Aiuti Quater: le misure per il rilancio della competitività delle imprese
La legge di conversione del decreto Aiuti Quater mette mano anche alle misure che sostengono gli investimenti degli operatori italiani che investono nel capitale di rischio di imprese partecipate da SIMEST al di fuori dell’UE.
Cosa prevede il decreto Aiuti Quater?
Introdotto nel corso del passaggio parlamentare, infatti, l’articolo 14-bis del DL 176-2022 specifica quali soggetti possono effettuare operazioni di finanziamento - ammesse a misure agevolative sotto forma di contributi agli interessi - a sostegno di operatori italiani che investono nel capitale di rischio di imprese partecipate da SIMEST e aventi sede in Paesi non facenti parte dell'Unione europea.
Lo stesso articolo specifica, inoltre, i contenuti della norma di delega delle disposizioni attuative del Fondo di sostegno al venture capital.
Il sostegno agli investimenti all’estero
Nel primo caso, il DL 176-2022 detta le norme finalizzate a sostenere la promozione della partecipazione di operatori italiani a società ed imprese miste all’estero.
Il provvedimento, infatti, specifica che tali operazioni di finanziamento sono accordate da soggetti, italiani o esteri, autorizzati all’esercizio dell’attività bancaria e da intermediari finanziari autorizzati ai sensi del decreto legislativo n. 385 del 1993.
Più nello specifico la misura in questione interviene sulla legge n. 100 del 1990 che prevede che il soggetto gestore del fondo di dotazione del Mediocredito centrale corrisponda contributi agli interessi agli operatori italiani a fronte di operazioni di finanziamento della loro quota (o di parte di essa) di capitale di rischio nelle società o imprese all'estero partecipate da SIMEST e aventi sede in Paesi non facenti parte dell’UE.
Il sostegno alle startup innovative
Il comma 3 dell’articolo 14-bis del DL 176-2022 reca poi delle misure specifiche volte a rafforzare il sistema delle start-up innovative, modificando l’articolo 38, comma 3, del DL 34-2020, il cosiddetto decreto Rilancio.
In pieno Covid, infatti, il decreto Rilancio aveva rifinanziato di 200 milioni di euro per l’anno 2020 il Fondo di sostegno al venture capital.
Risorse destinate a sostenere investimenti nel capitale, anche tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, nonché tramite l’erogazione di finanziamenti agevolati, la sottoscrizione di obbligazioni convertibili, o altri strumenti finanziari di debito che prevedano la possibilità del rimborso dell’apporto effettuato, a beneficio esclusivo delle start-up innovative e delle PMI innovative.
Ebbene, il DL 176-2022 specifica i contenuti della norma di delega delle disposizioni attuative, “chiarendo che è oggetto delle stesse il rapporto di co-investimento tra le risorse con cui il fondo è stato rifinanziato, destinate agli investimenti iniziali, con le modalità individuate al primo periodo dell’articolo 38, comma 3, del decreto legge n. 34 del 2020, da effettuare nel capitale in ciascuna start-up innovativa e piccola e media impresa innovativa”, si legge nel dossier del Senato sulla misura.
Inoltre sempre il decreto Aiuti quater modifica la norma, con il quale viene disposta la misura massima dei soli investimenti iniziali (e non più delle misure agevolative complessive) che ciascuna start-up innovativa e piccola e media impresa innovativa può ottenere, pari a quattro volte l'importo complessivo delle risorse raccolte dalla stessa, con il limite massimo di 1 milione di euro.