Politica di Coesione: Regioni intermedie e fondi dedicati
In seguito alla presentazione dei piani per il budget riguardante il periodo 2014-2020, si è aperto un dibattito acceso tra le varie istituzioni comunitarie, i governi degli Stati membri e le autorità regionali. Fulcro della contesa è la ripartizione degli stanziamenti destinati alla futura Politica Regionale dell’Unione.
La proposta in discussione consisterebbe in un aumento della spesa del 5%, e ha sollevato perplessità da differenti posizioni, in particolare:
- circa l’introduzione della categoria delle “Regioni intermedie”, per la quale ad alcuni appare troppo affrettata la stesura di un elenco delle Regioni ammissibili a finanziamento;
- l’utilizzo di 40 miliardi per le infrastrutture dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni, che ha messo in agitazione le Regioni, preoccupate dalla possibilità di essere estromesse, a favore delle autorità nazionali, dalla possibilità di decidere come allocare le risorse;
- si teme che l’introduzione di fondi dedicati a settori quali il clima, l’energia ed i trasporti inficino il principio di gestione condivisa e i programmi di sviluppo integrati.
František Palko, presidente del think-tank slovacco Economic Policy Institute, prevede che sarà molto difficile per tutti gli Stati membri e le istituzioni raggiungere un accordo sul futuro bilancio dell'UE e ha affermato che proteggere l’attuale quota di finanziamento della Politica Regionale della Slovacchia costituirà priorità assoluta del suo paese nei prossimi negoziati.
Jean-Yves Le Drian, vice-presidente dell’Associazione delle Regioni francesi, ha detto che si vogliono “mantenere i finanziamenti ai livelli attuali. La nostra più grande preoccupazione è che gli stanziamenti per la Politica di Coesione saranno ridotti e alcune Regioni non saranno riconosciute”.