Sisma 2016: aumenta il contributo parametrico per la ricostruzione

Foto di karolina grabowska da pexelsIn attesa della pubblicazione dell’ordinanza che ha aumentato il contributo parametrico per la ricostruzione, dagli uffici del Commissario al sisma arriva una presentazione che entra più nel dettaglio degli aumenti previsti. Obiettivo dell’operazione è evitare ripercussioni sui cantieri dopo la fine della stagione del Superbonus.

Sisma 2016: i contributi CDA, SAE e MAPRE 2025

A spiegare la ratio dell’intervento è stato a fine gennaio lo stesso Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli, a seguito della Cabina di regia che ha approvato l’ordinanza. “Abbiamo lavorato insieme alle Regioni, agli Usr e a tutte le associazioni di categoria, per raggiungere una soluzione adeguata alle necessità della ricostruzione privata, che non deve e non può arrestarsi con la complessa, seppur doverosa, fine dello strumento del Superbonus 110”. “Seppur utile a coprire i costi in eccesso a carico dei cittadini che devono ricostruire”, ha infatti sottolineato Castelli a seguito della Cabina di regia, il Superbonus “ha creato enormi disuguaglianze e alterazioni del mercato, con cui oggi l’intero sistema Paese si trova a fare i conti anche in termini di debito pubblico”.

L’ordinanza sul contributo parametrico è ancora in attesa di pubblicazione, dopo il necessario passaggio alla Corte dei Conti. Tuttavia a inizio settimana, durante un incontro online, Castelli ne ha illustrato più nel dettaglio i contenuti.

L'aumento del contributo parametrico per la ricostruzione sisma

Come già accennato, l'aumento del contributo parametrico nasce dalla necessità di assicurare analoghi livelli di aiuto alla ricostruzione, dopo la fine delle agevolazioni legate all’uso combinato di Superbonus e contributi per la ricostruzione. 

Fino ad oggi, infatti, “il Superbonus era in grado di coprire circa il 20% della quota parte non coperta dal contributo sisma”. Adesso, “l’insieme di maggiorazioni del costo parametrico in Ordinanza, in alcune circostanze, raggiunge allo stesso modo un aumento che va dal 15 al 20%”, spiegano sempre dagli Uffici del Commissario. In questo modo l’operazione ha l'obiettivo “di rivalutare le maggiorazioni per i casi più complessi, a seconda della tipologia di cantiere, di intervento e di zona sismica”.

Gli aumenti previsti nell’ordinanza “sono frutto di un approfondito studio della situazione esistente, e riflettono le reali necessità della cantierizzazione, tenendo in conto tante variabili che in questi anni abbiamo conosciuto e affrontato. Specialmente per quanto riguarda i cosiddetti danni gravi che richiedono un intervento di demolizione e ricostruzione”, ha spiegato Castelli.

Grazie alle slides presentate a inizio settimana, diventa più chiaro il quadro delle maggiorazioni varate. In particolare, le novità toccano anzitutto la tabella 6 “Costi parametrici riferiti ai livelli operativi della Tabella 5” dell’Allegato 5 “Soglie di danno, gradi di vulnerabilità, livelli operativi e costi parametrici per i danni gravi di edifici a destinazione prevalentemente abitativa” del Testo unico della ricostruzione privata. In breve, come emerge dalle slides, per gli edifici con stato di danno pari a L1, L2 e L3 il costo parametrico aumenta del 3%, che diventa il 5% per gli edifici con L4.

Le differenze emergono, confrontando i nuovi massimali con quelli previsti dalla versione originaria contenuta nel Testo unico per la ricostruzione privata

Le modifiche intervengono anche sulla Tabella 7 “Incrementi dei costi parametrici” sempre dell’Allegato 5. Ad esempio, sempre con riferimento agli edifici con L4 che conseguono, nel caso di ricostruzione totale, la classe energetica A a seguito di interventi di efficientamento energetico, è previsto un aumento del 2% della percentuale dell’incremento per tali interventi, che passa infatti dal 10% al 12%.

Nel caso di cantieri disagiati per cause (diverse dalle distanze minime) di oggettiva difficoltà di impostazione e di raggiungimento del cantiere, l’incremento può essere riconosciuto fino al limite del 10%, cumulabile con l’incremento sempre del 10%, per quelli ubicati nei Comuni maggiormente colpiti.

A queste maggiorazioni si affianca, poi, l’introduzione di nuovi incrementi del 10% per la realizzazione di strutture portanti in legno nel caso di demolizione con ricostruzione di edifici con stato di danno L4. Tale maggiorazione, però, non è cumulabile con quella prevista per i solai in legno.

Prevista poi una maggiorazione del 20% nel caso di progettazione volontaria di strutture alberghiere in classe d’uso IV di cui al paragrafo 2.4.2 delle vigenti Norme Tecniche per le costruzioni (D.M. 17 gennaio 2018), e anche nel caso di convitti, collegi e studentati.

A questi si aggiungono poi tutta una serie di altri incrementi che riguardano, ad esempio, gli interventi di ricostruzione su immobili costruiti dopo il 1945 in ambito paesaggistico, equiparandolo a quanto già previsto per le ricostruzioni di immobili ante 1945, oppure gli interventi unitari con livello di sicurezza uniforme che hanno base volontaria, solo per citarne alcuni.

Le slides presentate lo scorso 10 febbraio sono utili, infine, anche perché recano alcuni esempi di calcolo degli incrementi

Consulta le slides del 10.02.2025

Per maggiori informazioni, consulta il Testo unico per la ricostruzione privata

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