Spesa pubblica: rapporto sulle amministrazioni centrali
Come investono le risorse pubbliche le amministrazioni centrali? Non è più un mistero grazie al Rapporto sulla spesa delle amministrazioni centrali, il primo documento redatto ai sensi dell’articolo 41 della legge di riforma della contabilità e della finanza pubblica (legge n. 196-2009). Il documento – pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato - rappresenta un contributo informativo utile per lo sviluppo della spending review, volto a promuovere una migliore gestione dei fondi pubblici.
Il Rapporto è suddiviso in quattro parti:
- indagine sulla composizione ed evoluzione della spesa pubblica nel complesso,
- analisi di alcuni dei principali settori di spesa (pubblico impiego, consumi intermedi, debiti fuori bilancio, trasferimenti ed incentivi alle imprese),
- approfondimenti specifici nell’ambito delle articolazioni periferiche delle amministrazioni centrali dello Stato,
- introduzione metodologica e appendice contenente le proposte di indicatori di risultato e di contesto.
Prima parte: composizione della spesa pubblica
La prima parte analizza l’evoluzione e la composizione della spesa pubblica, individuando una riduzione delle spese finali del bilancio statale nell’ultimo decennio. Le spese, infatti, dopo essere cresciute di quasi il 20% tra il 2003 e il 2009, nel biennio 2010-2011 diminuiscono di circa 3,6 punti percentuali in termini di impegnato.
Inoltre, tra le voci economiche del bilancio, si assiste ad un progressivo e rilevante incremento dei trasferimenti alle amministrazioni pubbliche diverse dallo Stato, come gli enti di previdenza e gli enti del settore sanitario. Si è ridotta, invece, la quota delle spese dirette.
Seconda parte: analisi dei principali settori di spesa
La seconda parte del rapporto si apre con un’analisi delle diverse dimensioni della spesa per il pubblico impiego. Dai dati emerge l’assenza di un indirizzo politico unico e coerente, sia nella limitazione delle assunzioni che nei trattamenti economici, con particolare attenzione all’individuazione di risorse aggiuntive per specifiche categorie di personale o amministrazioni.
Per quanto riguarda i consumi intermedi delle amministrazioni pubbliche, si è verificata una diminuzione generalizzata sia in valore assoluto che rispetto alle altre voci di spesa nel periodo 2003-2011. L’analisi evidenzia l’impatto delle misure di contenimento della spesa che hanno in parte determinato effetti di rimbalzo della spesa stessa, inclusa la formazione dei debiti fuori bilancio.
In merito ai trasferimenti e agli incentivi destinati alle imprese, nel 2011 l’ammontare dei trasferimenti è pari a 32,9 miliardi di euro di cui 15 miliardi a carico dello Stato (in larghissima misura indirizzati ai trasporti e alle attività estrattive, manifatturiere ed edilizie) e 17,2 miliardi erogati dalle Amministrazioni Locali (in cui predominano le risorse indirizzate alla funzione trasporti e viabilità). La parte restante è da attribuire a altri enti delle amministrazioni centrali.
Per quanto riguarda gli incentivi, nel periodo 2007-2011 l’ammontare complessivamente erogato è stato pari a 42,6 miliardi di euro, di cui 1.843,20 milioni di euro destinati alle attività di R&S. Nel solo 2011 sono stati erogati 5,3 miliardi in forma diretta e 1,5 miliardi pagati in modo indiretto attraverso gli incentivi fiscali, contributivi e previdenziali. Degli incentivi fiscali i crediti d'imposta per la ricerca e sviluppo rappresenterebbero il 21,1% del totale (8.717,77 milioni di euro) nel periodo considerato.
Parte terza: articolazioni periferiche delle amministrazioni centrali dello Stato
I contributi della terza parte del Rapporto sono dedicati alle strutture periferiche delle amministrazioni centrali dello Stato, che in base ai dati della contabilità economica rappresentano oltre il 90% del totale dei costi di funzionamento dello Stato. A livello di singole amministrazioni, escluso il Ministero dell’istruzione – al quale è attribuita la metà dei costi della periferia dello Stato e per il quale la quasi totalità del costo è relativo alla periferia - i Ministeri a cui sono associati i costi maggiori per la periferia sono:
- il Ministero della difesa (44% del costo totale della periferia dello Stato escluso il Ministero dell’istruzione, di cui il 98% sono imputabili alle strutture periferiche operative delle Forze armate),
- il Ministero dell’interno (19% dei costi totali al netto del Ministero dell’istruzione, di cui il 73% sono attribuibili alle strutture periferiche della Pubblica sicurezza), i
- il Ministero della giustizia (17% dei costi totali escluso il Ministero dell’istruzione, di cui l’80% relativi alle Corti d’appello e ai Provveditorati regionali),
- il Ministero dell’economia e delle finanze (10% dei costi totali al netto del Ministero dell’istruzione, di cui l’87% attribuibili al corpo della Guardia di finanza).
La voce di costo più rilevante è quella relativa al personale, che assorbe oltre l’85% del costo complessivo della periferia dello Stato. Il contributo maggiore a tale spesa proviene dal Ministero dell’istruzione (54%), dal Ministero della difesa (20%), dal Ministero dell’interno (10%) e dal Ministero della giustizia (7%).
Links
Rapporto sulla spesa pubblica delle amministrazioni centrali