PNRR, in arrivo un Partenariato pubblico-privato per la space economy
Nell’ambito del programma Space Factory 4.0, a valle della fase di investimento finanziata con fondi PNRR, verrà avviata la fase di utilizzo e gestione condivisa degli asset attraverso un Partenariato pubblico-privato (PPP).
Come sono andati i partenariati pubblico-privati (PPP) nel 2022?
Il programma Space Factory 4.0, finanziato dall’Unione europea e gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), rappresenta uno dei due assi portanti dell'Investimento 4.3 (M1C2) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Nel dettaglio, l'iniziativa consiste in una rete di fabbriche, connessa con la filiera di produzione, dedicata alla realizzazione di piccoli satelliti e diffusa su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud. Un sistema integrato di tecnologie innovative che consentirà al sistema Paese di affrontare le sfide della space economy, e porsi come un’eccellenza a livello internazionale nel comparto delle costellazioni satellitari.
Space Factory 4.0, firmati tutti i contratti PNRR
Dopo l’aggiudicazione avvenuta a marzo 2023, l'ASI ha comunicato lo scorso 9 agosto che sono stati firmati tutti i contratti relativi al programma PNRR Space Factory 4.0. In definitiva, sono tre gli accordi stipulati a supporto della filiera per la realizzazione di componenti e sotto-sistemi di satelliti.
Il primo contratto è stato sottoscritto il 28 aprile scorso dall’ASI e il raggruppamento temporaneo di imprese costituito da Thales Alenia Space Italia (mandataria), Argotec, Sitael e CIRA, e prevede un investimento complessivo di circa 65 milioni di euro. Nell’ambito del progetto verranno sviluppate tecnologie innovative per la digitalizzazione dei processi, ed è inoltre previsto l’uso della robotica, della realtà virtuale e aumentata, l’interazione uomo/macchina, processi di test automatizzati, l’impiego di intelligenza artificiale per la gestione e l’elaborazione dei dati, in fabbriche di nuova realizzazione o nel potenziamento di infrastrutture esistenti. Tutto questo si riflette nella possibilità di velocizzare le linee produttive diminuendo i tempi di realizzazione e testing dei piccoli satelliti in linea con le esigenze della space economy.
Lo scorso 28 luglio è stato siglato il contratto tra l'ASI e il raggruppamento temporaneo di imprese costituito da Thales Alenia Space Italia (mandataria) e Sitael per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro. Obiettivi dell'accordo: lo sviluppo di tecnologie digitali ed automatizzate nell’ambito dei processi produttivi, la realizzazione di nuove infrastrutture di testing per apparecchiature elettroniche e sistemi propulsivi, che garantirà quindi la messa in pratica ed il testing degli elementi costitutivi delle piattaforme Platino e Nimbus a supporto delle attività previste nella realizzazione di future costellazioni.
Infine, il 7 agosto scorso è stato firmato il contratto tra ASI e CESI per un valore complessivo di circa 13 milioni di euro, per incrementare la capacità produttiva di celle solari per i satelliti, attraverso lo sviluppo di processi di produzione digitalizzati, nuove tecnologie di monitoraggio e utilizzo di macchinari di ultima generazione, mantenendo l'elevata efficienza raggiunta dalle celle di CESI qualificate per i satelliti in orbita bassa (LEO) e geostazionaria (GEO).
PNRR, tra le modifiche della quarta rata c'è anche la Space economy
PPP per l'industria aerospaziale
Per i tre contratti firmati nell’ambito del programma Space Factory 4.0, dopo la fase di investimento finanziata con fondi PNRR, avrà inizio quella relativa all'utilizzo e alla gestione condivisa degli asset attraverso un Partenariato pubblico-privato per una durata di 15 anni.
Durante questa finestra temporale, l'ASI manterrà la proprietà di metà delle infrastrutture che saranno realizzate e rese disponibili per tutta la comunità industriale, anche di piccole e medie imprese o startup che non hanno capacità finanziarie per affrontare un investimento di questo tipo, ma che potranno comunque beneficiare dei servizi offerti.
Si tratta di un investimento duraturo che punta a fare dell’Italia uno dei capisaldi dell’industria satellitare mondiale, sia in termini di know-how che di capacità tecnologiche e produttive, con la capacità di attrarre investimenti per la realizzazione di costellazioni di futura generazione e per soddisfare le esigenze di ASI o di altri utenti istituzionali nella realizzazione in tempi ridotti di piccoli satelliti e costellazioni.
Dal Lazio all'Emilia Romagna, le Regioni accelerano sulla new space economy
L'Italia è uno dei pochi Paesi al mondo ad avere una filiera spaziale autonoma e completa, che va dalla ricerca, all’innovazione tecnologica, fino alla produzione.
Questo ecosistema è supportato dal lavoro dei distretti aerospaziali regionali che, coordinati dal Cluster tecnologico nazionale aerospazio (Ctna), sono diffusi su tutto il territorio nazionale e mettono in contatto industria e ricerca, sviluppando sinergie positive per tutto il comparto.
Lazio (Distretto Lazio Innova), Puglia (Distretto tecnologico aerospaziale - Dta) , Piemonte (Distretto aerospaziale Piemonte - Dap), Lombardia (Lombardia aerospace cluster - Lac) e Campania (Distretto tecnologico aerospaziale della Campania - Dac) sono state tra le prime Regioni ad investire sulla new space economy, spingendo sullo sviluppo industriale.
A queste si sono aggiunte negli anni anche Emilia Romagna (Cluster tecnologico aerospaziale dell’Emilia Romagna - IR4I), Sardegna (Distretto aerospaziale - Das), Toscana (Distretto tecnologico aerospaziale della Toscana - GATE 4.0), Umbria (Umbria aerospace cluster), Basilicata (Cluster lucano aerospazio - Cla), Abruzzo (Dominio Ict/Aerospazio Abruzzo), Liguria (Distretto tecnologico ligure sui Sistemi intelligenti integrati - Siit), Veneto (Consorzio spaziale e cosmonautico - Cosimo) fino alle Marche (Cluster Aerospazio Marche), che si è aggiunta lo scorso 9 agosto alla lista dei cluster.
Spazio, in arrivo tre nuovi hub della rete italiana ESA Business Incubation Centre