Cassa Depositi e Prestiti: 13 miliardi di euro alle Pmi
Ammonta a 13 miliardi di euro lo stanziamento massimo con cui la Cassa Depositi e Prestiti intende dare ossigeno alle piccole e medie imprese. Lo ha affermato l’amministratore delegato della Cdp, Massimo Varazzani, annunciando che, all'interno del pacchetto, un plafond di 5 miliardi di euro è riservato alle banche che si impegneranno nei confronti delle Pmi, “ad un tasso di interesse di mercato ma comunque interessante”.
Entrando nel dettaglio, le risorse a disposizione derivano dagli 11 miliardi di risparmio postale e da 2 miliardi del plafond messo a disposizione dalla Bei (Banca europea degli investimenti). Tra gli 11 miliardi del risparmio postale le risorse derivano da un fondo rotativo dotato di 6 miliardi, di cui ne sono stati utilizzati solo 2 e di cui ne rimangono quindi 4, da un altro fondo rotativo per gli interventi regionali, dotato di altri 2 miliardi, e dagli altri 5 miliardi del plafond per le banche e vincolato alle Pmi.
Non soltanto sull’onda della crisi, ma nell’ambito di un progetto preesistente, la Cassa Depositi e Prestiti ha costituito recentemente la “CDP Investimenti SGR Spa”, la società di gestione del risparmio che intende dare impulso anche in Italia al settore dell’edilizia residenziale locativa a canone calmierato (il cosiddetto social housing).
Il capitale della società, pari a 2 milioni di euro, è detenuto da CDP per una quota di maggioranza pari al 70%. Partecipano con il 15% ciascuna l’Associazione delle Fondazioni bancarie (Acri) e l’Associazione delle Banche (Abi), entrambe interessate a supportare Cassa nell’attività di edilizia sociale. La SGR, una volta ottenuto il via libera della Banca d’Italia, gestirà un fondo che partirà con una dotazione di almeno un miliardo di euro. Le quote del fondo saranno sottoscritte da CDP ed altri investitori istituzionali. La SGR parteciperà, assieme al mercato, alla procedura di sottoscrizione di una quota del fondo da parte del ministero delle Infrastrutture.
Il fondo opererà su tutto il territorio nazionale acquisendo quote significative, ancorché di minoranza, di fondi immobiliari di social housing su base locale, nei quali potranno investire fondazioni di origine bancaria, enti locali, privati: questo sistema garantirà da un lato la tutela degli interessi pubblici coinvolti, dall’altro il coordinamento delle singole iniziative locali finalizzato a un adeguato impiego di capitali su tutto il territorio italiano per la realizzazione di immobili di edilizia residenziale sociale.
L’iniziativa rientra nel piano nazionale di edilizia abitativa varato dal governo, il cosiddetto “Piano Casa”, che prevede l’utilizzo di fondi immobiliari chiusi e la partecipazione di soggetti pubblici e privati ai progetti. L’obiettivo è quello di realizzare circa 20.000 unità residenziali, in risposta al disagio abitativo nazionale per i cittadini che non riescono a sostenere i prezzi di mercato come i nuclei familiari monoreddito, le giovani coppie in difficoltà economica, anziani in condizioni sociali o economiche svantaggiate, studenti fuori sede, immigrati regolari in condizione di disagio economico.
(a cura di Alessandra Flora)