Caldaie, nella Manovra incentivate anche le "tradizionali"

Foto di Thomas Breher da Pixabay Il ddl di Bilancio prolunga la vita alle nuove installazioni di caldaie “tradizionali” alimentate a gas. Lo fa per tutto il 2025, nonostante la direttiva europea Case green lo proibirebbe e contrariamente a quanto previsto dal Piano strutturale di Bilancio inviato nelle scorse settimane a Bruxelles. La normativa europea prevede delle eccezioni che, secondo fonti del governo, potrebbero costituire l’ombrello di legalità entro cui inserire la norma in manovra senza incorrere in infrazioni, ma occorrerebbe una modifica all'articolo 8 durante l'iter parlamentare che inizierà nei prossimi giorni. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. 

Cosa prevede l’Unione Europea con la direttiva Case Green per le caldaie

Il disegno di legge di Bilancio, all’articolo 8, rimodulando l'Ecobonus, di fatto allunga la vita agli incentivi per le caldaie "tradizionali", cioè alimentate a gas, che quindi sono prolungati anche per il 2025. Quindi sarà possibile usufruire delle detrazioni anche per chi intende cambiare una caldaia vetusta con una alimentata ancora a gas. La norma è contenuta nell’articolo che comporta un decalage per l’Ecobonus, con una revisione delle aliquote che ha cancellato la detrazione al 65%, facendola passare al 50% per le prime case e al 36% per le seconde. Aliquote che nel 2026 e nel 2027 diventeranno, rispettivamente, 36% per le prime case e 30% per le seconde. 

Legge di Bilancio: le regole per l'Ecobonus 2025

La legge di Bilancio ha rimodulato l'Ecobonus, l’agevolazione destinata a tutti gli interventi previsti per l’efficientamento energetico come il cappotto termico, la sostituzione degli infissi, la sostituzione della caldaia, le pompe di calore, eccetera.

La misura è rimodulata nelle aliquote, con un decalage progressivo e con una differenza importante tra prima casa e le altre abitazioni. Per le prime case prevede nel 2025 un’aliquota del 50%, per le seconde case si parte invece dal 36%. Aliquote che nel 2026 e nel 2027 diventano, rispettivamente, 36% per le prime case e 30% per le seconde. Stesso discorso  - e stesso decalage - vale anche per gli interventi necessari a ridurre il rischio sismico, il cosiddetto Sismabonus.

Dal punto di vista dei contenuti, invece, non ci sono cambiamenti previsti. Gli interventi ammessi oggi continueranno ad essere compresi anche nei prossimi anni. 

Caldaie a gas incluse nelle detrazioni Ecobonus

La norma, così come scritta, non esclude le caldaie a metano e quindi va in contrasto con la direttiva europea Case green: l’articolo 17 comma 15 della norma EPBD entrata in vigore a maggio, infatti, stabilisce che dal 1° gennaio 2025 non si potranno più fornire incentivi di alcun tipo per l’acquisto, l’installazione e la messa in funzione di caldaie autonome alimentate a combustibili fossili.

La formulazione della direttiva è frutto di un compromesso: infatti il divieto assoluto di installarle scatterà dal 2040, mentre da gennaio saranno vietati gli incentivi fiscali, che restano solo per gli impianti ibridi, cioè per quelli che abbinano il generatore a gas a uno a pompa di calore. 

Per le caldaie a gas spesi 4,2 miliardi nel 2022

La norma ha già suscitato malumori. Dure le parole di Stefano Ciafani, presidente di Legambiente: «Nonostante la direttiva Case Green avesse imposto lo stop a questi sussidi a partire dal 2025, il Governo Meloni decide di proseguire facendo spendere al nostro Paese risorse che potevano essere utili per altri scopi, tra i quali un maggior sostegno proprio all'elettrificazione dei consumi domestici liberando le famiglie da una fonte fossile e climalterante. Basta pensare che nel 2021 l'Italia ha speso almeno 3,2 miliardi di euro a sostegno dell'installazione di nuove caldaie a gas a condensazione, risorse che nel 2022 salgono a 4,2». Insomma - è la posizione dell'associazione - con la legge di Bilancio si abbassano gli sgravi per gli interventi di efficienza energetica, parificandoli a quelli dei lavori edilizi “semplici”, e si continuano a finanziare le caldaie a gas.

Direttiva case green e caldaie: l'eccezione in caso di povertà energetica

La direttiva europea prevede, tuttavia, un’eccezione nel caso in cui l’incentivo sia legato a una norma di contrasto alla povertà energetica, anche se si dovrebbe sostenere più il prezzo al consumo per le famiglie vulnerabili che prevedere una detrazione fiscale.

L’articolo 8 della legge di Bilancio non prevede tetti reddituali che, però, potrebbero essere inseriti in fase di dibattito parlamentare. Alcune fonti governative lo lascerebbero palesare perché, viene detto, è necessario non incorrere in una procedura d'infrazione europea. Nei prossimi giorni inizierà l'iter di discussione in Commissione Bilancio alla Camera e si capirà subito se si sta studiando un escamotage per ovviare alla scure europea.