Il Brevetto unitario europeo sta avendo successo
A partire dal 1° giugno 2023 (data di entrata in vigore del nuovo strumento), le richieste mensili di brevetto unitario europeo sono aumentate notevolmente, passando dalle 376 di maggio alle 2.244 di luglio. Si conferma in questo modo l'attrattività del nuovo meccanismo che facilita la tutela della proprietà intellettuale in Europa, diminuendo di molto i costi sostenuti dalle imprese.
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A pubblicare i dati è stato l’Ufficio europeo per i brevetti (UEB) che, a un mese e mezzo di distanza dall'avvio del sistema brevettuale unitario, ha pubblicato una dashboard interattiva che fornisce una serie di informazioni in tempo reale sull'andamento del nuovo sistema brevettuale, tra cui il numero di domande depositate, i paesi di provenienza, i settori tecnologici maggiormente coinvolti e le lingue in cui i brevetti sono tradotti.
In questo modo l’Ufficio europeo per i brevetti attua una grande operazione di trasparenza che, oltre a confermare l'utilità dello strumento, consente di analizzare in tempo reale l’evoluzione delle dinamiche di tutela brevettuale in Europa.
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Che cos’è il brevetto unitario europeo
Il sistema brevettuale unitario costituisce uno sportello unico per la registrazione e il rispetto dei brevetti in Europa, grazie al quale si riducono i costi, la burocrazia e gli oneri amministrativi per gli innovatori, in particolare per le piccole e medie imprese.
Sostituendo un complesso mosaico di disposizioni legislative e procedure nazionali in materia di brevetti, tale sistema pone fine alle più costose prescrizioni nazionali di convalida previste per i brevetti europei, consentendo alle imprese e agli altri innovatori di ottenere un singolo brevetto "unitario" per le loro invenzioni, valido in tutti gli Stati membri partecipanti.
Il sistema brevettuale unitario è sostenuto anche dall'istituzione del nuovo Tribunale unificato dei brevetti (TUB) che, essendo competente per i brevetti unitari e per quelli europei esistenti, permette d’ora in avanti alle imprese di far valere i loro diritti di brevetto in modo più efficace, consentendo loro di presentare un'unica azione dinanzi al TUB in sostituzione delle diverse procedure parallele che finora dovevano essere portate avanti dinanzi agli organi giurisdizionali nazionali.
Come funzionava prima la tutela dei brevetti in Europa?
Come già accennato, il nuovo sistema brevettuale unitario europeo è entrato in funzione dal 1° giugno 2023. Le sue origini, però, risalgono ai primi anni 2000 quando la Commissione europea ha presentato le prime proposte di quelli che sono diventati i due attuali regolamenti dell'UE su cui si basa il sistema brevettuale unitario. Da quel momento ci sono voluti però oltre vent’anni per arrivare alla sua attuale forma evolutiva.
Fino a prima del 1° giugno 2023, infatti, per proteggere un'invenzione in Europa le imprese, i centri di ricerca o gli innovatori potevano agire essenzialmente in due modi: o mediante un brevetto nazionale (concesso dalle competenti autorità nazionali in materia di proprietà intellettuale); o tramite un brevetto europeo concesso dall'Ufficio europeo brevetti che permetteva di presentare un'unica domanda centralizzata di concessione del brevetto al fine di ottenere - negli Stati membri dell'UEB da lui designati - i medesimi diritti che sarebbero derivati da un brevetto nazionale ottenuto negli stessi Stati.
Si trattava, però, di un sistema con diversi limiti. Una volta ottenuto, infatti, il brevetto europeo doveva essere convalidato in ogni Stato in cui lo si voleva far valere. Un processo complesso e potenzialmente molto costoso, visto che i requisiti di convalida differivano tra i vari Paesi e potevano portare ad elevati costi (diretti e indiretti) che in buona sostanza dipendevano soprattutto dal numero di Paesi in cui il titolare intendeva convalidare il brevetto europeo. A questi, si aggiungevano poi altri limiti, come l’assenza sia di una procedura centralizzata di mantenimento in vita del brevetto, sia di rimedi giurisdizionali in caso di controversie, che rimanevano quindi di competenza nazionale. Il risultato ultimo di questa situazione è stato quindi che molte imprese hanno preferito tutelare il brevetto in un numero ridotto di mercati, mettendo a rischio la propria competitività.
Per ovviare a ciò l’UE ha quindi iniziato a lavorare ad un brevetto unitario europeo che assicurasse procedure più snelle ed più economiche ed un livello di tutela maggiore, insieme anche all'istituzione di un Tribunale unificato dei brevetti (TUB) per la composizione delle controversie.
Considerando gli interessi in gioco e le differenti sensibilità, il sostegno dei Paesi UE al nuovo sistema unitario brevettuale europeo è arrivato lentamente. Ad esempio l'Italia all'inizio si era opposta al regime di traduzione proposto (utilizzare una delle lingue ufficiali dell'UEB, vale a dire inglese, francese o tedesco) e aveva presentato ricorso alla Corte di giustizia dell'UE non giudicando compatibile la cooperazione rafforzata in materia con il diritto dell'UE. La modifica della posizione italiana è quindi arrivata solo nel 2015, dopo la pronuncia non favorevole della Corte.
Alla luce delle resistenze di molti Stati membri, Bruxelles ha quindi deciso di attivare la cooperazione rafforzata, una procedura prevista dal Trattato di Lisbona che consente ad almeno 9 Stati membri di raggiungere determinati obiettivi qualora questi non possano essere conseguiti entro un termine ragionevole dall'UE nel suo insieme.
In questo modo si è arrivati al 1° giugno 2023, data a partire dalla quale è entrato in funzione il nuovo sistema brevettuale unitario che ad oggi coinvolge 17 stati, tra cui le principali economie europee e cioè Germania, Italia e Francia.
Come si ottiene il brevetto unico europeo?
La prima fase della procedura per ottenere un brevetto unitario consiste nel depositare una domanda di brevetto europeo presso l'UEB che, una volta esaminata la richiesta ed in caso di esito positivo, determina la concessione di un brevetto europeo. Si tratta di una fase che esisteva già prima e che non è cambiata.
Le novità arrivano invece dopo la concessione del brevetto europeo. Entro un mese da tale concessione, infatti, il titolare del brevetto può chiedere all'UEB di concedere un effetto unitario negli Stati membri partecipanti. Allo stesso tempo, il titolare del brevetto europeo può anche convalidarlo in altri paesi che non rientrano nel sistema brevettuale unitario, secondo le procedure nazionali attualmente già applicabili, a seconda della copertura geografica prevista.
Il risultato ultimo è che dal 1° giugno 2023 le imprese e gli innovatori europei hanno a disposizione uno strumento più potente e più economico per tutelare i propri brevetti. I calcoli arrivano direttamente da Bruxelles. Grazie al sistema brevettuale unitario, infatti, un brevetto unitario costerà meno di 5mila euro in tasse di rinnovo nell'arco di 10 anni, invece dei circa 29mila euro pagati fino a poco tempo fa.
Inoltre, grazie all'istituzione del nuovo Tribunale unificato dei brevetti (TUB) le imprese e gli innovatori adesso possono contare su una maggiore certezza giuridica, eliminando il rischio di decisioni divergenti negli Stati membri partecipanti, in quanto un'unica azione dinanzi al TUB sostituirà diverse procedure parallele dinanzi agli organi giurisdizionali nazionali.
Complessivamente il nuovo sistema diventa un’ulteriore gamba su cui si poggia la competitività dell’UE. Offrendo ad inventori ed imprese un modo più semplice e più efficace per proteggere e far rispettare la proprietà intellettuale nell'UE, infatti, il nuovo sistema brevettuale unitario dovrebbe essere in grado di stimolare l'innovazione, favorendo la competitività del sistema produttivo europeo ed aiutando ad attrarre investimenti esteri grazie ad un quadro giuridico semplice, economico ed efficace.
Foto di Miguel Á. Padriñán da Pixabay