Bilancio Ue - riesame QFP 2014-2020, in arrivo fondi aggiuntivi
Con il riesame intermedio del Quadro Finanziario Pluriennale le risorse per il periodo 2014-2020 aumentano di quasi 13 miliardi di euro.
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Un pacchetto di risorse aggiuntive da 6,3 miliardi per gli investimenti a sostegno della crescita e dell'occupazione e per fronteggiare la crisi migratoria, senza toccare i massimali concordati nel 2013, che difficilmente gli Stati membri sarebbero disposti a rivedere al rialzo, e limitandosi a sfruttare alcune riserve di bilancio. Questa la proposta di riesame di medio termine del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2014-2020 presentata dalla Commissione europea, in coincidenza con il discorso sullo Stato dell'Unione.
Se si conteggiano anche gli aumenti previsti dal progetto di bilancio 2017, pari a circa 1,8 miliardi di euro, e quelli connessi al'adeguamento tecnico delle dotazioni per la Politica di Coesione, per circa 4,6 miliardi di euro, si arriva a un totale di oltre 12,7 miliardi di euro in più rispetto a quanto concordato nel 2013. Inoltre, insieme alla comunicazione sulla mid term review del QFP, la Commissione ha proposto anche di prorogare fino al 2020 la durata del FEIS, il Fondo europeo per gli investimenti strategici, e di raddoppiarne la capacità finanziaria.
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Più fondi per il QFP 2014-2020
Il regolamento sul QFP prevede che entro la fine del 2016 la Commissione presenti un riesame obbligatorio del funzionamento del Quadro Finanziario Pluriennale, tenendo conto della situazione economica del momento e delle proiezioni macroeconomiche più aggiornate, accompagnato, se necessario, da una proposta legislativa di revisione del regolamento stesso.
La proposta è stata presentata mercoledì in concomitanza con il discorso del presidente Jean Claude Juncker sullo Stato dell’Unione e illustrata dalla commissaria al Bilancio Kristalina Georgieva in commissione Bilancio al PE.
L'idea dell'Esecutivo è quella di confermare i massimali di spesa previsti, ma di incrementare le risorse a disposizione sfruttando alcune delle riserve del bilancio, come i margini non assegnati e gli strumenti speciali. In questo modo la proposta mette a disposizione fondi aggiuntivi per 6,3 miliardi di euro a sostegno della crescita e dell'occupazione e per fronteggiare la pressione migratoria e le sue cause, in particolare:
- 2,4 miliardi di euro per interventi quali il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), l’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, il programma per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020, il programma dell’Ue per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese COSME, Erasmus+ e il Meccanismo per collegare l’Europa (CEF),
- 2,5 miliardi di euro per gli interventi nei settori della migrazione, della sicurezza e del controllo delle frontiere esterne,
- 1,4 miliardi di euro per il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile, nell’ambito del Piano per gli investimenti esterni, con l'obiettivo di affrontare le cause profonde della migrazione e contribuire alla stabilizzazione del vicinato.
Queste risorse andrebbero ad aggiungersi gli aumenti previsti dal bilancio Ue 2017 (1,8 miliardi di euro) e all'incremento delle dotazioni per la Politica di Coesione (4,6 miliardi), portando il totale dei finanziamenti aggiuntivi a quasi 13 miliardi.
Dei 2,4 miliardi stanziati per la crescita un miliardo va all'Iniziativa per l'occupazione giovanile, da abbinare a un miliardo a valere sul Fondo sociale europeo, ha spiegato la commissaria Georgieva. “Stiamo incoraggiando i principali beneficiari dell'aggiustamento tecnico della Politica di Coesione, cioè Spagna, Italia e Grecia, a utilizzare le risorse aggiuntive per rafforzare l'azione sulla disoccupazione giovanile, ma i fondi possono essere destinati anche agli interventi per la migrazione”, ha aggiunto.
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Aumentare flessibilità e semplificazione
Oltre a stanziare risorse finanziarie per le priorità occupazione, crescita, sicurezza e migrazione, la proposta della Commissione mira anche a rendere più rapido l'intervento del bilancio Ue in caso di situazioni impreviste e a semplificarne la normativa con una maggiore attenzione ai risultati.
Per quanto riguarda le situazioni impreviste, la Commissione propone:
- l'istituzione di una nuova riserva di crisi dell’Unione europea, finanziata con i fondi non utilizzati;
- il raddoppio della dotazione dello strumento di flessibilità (da 500 milioni a un miliardo di euro) e della riserva per gli aiuti d'urgenza (che salirebbe così a 0,5 miliardi);
- l'introduzione di una riserva di flessibilità per il sostegno al di fuori dell’Ue;
- la possibilità di ricorrere ai fondi fiduciari per azioni specifiche o di emergenza anche all’interno dell’Unione.
Tra le misure di semplificazione proposte rientrano invece facilitazioni per i ricercatori e gli studenti che richiedono i fondi europei, una regolamentazione finanziaria più leggera e il ricorso agli audit e ai controlli già previsti da altri donatori, come ad esempio le Nazioni Unite, per i fondi destinati alla cooperazione.
Le proposte della Commissione dovranno ora essere approvate dal Parlamento europeo e dal Consiglio, che dovrebbero raggiungere un accordo in merito entro la fine del 2016.
Le aspettative del Parlamento Ue sul riesame del QFP
La plenaria di Strasburgo aveva approvato nella seduta del 6 luglio la sua relazione in vista della proposta della Commissione sulla revisione del Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020. Un testo che individuava le stesse priorità al centro della proposta presentata in commissione Budget del PE dalla commissaria al Bilancio Kristalina Georgieva.
Per gli eurodeputati, infatti, crisi migratoria e dei rifugiati, questioni relative alla sicurezza interna, finanziamento del Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis) e disoccupazione giovanile hanno determinato un ricorso senza precedenti ai meccanismi di flessibilità e agli strumenti speciali previsti dal QFP, che ora ha bisogno di un intervento di revisione, anche alla luce del fatto che questi problemi continueranno a interessare l'Unione nei prossimi anni.
La proposta del PE prevedeva però stanziamenti più elevati, basti pensare che gli eurodeputati avevano chiesto per la proroga dell'Iniziativa per l'occupazione giovanile un miliardo all'anno, contro il miliardo su quattro anni previsto dall'Esecutivo Ue.
Giudizio critico anche sulla poca chiarezza circa l'origine di queste nuove voci di spesa: la Commissione intende ricorrere ai fondi disimpegnati, ma non spiega quali, osservano gli eurodeputati. In più, il Parlamento è favorevole al raddoppio del Feis, ma non accetta di finanziare nuove iniziative a scapito di programmi e politiche già esistenti, come accaduto con i tagli a Horizon 2020 e al Meccanismo per collegare l'Europa.
Vi è poi il problema dei pagamenti: “l'arretrato di fatture non pagate nel corso del precedente QFP 2007-2013 - si legge nella relazione del PE - è infatti passato da un livello 'normale' di 5 miliardi di euro alla fine del 2010 ai livelli senza precedenti di 11 miliardi di euro alla fine del 2011, 16 miliardi di euro alla fine del 2012 e 23,4 miliardi di euro alla fine del 2013”. Questo arretrato si è già esteso anche al QFP 2014-2020, per cui il Parlamento chiede di fare tutto il possibile per evitare l'accumulo di un carico di fatture non pagate anche con riferimento all'attuale programmazione.
Infine, dal momento che la Commissione deve presentare la sua proposta per il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale prima del 1° gennaio 2018, il Pe ritiene che alcuni elementi fondamentali per il prossimo QFP dovrebbero essere discussi già nel quadro del riesame, a cominciare dalla riforma del sistema delle risorse proprie che nel pacchetto presentato oggi - rilevano gli eurodeputati - non viene citata.
Photo credit: European Parliament