Cosa prevede il decreto PNRR 3
In Gazzetta ufficiale la legge di conversione del decreto PNRR ter, che conferma la profonda revisione della governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e l’accentramento di poteri a Palazzo Chigi, che avrà una nuova unità di missione del PNRR cui si affianca una struttura tecnica al Ministero dell’Economia.
La revisione della governance del Recovery Plan è il nodo centrale del decreto PNRR 3, il decreto n. 127 del 24 febbraio 2023, convertito in legge n. 41-2023 pubblicata il 5 maggio in Gazzetta ufficiale.
Il provvedimento accentra i poteri nelle mani di Palazzo Chigi prevedendo l'istituzione presso il Dipartimento per le Politiche europee guidato da Raffaele Fitto, della struttura di missione del Piano, che ha il compito di coordinare le attività di realizzazione dei progetti e diventa così il punto di contatto nazionale per l'attuazione del Piano e i rapporti con le istituzioni di Bruxelles. Il controllo e il monitoraggio della spesa degli interventi PNRR e del Piano Complementare sono invece in capo al MEF. In particolare, le amministrazioni centrali dello Stato sono chiamate ad adottare misure, anche organizzative, finalizzate all'efficientamento dei processi di spesa, di cui dovranno dare conto alla Ragioneria generale dello Stato.
Lo stesso processo di centralizzazione interessa anche la Politica di Coesione, con la soppressione dell'Agenzia per la coesione territoriale e l'accentramento delle competenze in capo a Palazzo Chigi, in particolare al Dipartimento per le politiche di coesione, con un'unità specifica ridenominata “Nucleo per le politiche di coesione” (NUPC).
Per approfondire: Decreto PNRR 3: cambia la governance dei fondi europei e delle risorse FSC
Ma la governance del PNRR e della gestione dei fondi europei non sono gli unici temi al centro del decreto PNRR ter.
Tra le altre novità arriva la possibilità per gli enti locali di stabilizzare i precari assunti a tempo determinato e la possibilità di affidare incarichi di vertice in enti delle amministrazioni centrali a pensionati, previo parere delle commissioni parlamentari.
Tra le misure previste dal decreto PNRR 3 anche norme per far viaggiare più speditamente i lavori del Giubileo e gli impianti di energia rinnovabile.
Sul fronte energia, oltre a una serie di semplificazioni e novità sulle aree idonee, il decreto PNRR ter prevede l’esenzione dalla valutazione di impatto ambientale per una serie di infrastrutture green.
In materia di incentivi per biogas e produzione di biometano, il decreto prevede l’inclusione anche della produzione di biometano tramite gassificazione delle biomasse. Novità anche per il Conto Termico: il decreto prevede, a decorrere dall’anno 2023, un impegno massimo di spesa annua cumulata di 400 milioni di euro per gli interventi da realizzare o realizzati da parte delle amministrazioni pubbliche e di 500 milioni di euro per gli interventi realizzati dai soggetti privati.
Inoltre, il GSE potrà supportare il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica negli investimenti per la transizione ecologica previsti dal PNRR.
Per accelerare la realizzazione degli investimenti PNRR per gli alloggi universitari e gli impianti sportivi, infine, il decreto tira in ballo l’Agenzia del Demanio.
Spunta anche una norma ponte sullo Spid, prevedendo un contributo di 40 milioni di euro ai gestori di identità digitale a fronte di adeguamenti tecnologici per il miglioramento della qualità dei servizi. Via libera anche alla proroga di 24 mesi per certificati, permessi e autorizzazioni per gli interventi per la rete a banda ultralarga.
Il testo del decreto PNRR ter coordinato con la legge di conversione n. 41-2023