In Sardegna la nuova Silicon Valley italiana
Ammontano a 200 milioni di euro gli investimenti complessivi -anche attraverso il cofinanziamento - che nel 2010 la Regione Sardegna ha destinato al settore della ricerca scientifica e universitaria, ponendo l’accento sull’astrofisica, la biomedicina e l’agroalimentare. Per fare il punto sui bandi e quantificare l’intervento, il governatore della Regione, Ugo Cappellacci, ha convocato il gotha della stampa locale e nazionale.
L’obiettivo è promuovere un evento chiave per sviluppo della Sardegna, ma non solo: la prima conferenza regionale per la ricerca e l’innovazione (Cagliari, 21-22 settembre con diretta streaming), che segue un percorso ideale iniziato con la conferenza regionale per il credito, lo scorso gennaio. Secondo Cappellacci, infatti: “la ricerca e l’innovazione sono fattori che nei momenti di difficoltà possono incidere sulla competitività dei sistemi e trasformare un limite in opportunità”. Le risorse a disposizione provengono dal PO FESR Competitività: 185 milioni di euro; dal PO FSE Alta Formazione: 93 milioni di euro; dai Fondi Regionali, attraverso la Legge Regionale n°7/2007 ("Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna") con 25 milioni di euro messi a disposizione per il 2009 e 35 milioni per il 2010.
Cappellacci ha ricordato che per il 2010 la Regione ha incrementato di 6 milioni il fondo unico per l’università, portandolo così a 19 milioni di euro. Finora, poi, 630 giovani ricercatori hanno potuto beneficiare di borse di studio, ognuna pari a 70 mila euro. C’è tempo fino ad ottobre, invece, per partecipare al bando pubblicato a luglio per progetti di ricerca in biotecnologie, biomedicina , ICT e beni culturali. “Bene la collaborazione tra Stato, Regioni e privati sul terreno della ricerca scientifica e dell'innovazione”. Con queste parole il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, ha indicato nel sistema creato dalla Sardegna un modello valido per tutta l'Italia. “Quello sardo – ha spiegato in un’intervista al Giornale il ministro - rappresenta un modello da seguire "perché interpreta correttamente il nuovo modo di intendere la ricerca”.
Sempre più innovativa, sempre più green. In questi giorni è emerso il no dell’amministrazione regionale sarda alla costruzione di centrali nucleari sull’isola. “La contrarietà al nucleare non é una scelta ideologica – ha affermato Cappellacci - è la ferma volontà di imboccare un'altra strada: quella di un modello di sviluppo che punti sulla valorizzazione del paesaggio, sul turismo, sulle energie rinnovabili e sulla green economy. Un modello che crei occupazione senza chiedere ancora una volta alla nostra Isola pesanti sacrifici ed un tributo, anche in termini di immagine, che non siamo più disposti a pagare”.
Parallelamente, la Sardegna ha compiuto un passo in avanti verso la modernizzazione della pastorizia e delle aziende agro-zootecniche. Si velocizzano, infatti, i tempi per installare il fotovoltaico in stalle, serre e in altri fabbricati rurali. La Regione recepisce la normativa contenuta nel decreto sul Conto energia 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 24 agosto scorso, che prevede che per tutti gli edifici agricoli (già esistenti o nuovi) sia sufficiente presentare una Dichiarazione di inizio attività nel Comune in cui sarà realizzato l’intervento di installazione dei pannelli fotovoltaici. Prima era necessaria una procedura che coinvolgeva anche altri enti - tra cui la stessa Regione - implicando tempi lunghi per gli imprenditori agricoli. Questa semplificazione normativa potrà avere da subito effetti positivi sulle 18mila imprese suinicole, le 7 mila di bovini da carne e anche le 3mila del settore avicolo della Sardegna.