Fotovoltaico: in arrivo sul mercato nuovi pannelli solari
Nanosolar ha deciso di aprire un’apposita filiale in Germania, dove gli incentivi del governo hanno dato vita ad un vasto mercato per i pannelli solari. In questo paese Nanosolar è in grado di fabbricare ogni anno pannelli per circa 640 megawatts.
Le cellule fotovoltaiche realizzate con il semiconduttore CIGS, composte da rame, indio, gallio e selenio sono da tempo considerate un potenziale rivale per i pannelli tradizionali in silicio. Almeno nei test di laboratorio le batterie CIGS hanno raggiunto un’efficienza paragonabile a quelle in silicio e la loro fabbricazione è molto più economica. Tuttavia si è rivelato difficile sviluppare dei processi di costruzione che mantengano un’efficienza elevata.
Nanosolar afferma di aver risolto questi problemi. In realtà rispetto ai test di laboratorio, che riescono convertire il 20% dell’energia solare in elettricità, le cellule non si sono rivelate altrettanto efficienti, riuscendo a convertire solo il 16,4%. In media, poi, la percentuale scende all’11%. Ma secondo Martin Roscheisen, amministratore delegato di Nanosolar, tutto questo è sufficiente per competere con i tradizionali pannelli solari, anche per merito dei costi ridotti.
La scarsa efficienza rappresenta un problema, anche perché aumentano i costi di installazione: visto che ogni pannello produce meno energia, è necessario montare più pannelli. Aumenterebbero anche i costi necessari ad unificare la potenza prodotta dai pannelli, ma la Nanosolar ha ovviato a questo problema utilizzando dei fogli di alluminio per mettere insieme gli elettroni di tutti i pannelli. Inoltre, a parità di efficienza, questi pannelli sono più grandi rispetto a quelli tradizionali. Per capire la differenza, mentre un pannello tradizionale costruito dalla First Solar, azienda dell’Arizona, produce circa 70 watts, un pannello della Nanosolar è capace di generare 160 watts.
Tuttavia è difficile per la Nanosolar affermarsi sul mercato, soprattutto a causa dell’attuale congiuntura economica e della riluttanza delle banche a finanziarla.
(Alessandra Flora)