Agricoltura: 150 milioni per i primi bandi del PSR Emilia-Romagna 2023-2027
La nuova programmazione di bandi per l’agricoltura in Emilia-Romagna parte con 11 bandi per un totale di 150 milioni di euro. Focus su sostenibilità ambientale, biodiversità, produzione biologica e riduzione dell’impiego di fitofarmaci.
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Oltre 913 milioni di euro. A tanto ammontano i fondi per l’agricoltura assegnati all’Emilia-Romagna per il periodo 2023-2027. Rispetto a quelli del 2014-2020 si tratta di un incremento significativo, di 132 milioni. Cifra che piazza la Regione al primo posto per risorse ottenute fra le Regioni del Centro-Nord.
E’ quanto prevede il Complemento di programmazione per lo sviluppo rurale del PSP 2023-2027, il documento di programmazione delle risorse FEASR assegnate alla Regione nell'ambito del Piano strategico PAC.
Quanto vale il PSR Emilia Romagna 2023-27?
Complessivamente, la Regione potrà contare su 913,2 milioni di euro, così suddivisi: quasi 372 milioni di fondi europei, 379 milioni di finanziamento statale e 162,5 milioni a carico del bilancio regionale.
Un risultato reso possibile, oltre che dal superamento del criterio dei parametri storici di riparto, dalla maggiore quantità di fondi europei ottenuta nel periodo di transizione 21-22 e dal maggiore cofinanziamento nazionale (sia statale che regionale), per il periodo 2023-2027.
In estrema sintesi, gli elementi alla base del riparto delle risorse per lo sviluppo rurale 2023-2027 sono l’utilizzo di nuovi parametri che hanno consentito di migliorare la posizione regionale, in particolare nei confronti delle aree del Centro Nord e il superamento del criterio storico, l’introduzione di strumenti di perequazione per attenuare la riduzione di risorse a disposizione delle Regioni del Centro Sud, la variazione della percentuale di cofinanziamento comunitario con conseguente maggiore impegno a carico delle risorse statali, ma anche regionali.
Obiettivi e priorità del PSR dell'Emilia-Romagna 2023-2027
La programmazione regionale delle risorse FEASR prevede tre aree principali di intervento: competitività, sostenibilità ambientale e sviluppo equilibrato dei territori. Più una priorità trasversale che riguarda la sfida digitale in agricoltura e l’innovazione nelle aree rurali che interessa tutti i capitoli del Programma.
Competitività dell'agricoltura: sostegno per innovazione, export, filiere
Alla competitività del settore agricolo emiliano-romagnolo vanno oltre 286 milioni di euro, il 31,33 % del totale, di cui 176 milioni per investimenti che attiveranno interventi privati per altri 216 milioni di euro.
Competitività significa sostanzialmente dare vita a un settore agricolo sempre più adattabile e diversificato, per poter garantire la sicurezza alimentare a lungo termine. Previsti interventi per:
- migliorare la redditività delle imprese e sostenere innovazioni nelle produzioni,
- potenziare le filiere agricole e forestali regionali, rafforzando gli strumenti di aggregazione;
- sostenere una maggiore apertura dell'agricoltura regionale all'estero, con azioni di sostegno all'export e di internazionalizzazione;
- sviluppare la filiera corta e i mercati locali;
- sostenere le aree montane o svantaggiate e le imprese agricole nel fronteggiare i rischi legati alle avversità in generale e non solo legate al cambiamento climatico.
Sostenibilità ambientale: aiuti per il biologico, per ridurre le emissioni delle aziende agricole e per far fronte alla siccità
La sostenibilità ambientale può contare su una dotazione di oltre 404 milioni di euro, pari al 44,25% delle risorse totali, di cui 326 milioni per interventi a superficie o a capo e oltre 77,7 milioni per investimenti di natura ambientale che attivano oltre 26 milioni di investimenti privati.
Le azioni riguardano la protezione ambientale in linea con gli obiettivi del Patto per il lavoro e clima e con gli obiettivi dell'Unione europea. Sono previsti interventi per tagliare l’impiego della chimica e favorire metodi di agricoltura biologica e integrata, investimenti per ridurre le emissioni nei processi produttivi agricoli, in particolare nel settore zootecnico.
Previsti anche interventi nei sistemi irrigui aziendali ad alta efficienza e capacità di stoccaggio della risorsa idrica e ottimizzazione dell’uso delle acque. Significativi poi gli interventi per la salvaguardia del patrimonio forestale e animale e per ridurre gli impatti sulla biodiversità.
Sviluppo equilibrato dei territori: contributi per giovani agricoltori e progetti di sviluppo locale
Per la terza priorità del piano, lo sviluppo equilibrato dei territori, le risorse ammontano a oltre 149 milioni di euro, pari al 16,32% delle risorse totali. Obiettivo: rafforzare il tessuto socioeconomico delle zone rurali e rispondere alle preoccupazioni sociali, in sinergia con le Strategie territoriali per le aree interne e montate (STAMI).Gli interventi programmati vanno dal favorire il ricambio generazionale nelle aziende, con l’ingresso di giovani agricoltori professionalizzati, agli investimenti per servizi a favore della popolazione rurale e per aumentare l’attrattività per i giovani, fino al contrasto dello spopolamento in aree montane e interne e ai progetti di sviluppo locale con partenariati pubblico-privati.
Le azioni per sostenere l'innovazione e digitale in agricoltura e nelle aree rurali sono trasversali a tutte le aree di intervento. Vanno sotto l’etichetta di Akis (Agricultural knowledge and innovation system) e hanno un budget complessivo di circa 51 milioni di euro, pari al 5,58% delle risorse totali. Si tratta di interventi per promuovere e condividere conoscenze, innovazione e processi di digitalizzazione nell’agricoltura e nelle aree rurali incoraggiandone l’utilizzo.
Previste infine spese tecniche per il funzionamento dello Programma di sviluppo rurale, che valgono il 2,5% della spesa complessiva.
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I bandi per l’agricoltura nel 2023
I primi bandi pubblicati dalla Regione Emilia-Romagna per il 2023 valgono complessivamente 150 milioni di euro. Si tratta di 11 bandi con focus su sostenibilità ambientale, biodiversità, produzione biologica e riduzione dell’impiego di fitofarmaci.
In comune i primi bandi dedicati al mondo agricolo nel 2023 hanno la scadenza per presentare le domande, fissata al 15 marzo.
I temi dei bandi:
Produzione integrata
Il bando da 10 milioni dedicato alla produzione integrata si rivolge agli agricoltori singoli o associati e agli enti pubblici gestori di aziende agricole che si impegnano ad adottare le disposizioni tecniche, indicate nei Disciplinari di Produzione Integrata, che introducono pratiche agronomiche e strategie di difesa delle colture dalle avversità, in particolare nella gestione del suolo, nella fertilizzazione, nell’uso dell’acqua per irrigazione e nella difesa fitosanitaria delle colture.
Per saperne di più consulta la scheda di sintesi del bando
Tecniche di lavorazione ridotta dei suoli
Favorire la conservazione del suolo attraverso la diffusione di tecniche di coltivazione che ne minimizzino il disturbo e favoriscano il miglioramento della sua fertilità. E’ l’obiettivo del secondo bando attivato dalla Regione, rivolto anche in questo caso ad agricoltori singoli o associati e agli enti pubblici gestori di aziende agricole.
Il passaggio da abituali lavorazioni profonde del terreno a tecniche di non lavorazione consente infatti di contrastare in modo efficace il degrado dei suoli, migliorandone la struttura e la resistenza all’erosione e al compattamento, nonché di ottimizzare l’uso delle riserve fossili e contrastare la riduzione della sostanza organica.
150mila euro a disposizione per il bando. Il sostegno previsto è di 350 euro per ettaro di superficie.
Per saperne di più consulta la scheda di sintesi del bando
Apporto di sostanza organica nei suoli
Il bando, che può contare su un budget di quasi 900 mila euro, prevede un pagamento per i beneficiari che si impegnano a migliorare le caratteristiche strutturali e chimico-fisiche dei suoli agricoli mediante l’apporto e il mantenimento diretto di sostanza organica.
Possono beneficiare degli aiuti regionali, fino a 180 euro per ettaro, gli agricoltori singoli o associati e gli enti pubblici gestori di aziende agricole.
Per saperne di più consulta la scheda di sintesi del bando
Conversione seminativi a prati e pascoli
Agricoltori singoli o associati, Enti pubblici gestori di aziende agricole e altri gestori del territorio sono i beneficiari del bando, da 100 mila euro, dedicato alla conversione delle superfici a seminativo in prati polifita avvicendati.
Per le superfici convertite, gli impegni prevedono l’esclusione della lavorazione del terreno, dell’uso di fertilizzanti chimici di sintesi, di diserbanti e di altri prodotti fitosanitari e il divieto dell’uso di fanghi di depurazione e di digestati. Gli impegni sono finalizzati alla tutela delle acque dall’inquinamento, alla conservazione e ripristino della fertilità dei suoli, alla riduzione delle emissioni di ammoniaca.
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Gestione prati e pascoli permanenti
Prati e pascoli sono al centro anche di un altro bando, da 800 mila euro, con focus sulla gestione sostenibile di queste aree per favorire la biodiversità, proteggere il suolo e la qualità delle acque e migliorare la resilienza agli eventi metereologici estremi.
Possono beneficiare degli aiuti previsti dal bando (pari a 150 euro per ettaro di superficie):
- agricoltori singoli o associati,
- enti pubblici gestori di aziende agricole,
- altri gestori del territorio,
- soggetti collettivi nell’ambito dell’intervento di cooperazione, formati da soggetti che rientrano tra quelli elencati sopra.
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Impegni specifici per la riduzione delle emissioni di ammoniaca di origine zootecnica e agricola
Il focus di questo bando, da 225 mila euro, è la diffusione di pratiche agronomiche di distribuzione degli effluenti di allevamento e dei digestati attraverso l’adozione di tecniche a bassa emissività.
Il bando si rivolge agli agricoltori singoli o associati e agli enti pubblici gestori di aziende agricole e prevede un sostegno di 100 euro per ettaro di superficie.
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Allevatori e agricoltori custodi dell’agrobiodiversità
Due bandi da oltre 320 milioni di euro sono dedicati alla tutela dell’agrobiodiversità.
Il primo guarda all’allevamento con l’intento di tutelare la biodiversità animale, sostenendo l’allevamento di animali appartenenti ad una o più razze locali riconosciute a rischio di estinzione o erosione genetica.
Il secondo punta più il faro sull’agricoltura prevedendo aiuti per i beneficiari che si impegnano volontariamente nella conservazione delle risorse genetiche di interesse locale soggette a rischio estinzione o erosione genetica, meno produttive rispetto ad altre specie vegetali e destinate ad essere abbandonate se non si garantisce a questi un adeguato livello di reddito e il mantenimento vitale di un modello di agricoltura sostenibile.
Entrambi gli avvisi sono rivolti ad agricoltori singoli o associati e ad altri soggetti pubblici o privati.
Riduzione dell'impatto dell'uso di prodotti fitosanitari
Applicare tecniche di gestione agronomica volte alla riduzione della deriva dei prodotti fitosanitari e metodi di difesa più evoluti è l’obiettivo del bando destinato ad agricoltori singoli o associati ed enti pubblici gestori di aziende agricole.
A disposizione un budget complessivo che supera 1 milione di euro per aiuti che variano in base all’intervento attivato dai beneficiari, vale a dire: riduzione del 50% della deriva dei prodotti fitosanitari; riduzione dell’impiego dei fitofarmaci contenenti sostanze attive individuate come più pericolose; adozione di strategie avanzate di difesa delle colture basate sui metodi biotecnologici e biologici.
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Ritiro dei seminativi dalla produzione
800 mila euro a disposizione per il bando “Ritiro seminativi dalla produzione”, che prevede un pagamento annuale a favore dei beneficiari che si impegnano volontariamente al mantenimento ed alla gestione sostenibile delle superfici agricole aziendali a seminativo ritirate dalla produzione per l’intero periodo ventennale di impegno.
Il bando è rivolto ad agricoltori e altri gestori del territorio, in entrambi casi in forma singola o associata.
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Pagamento al fine di adottare e mantenere pratiche e metodi di produzione biologica
L’ultimo bando ha il budget più sostanzioso, oltre 15 milioni e mezzo, e si rivolge agli agricoltori, alle associazioni di agricoltori e agli enti pubblici gestori di aziende agricole che si impegnano volontariamente a convertire e a mantenere le superfici coltivate ad agricoltura biologica.
Il sostegno è diversificato in base ai gruppi colturali e al tipo di azione attivata (mantenimento o conversione).