FEASR: pochi dettagli sugli obiettivi 2014-2020 per lo sviluppo rurale
Il 12 ottobre scorso la Commissione europea ha presentato, nell'ambito del percorso di riforma della Politica Agricola Comune (PAC), le proposte per la gestione delle risorse del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, il FEASR, le cui risorse ammontano, per il periodo 2014-2020, a 101,2 miliardi euro. La vaghezza delle disposizioni relativamente all'utilizzo dei fondi sta, però, generando qualche perplessità.
La proposta della Commissione articola il Fondo non più in tre aree, come per la programmazione 2007-2013, ma attorno a sei priorità, definite sulla base degli obiettivi della strategia Europa 2020.
Le prime cinque priorità riguardano l'agricoltura, che nel documento sembra quasi coincidere con lo sviluppo rurale, e sono:
- il trasferimento di conoscenze e innovazione,
- il miglioramento della competitività di "tutti i tipi di agricoltura";
- la promozione della gestione della catena alimentare e il miglioramento dell'agricoltura e della silvicoltura legate agli ecosistemi;
- lo spostamento verso l'efficienza delle risorse in agricoltura;
- la transizione verso una low carbon economy.
Solo l'ultima priorità dissocia sviluppo rurale e agricoltura e mira a favorire "l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali".
Tali obiettivi dovrebbero essere perseguiti con riferimento a tre assi:
- la diversificazione dell'attività agricola e la creazione di piccole imprese e di nuovi posti di lavoro;
- la promozione dello sviluppo locale nelle aree rurali;
- il miglioramento dell'accesso alle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Tuttavia, ad eccezione delle prescrizioni di spesa relative al programma Leader+ della Commissione – cui deve essere destinato il 5% dello stanziamento erogato – e alla mitigazione del cambiamento climatico – cui spetta il 25% dei fondi -, le priorità non sono accompagnate da indicazioni per l'utilizzo delle risorse.
Al contrario di quanto previsto per il Fondo sociale europeo (FSE) e per il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), la proposta fornisce infatti pochi dettagli su come il denaro dovrebbe essere speso.
La Commissione sostiene che "l'assegnazione delle risorse di bilancio per l'una o l'altra priorità individuali in un programma sarà parte del processo di programmazione attraverso il quale lo Stato membro e/o la regione interessati troveranno un accordo con la Commissione su obiettivi quantificabili da raggiungere e sulla combinazione di misure necessarie per farlo".
Argomentazioni che non hanno del tutto convinto il Comitato delle Regioni secondo cui: "il FEASR non deve essere un'eccezione alla regola generale” e i piani di sviluppo rurale devono rappresentare "contratti di vera e propria partnership in cui le autorità locali e regionali saranno profondamente coinvolte, dal concepimento fino alla realizzazione".