Aiuti contro il caro energia: Ufficio parlamentare bilancio, d’ora in poi accento sul risparmio e famiglie più in difficoltà
Nel suo rapporto sulla politica di bilancio dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) un’indicazione chiara al Governo su come orientare gli aiuti contro il caro energia nei prossimi mesi: i nuovi interventi siano più concentrati sulle famiglie maggiormente bisognose e sui obiettivi più ambiziosi di risparmio energetico.
In autunno nuove misure strutturali per le imprese contro il caro energia?
Il Rapporto sulla politica di bilancio dell’Ufficio parlamentare di bilancio esamina le tendenze recenti e le prospettive dell’economia italiana e della finanza pubblica; oltre a approfondimenti tematici che riguardano il nuovo quadro di governance europea, il documento contiene precise indicazioni al Governo sui bonus energia rivolti a imprese e famiglie.
Per contrastare l’impatto dell’aumento generalizzato dei prezzi dei beni di consumo e in particolare di quelli energetici sono stati adottati diversi provvedimenti a partire dalla seconda metà del 2021, proseguiti e in alcuni casi potenziati nel corso del 2022. Si tratta dei crediti d’imposta rivolti alle imprese contro il caro energia e del cosiddetto bonus sociale a sostegno delle famiglie per pagare le bollette di luce e gas dovrebbero essere riorientate.
Nel 2023 le misure di sostegno hanno subito una variazione, ricorda l’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), con la parziale attenuazione della riduzione applicata alle tariffe, che è andata di pari passo al calo dei prezzi dei prodotti energetici.
Guardando al futuro prossimo, data la prevista graduale attenuazione delle tensioni sui prezzi, con un rientro rapido delle componenti energetiche, le misure di aiuto per famiglie e imprese andrebbero quindi calibrate meglio.
Un’indicazione in realtà non nuova e in cui l’Ufficio Parlamentare di Bilancio si allinea sostanzialmente alla Commissione Europea che a marzo, negli orientamenti per le politiche di bilancio 2024, aveva detto chiaramente che le misure a sostegno di imprese e famiglie alle prese con il caro energia dovranno essere gradualmente eliminate, per spostare risorse sugli investimenti per la transizione green.
“Con l’attenuarsi dell’inflazione energetica e il contemporaneo propagarsi dell’aumento dei prezzi alle altre categorie di beni nel corso del 2023, la revisione delle politiche di mitigazione dovrà tenere conto di diversi fattori. In primo luogo, l’effetto sulla spesa della riduzione dei prezzi energetici potrebbe non compensare la crescita indotta dal progressivo ridimensionamento delle misure tariffarie. In secondo luogo, l’inflazione potrebbe risultare più persistente e di conseguenza rendere necessario valutare la riproposizione di alcune delle misure anche nella seconda parte del 2023 per mitigare gli effetti dell’inflazione non energetica”, spiega l’UPB.
E aggiunge dando un’indicazione chiara al Governo: focus sulle famiglie in difficoltà e maggior orientamento degli incentivi al risparmio energetico.
Per dirla con le parole dell’Ufficio parlamentare di bilancio: “è auspicabile che i nuovi interventi siano più decisamente concentrati sulle famiglie maggiormente bisognose al fine di accentuarne il carattere redistributivo, che siano disegnati in modo tale da fornire i necessari incentivi per raggiungere, anche mediante il segnale dei prezzi di mercato, obiettivi più ambiziosi di risparmio energetico e che siano corredati da adeguate coperture finanziarie per non mettere a rischio lo stato dei conti pubblici”.
Un’indicazione che sembrerebbe parzialmente contrastare con l’annuncio dell’avvio in autunno del cosiddetto bonus riscaldamento. Un bonus di cui non si conoscono ancora i dettagli ma che dovrebbe prevedere un contributo in somma fissa rivolto agli utenti domestici qualora il prezzo del gas superi la soglia di 45 euro/MWh, a prescindere dalle fasce di reddito (purché non si abbia già accesso al bonus sociale bollette, rivolto proprio alle famiglie in difficoltà).