Sacconi: in cantiere un premio alle aziende che rinunciano alla CIG

Credit © European Communities, 2009Nel nuovo pacchetto anticrisi a cui il governo sta lavorando potrebbe esserci un bonus per le aziende che decidono di non ricorrere alla cassa integrazione per i lavoratori o che riammettono i cassintegrati nell'azienda stessa. A lanciare il sasso nello stagno è ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.
Il premio di occupazione andrebbe cioè al datore di lavoro che rinunciasse allo strumento della cassa integrazione o che riammettesse i cassintegrati in azienda. Con meccanismi da studiare, le risorse  finalizzate alla cassa integrazione sarebbero cioè canalizzate nei bonus per le aziende. Al contempo, ha rilevato il numero uno di via Veneto “si può incoraggiare in modo generalizzato la possibilità per un cassintegrato di capitalizzare i sussidi che riceve nel momento in cui vuole intraprendere un'attività autonoma”. Così come, ha concluso il ministro, “dobbiamo trovare modi per favorire i contratti di solidarietà”.
 
L’exploit arriva nel giorni in cui l’Istat (per ironia della sorte anch’esso in mobilitazione a causa dell'agitazione del personale interno). ha diffuso i nuovi sconfortanti dati sulle forze lavoro, secondo i quali l’occupazione in Italia è calata per la prima volta dopo 14 anni. Considerando la popolazione in età compresa tra i 15 e i 64 anni, il tasso di occupazione è sceso dal 58,3 per cento del primo trimestre 2008 all’attuale 57,4 per cento.  A soffrire di più sono i giovani, i lavoratori con un contratto a tempo, i co.co.co., il Mezzogiorno.
 
Sulla quota di 204 mila occupati in meno è il Mezzogiorno a perdere la maggior parte dei posti (-114mila). Il calo dell'occupazione nel primo trimestre del 2009 ha penalizzato soprattutto i giovani a causa  anche della mancata riconferma di 154 mila contratti a termine e della perdita di 107 mila collaborazioni. Gli occupati con meno di 34 anni sono diminuite di 408 mila unità rispetto allo stesso trimestre del 2008. Il tasso di occupazione in questa fascia di età è passata dal 50,4% al 47,9% con una perdita di 2,5 punti percentuali. L’altra faccia della medaglia è l'aumento del mercato del lavoro degli ultra cinquantenni. A causa infatti delle regole più restrittive per andare in pensione di anzianità, gli ultra cinquantenni che lavorano sono 150 mila in più rispetto al primo trimestre dell'anno scorso.
 
Dati che scoraggiano soprattutto coloro che stanno per entrare nel mercato del lavoro o chi da mesi han perso un’occupazione. Si tratta perlopiù di giovani neolaureati. Ma Sacconi si aspettava dati peggiori di questi.  E rivolgendosi ai giovani Sacconi ha affermato: "Accettate tutti gli impieghi disponibili. Deve fare riflettere gli italiani sul fatto che continuano ad esserci lavori rifiutati”.
 
Apprensione, invece, da parte di Renata Polverini, segretario generale dell'Ugl: "I dati sull'occupazione ci preoccupano fortemente. La crisi sta scaricando i suoi effetti più pesanti sul lavoro e bisogna accelerare nuove misure e riforme per evitare di trovarci alla fase di ripresa, quando arriverà, con ancora maggiori difficoltà".
 
Mentre Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, teme “un peggioramento di questi dati”, ma comunque sottolinea che “Gli imprenditori italiani stanno licenziando meno dei loro colleghi europei”, per Cesare Damiano (PD), li giudica “allarmanti”.
 
Nel dibattito internazionale, in questi giorni, è emersa tra gli economisti l’ipotesi di un rischio più grande: credere che la crisi stia finendo, alla luce dei nuovi dati sulla disoccupazione mondiale, che gradualmente stanno migliorando (dal ritmo di 600 mila posti di lavoro persi ogni mese durante lo scorso inverno negli Stati Uniti ai 350 mila riscontrati lo scorso maggio). Consideriamo di nuovo il sistema americano, dove le indennità di disoccupazione sono deboli e di breve durata. Il sistema di protezione sociale statunitense sarà messo duramente alla prova da qui al 2011. Ecco perché appare all’orizzonte lo spauracchio di una ricaduta. Accanto allo scenario di una “ripresa a U”, con l’economia che torna finalmente in superficie dopo aver toccato il fondo, emerge uno scenario alternativo “a W”, in cui è prevista una ricaduta.
(Alessandra Flora)