PNRR: l'Italia presenta la richiesta di pagamento della quarta rata

Pnrr - Photocredit: European Union, 2020. Source: EC - Audiovisual ServiceUna decina di giorni fa è arrivato l'ok al pagamento della terza rata di fondi PNRR da 18,5 miliardi. Ora Roma presenta a Bruxelles la richiesta ufficiale per ottenere la quarta rata da 16 miliardi e mezzo, collegata a un'altra richiesta, quella di modificare 10 progetti del Piano, che ha già ottenuto il via libera di Bruxelles.

Il capitolo RepowerEU nel PNRR italiano, cosa prevede 

La quarta richiesta di pagamento dell'Italia, del valore di 16,5 miliardi di euro, riguarda 21 milestone e 7 target del PNRR. La quarta rata è legata a sua volta alla richiesta di rivedere 10 progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

A che punto siamo con le rate PNRR? Facciamo il punto partendo da come si incassano i fondi PNRR.

Come funzionano i pagamenti PNRR?

Nel mese di agosto 2021 la Commissione europea ha erogato il prefinanziamento iniziale da 24,9 miliardi, cioè il 13% delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano. 

Gli esborsi successivi a titolo del Recovery and Resilience Facility dipendono dal rispetto di una serie di target quantitativi e qualitativi.

Obiettivi validati da Bruxelles a fine 2021 attraverso la firma degli Operational Arrangements relativi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia.

Gli Operational Arrangements sono atti formali con i quali sono stabiliti i meccanismi di verifica periodica relativi al conseguimento di milestone e target necessari per il riconoscimento delle rate di rimborso semestrali delle risorse PNRR in favore dell’Italia.

I contenuti degli OA sono stati condivisi a livello tecnico con le strutture PNRR dei singoli Ministeri interessati e sono stati oggetto di negoziato con la Commissione europea.

Formalmente la Commissione europea ha a disposizione due mesi di tempo per adottare il Preliminary Assessment, cioè la valutazione preliminare che deve essere poi trasmessa al Comitato economico e finanziario. Quest'ultimo, a sua volta, deve adottare la sua opinione entro un mese. A quel punto sarà convocata una riunione del comitato di esperti per approvare la decisione definitiva che sbloccherà il primo pagamento.

Rate PNRR, una cronistoria

Prima rata

Il primo passaggio necessario per presentare la domanda di pagamento alla Commissione europea, chiedendo così di accedere alla prima rata di fondi europei, è stato effettutato dall'Italia il 30 dicembre 2021.

Dopo l'erogazione di agosto 2021 di 24,9 miliardi a titolo di prefinanziamento, la prima rata ha un valore complessivo di 24,1 miliardi di euro, con una parte di contributi a fondo perduto pari a 11,5 miliardi e una di prestiti pari a 12,6 miliardi. Ma da questa cifra va detratta, in proporzione, la quota di prefinanziamento (13%) già ricevuta dall’Italia, per una erogazione netta pari a 21 miliardi di euro.

Il 30 dicembre 2021 l'Italia ha presentato alla Commissione europea una richiesta di esborso di 21 miliardi nell'ambito del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF). Richiesta approvata dall'Esecutivo UE il 28 febbraio 2022.

Ad aprile è arrivato il pagamento della prima rata da 21 miliardi (escluso il prefinanziamento), di cui 10 miliardi sotto forma di sovvenzioni e 11 miliardi sotto forma di prestiti.

All'Italia 150 milioni in più di sovvenzioni

Il 30 giugno la Commissione ha ufficiliazzato la notizia del ricalcolo dei fondi NGEU sulla base della crescita del Pil degli ultimi due anni. Inizialmente si attendeva per l'Italia un guadagno di 283 milioni, le sovvenzioni del Next Generation EU corrisposte dall'Unione europea all’Italia salgono invece di circa 150 milioni di euro, passando da 68,9 a 69,041 miliardi.

L'incremento è determinato dal fatto che la crescita italiana è stata, seppur in maniera molto leggera, inferiore alle attese. In caso contrario le sovvenzioni avrebbero subito un taglio. 

Seconda rata

Con il conseguimento dei 45 traguardi e obiettivi fissati per fine giugno 2022 si è sbloccato un altro tassello fondamentale, quello relativo alla seconda rata di fondi PNRR. Il 29 giugno, infatti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha inviato alla Commissione europea la richiesta relativa al pagamento della seconda rata dei fondi.

Si tratta complessivamente di 24,1 miliardi di euro, di cui 11,5 miliardi di contributi a fondo perduto e 12,6 miliardi di prestiti. Ma l'importo effettivo che arriverà nelle casse italiane è minore ed è pari a 21 miliardi di euro, di cui 10 miliardi in forma di grants e 11 miliardi sotto forma di prestiti.

La differenza tra l'importo teorico e quello effettivo è dovuta alla quota che la Commissione trattiene su ogni rata di rimborso, che corrisponde al 13% del prefinanziamento ricevuto ad agosto del 2021.

Come già avvenuto per la prima rata, anche nel caso della seconda tranche l'erogazione delle risorse da parte della Commissione europea segue l’iter di valutazione previsto dai regolamenti UE. Iter concluso con il via libera dell'Esecutivo UE alla richiesta di pagamento italiana della seconda rata di fondi PNRR da 21 miliardi arrivato prima di fine settembre, quindi prima della scadenza del Governo Draghi.

Il via libera definitivo al pagamento della seconda rata è arrivato da parte della Commissione europea l'8 novembre. Pagamento che  segue il prefinanziamento di oltre 24 miliardi avvenuto nel mese di agosto 2021 e il versamento della prima rata di 21 miliardi lo scorso aprile.

I ritardi sulla terza rata

Il raggiungimento deli obiettivi fissati per dicembre 2022, 55 in tutto, ha azionato la macchina per richiedere la terza rata di fondi PNRR. Richiesta inviata dal Governo guidato da Giorgia Meloni il 30 dicembre.

La terza rata vale 21,8 miliardi euro (comprensiva della quota di anticipazione del 13% ricevuta ad agosto 2021 pari a 2,8 miliardi) ma l’importo dovuto, quindi che sarà erogato all'Italia, è di 19 miliardi di euro. Almeno in teoria.

I lavori per lo sblocco di questi fondi hanno richiesto decisamente più tempo del dovuto e l'esame della Commissione europea sui progetti legati a questa rata si è protratto per mesi.

Già a febbraio Bruxelles aveva fatto sapere di voler prendere un mese di tempo in più per dare il via libera alla terza tranche di fondi PNRR chiesta dall'Italia alla fine dello scorso anno. 

La proroga dei tempi per l'esame della documentazione presentata da Roma è legata a motivi tecnici, ovvero alla necessità di verificare la correttezza delle operazioni anche in prospettiva dell'esame del dossier che successivamente sarà compiuto dalla Corte dei Conti europea.

Rispetto a quanto accaduto per le rate precedenti,infatti, i controlli per la terza rata legata al raggiungimento degli obiettivi di fine 2022 si sono complicati. E il 27 marzo una nota di Palazzo Chigi ha ufficializzato la notizia del rinvio dell'esito, dalla scadenza iniziale del 31 marzo alla fine di aprile.

Nel mirino della Commissione europea sono finite tre misure:

  • le concessioni portuali, per le quali la Commissione ha ritenuto necessario un ulteriore approfondimento, proponendo di limitarne la durata massima, così come stabilito dal decreto inviato al Consiglio di Stato il 14 ottobre 2022;
  • le reti di teleriscaldamento, finanziate con 200 milioni dal PNRR, di cui Bruxelles ha messo in dubbio l'ammissibilità con riferimento ad alcuni interventi selezionati attraverso l'avviso del 30 giugno 2022;
  • i Piani Urbani Integrati, approvati il 22 aprile 2022: in questo caso la Commissione ha contestato l'ammissibilità degli interventi relativi al "Bosco dello Sport" di Venezia e allo "Stadio Artemio Franchi" di Firenze.

Dopo mesi di annunci da parte di Roma e Bruxelles circa lo sblocco dell'impasse intorno alla terza rata, la notizia di un effettivo superamento del problema che bloccava l'erogazione dei fondi è arrivata il 20 luglio. L'oggetto del contendere, prima concentrato sulle misure indicate sopra, si è poi spostato sugli alloggi universitari. L’Italia, secondo la Commissione europea, non era riuscita a centrare l’obiettivo quantitativo di aggiungere 7.500 posti letto entro la fine del 2022. Il Governo si è sempre detto convinto del contrario e sul tema si sono arenati per mesi i tecnici di Roma e Bruxelles. 

Il superamento dell'impasse sulla terza rata

Un compromesso è stato raggiunto ufficialmente il 20 luglio, come indicato da una nota di Palazzo Chigi: saltato l’obiettivo quantitativo di creare 7.500 posti letto entro fine 2022, sostituito da un obiettivo qualitativo (l'aver avviato le procedure necessarie, come la pubblicazione delle gare o la concessione delle autorizzazioni), affinché si creino complessivamente 60 mila posti letto universitari in più in Italia entro la fine del 2026. Qualcosa di molto simile, quindi, a quanto fatto nel caso degli asili nido, come spiegato in questo articolo.

L'impasse è stato poi superato anche in fatto di tempi: anziché legare l'obiettivo dei posti letto alla terza rata, quindi a dicembre 2022, è stato traslato nella quarta rata, prendendo così più tempo. 

La nota diramata da Palazzo Chigi ha spiegato che questa modifica non impatterà sull'incasso dei fondi PNRR previsti per il 2023: in accordo con la Commissione, le modifiche proposte non avranno alcun impatto sull'importo complessivo dei pagamenti che l'Italia riceverà nel 2023 con la terza e la quarta rata (per un importo totale di 35 miliardi di euro). La terza rata riguarda 54 obiettivi per 18,5 miliardi di euro, mentre la quarta 28 obiettivi per 16,5 miliardi. Il totale di 35 miliardi di euro previsto dal PNRR nel 2023 sarà incassato per intero.

Il 28 luglio la Commissione europea ha confermato quanto dichiarato 8 giorni prima da Palazzo Chigi, approvando una valutazione preliminare positiva dei 54 traguardi e obiettivi collegati alla terza richiesta di pagamento dell'Italia.

L'11 settembre il Comitato economico e finanziario, l'organismo consultivo del Consiglio composto dai rappresentanti dei i 27 ministeri delle Finanze, ha dato il via libera al pagamento della terza rata da 18,5 miliardi.

I lavori sulla quarta rata

Nel corso della Cabina di Regia sul PNRR del 20 luglio, che ha portato a superare l'ostacolo che bloccava la terza rata, il Governo ha ufficializzato la notizia di aver presentato formalmente la proposta di modifica di 10 obiettivi PNRR legati alla quarta rataProposta che il 28 luglio ha ottenuto una valutazione positiva da parte della Commissione europea e che il 19 settembre ha ottenuto anche l'ok del Consiglio.

Alla luce di questi via libera, il 22 settembre l'Italia ha avanzato alla Commissione europea la richiesta di accedere ai fondi della quarta rata, pari a 16,5 miliardi di euro.

La quarta richiesta di pagamento dell'Italia, del valore di 16,5 miliardi di euro, riguarda 21 tappe fondamentali e sette obiettivi che coprono diverse riforme nei settori dell'inclusione sociale, degli appalti pubblici, nonché misure di follow-up per continuare l'attuazione delle norme già adottate in materia di giustizia e diritto pubblico.