Emilia-Romagna: tre bandi per le aziende zootecniche Parmigiano-Reggiano coinvolte nella crisi
In seguito alla crisi che sta colpendo il comparto lattiero-caseario anche in Emilia-Romagna, per sostenere le aziende del Parmigiano-Reggiano, saranno emanati nelle prossime settimane 3 bandi che mettono a disposizione 5,3 milioni di euro per abbattere il costo del denaro, di cui 1 milione 800 mila per ridurre di 2 punti i tassi di interesse dui finanziamenti a breve termine, 1 milione 500 mila per abbattere fino a un massimo di 3 punti quelli dei mutui per realizzare investimenti e i restanti 2 milioni per aumentare le garanzie offerte dai Consorzi fidi.
Quattro filoni di intervento della Regione: aiuto alle imprese per l´esposizione finanziaria, sostegno ai progetti imprenditoriali innovativi, sostegno alla qualità del latte e del formaggio e promozione sui nuovi mercati.
Inoltre, negli scorsi giorni, il ministro dell’agricoltura ha accolto la proposta avanzata dalle Regioni Emilia-Romagna e Lombardia di differire il pagamento della sesta rata prevista per la regolarizzazione dei prelievi delle quote latte, in scadenza altrimenti al 31 dicembre. Questa misura va in particolare incontro alle esigenze dei 3.200 allevatori dell’Emilia-Romagna che hanno scelto di proseguire la loro attività nel pieno rispetto delle regole.
Sempre per far fronte alla grave crisi di liquidità delle imprese, l’assessorato regionale all’agricoltura ha dato nei giorni scorsi disposizione di anticipare il 70% dei titoli PAC per le aziende che ne hanno diritto. Anche per quanto riguarda i contributi del PSR - Programma regionale di sviluppo rurale, si è deciso di anticipare al momento stesso della concessione dell’aiuto ben il 50% dell’importo rispetto all’attuale 20%.
A queste misure si sono aggiunte nuove risorse per il settore lattiero-caseario pari a 18 milioni di euro, utilizzando risorse rese disponibili nell’ambito dell’attivazione delle misure previste dall’health check: 11 milioni di euro a favore della misura 121 (ammodernamento delle aziende agricole) e 7,8 milioni di euro a favore della misura 123 (accrescimento del valore aggiunto dei prodotti). Con queste risorse che verranno rese disponibili nel 2010 salgono a quasi 72 milioni di euro i finanziamenti pubblici che il Psr 2007-2013 mette a disposizione per il comparto del Parmigiano-Reggiano.
28 milioni di euro saranno erogati attraverso un bando, in scadenza il 16 novembre prossimo, per i progetti di filiera. Sono, invece, già stati erogati tra il 2008 e il 2009 15,3 milioni di euro per l’ammodernamento delle aziende agricole del comparto lattiero-caseario, 3,7 milioni di euro per l’insediamento dei giovani agricoltori e 6 milioni di euro per l’accrescimento del valore aggiunto dei prodotti.
La Regione ha deciso di raddoppiare le risorse a disposizione per il 2009 per la promozione del Parmigiano Reggiano, portando tale cifra a 500 mila euro. A questa si affiancano i finanziamenti che la Regione destina, insieme al Parmigiano-Reggiano anche agli altri prodotti tipici dell’Emilia-Romagna.
Le iniziative a questo riguardo sono molteplici e a tutte partecipa anche il Consorzio del Parmigiano Reggiano: da “Emilia-Romagna è un Mare di Sapori” a “Deliziando” in collaborazione anche con l’ICE e Unioncamere, per ricordarne solo alcune.
Le iniziative a questo riguardo sono molteplici e a tutte partecipa anche il Consorzio del Parmigiano Reggiano: da “Emilia-Romagna è un Mare di Sapori” a “Deliziando” in collaborazione anche con l’ICE e Unioncamere, per ricordarne solo alcune.
Sempre sul fronte della qualità va ricordato che il Ministero delle politiche agricole ha accolto la proposta della Regione Emilia-Romagna di estendere i fondi comunitari previsti dall’art. 68 del Regolamento europeo 79/2009 per sostenere il prezzo all’origine del latte anche al latte di alta qualità destinato alla produzione dei formaggi DOP. Per questo intervento ci sono a disposizione a livello nazionale 40 milioni di euro.
A tali risorse vanno aggiunti 794 mila euro che finanzieranno un’attività di supporto strategico per il miglioramento del processo produttivo, attraverso l’analisi di caseifici "modello" e il trasferimento delle "buone pratiche" ad altri caseifici.