con un intervento per garantire residenzialità e borse di studio;
- Ulteriori investimenti per 156 milioni per, ad esempio: agevolazioni fiscali per digitalizzare le imprese di commercio e artigianato; acquisto di mezzi di trasporto non inquinanti per le imprese; investimenti in cyber security delle imprese; protocolli di sicurezza su Covid per il turismo.
Il nuovo impiego dei fondi europei approvato ieri, comunque, non straccia del tutto le linee guida su cui, in questi anni, sono state investite le risorse UE nel Lazio. Si tratta, piuttosto, di una riprogrammazione “ragionata” che consente da una parte di utilizzare le risorse per contrastare l'emergenza sanitaria ed economica degli ultimi mesi, ma dall'altra di confermare l’impianto della programmazione in corso.
La riprogrammazione dei fondi UE: un gioco di squadra tra Governo e Regione
Il metodo che, in questi mesi, ha portato a programmare oltre 645 milioni di euro ha visto la Regione Lazio in prima fila nello scegliere le priorità su cui investire le risorse. Un lavoro fondamentale e che poteva essere fatto solo a livello regionale, perché basato sulla conoscenza del territorio, del suo sistema socio-economico e dei danni creati dalla pandemia all’interno del Lazio.
Ma si è trattato di un gioco di sponda con il governo e che ha permesso di inserire le priorità regionali all’interno delle linee guida nazionali. “L’effetto complessivo - ha quindi sottolineato Provenzano - è di un incremento degli investimenti pubblici, perché attraverso questo meccanismo abbiamo creato un sistema, grazie a una previsione del decreto Rilancio che è in corso di conversione, per il quale non stiamo definanziando nessun intervento, ma utilizziamo i fondi europei per coprire nuovi interventi sull'emergenza”.
Spendere fino all’ultimo centesimo
La riprogrammazione delle risorse ha anche l’obiettivo di arrivare a spendere tutti i fondi disponibili, anche in vista della nuova programmazione 2021-2027.
Sul punto si è concentrato sempre Provenzano, spiegando come la riprogrammazione dimostra “all'Europa che semplificando e con un certo grado di flessibilità, l’Italia è in grado di spendere i fondi europei e di spenderli bene. Questo ci fa guadagnare credibilità per una trattativa difficile che tutto il Governo in questi giorni sta conducendo a livello europeo”.
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