Il Parlamento europeo vota le nuove risorse proprie per finanziare il bilancio UE
La plenaria del PE ha dato il via libera alle tre nuove entrate presentate dalla Commissione europea a giugno, in occasione della proposta di revisione del Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027. Entrate che, se approvate anche dal Consiglio, attingerebbero ai proventi del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) e del meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (CBAM), con in più una nuova risorsa statistica basata sugli utili delle imprese.
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Il pacchetto sulla nuova generazione di risorse proprie era parte, attraverso un apposito accordo interistituzionale, dell'intesa tra Parlamento UE e Consiglio sul Quadro finanziario pluriennale 2021-27. I primi passi sono stati mossi dalla Commissione nel dicembre 2021 con la presentazione di tre nuove risorse proprie: le entrate derivanti dal sistema di scambio delle quote di emissione (ETS), le risorse generate dal nuovo meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell'UE (CBAM) e una quota degli utili delle multinazionali, riassegnati agli Stati membri in base all'accordo OCSE/G20 sulla ridistribuzione parziale dei diritti di imposizione.
A questo pacchetto, approvato dal Parlamento UE, ma non ancora adottato dal Consiglio né ratificato dagli Stati membri, si aggiungono ora due elementi di novità: una nuova risorsa statistica temporanea, basata sugli utili delle imprese e, alla luce dell'accordo sul pacchetto Fit for 55, l'adeguamento delle proposte originarie relative alle entrate collegate al sistema ETS e al meccanismo CBAM.
Attraverso questo paniere di nuove risorse proprie Bruxelles punta a garantire sia un finanziamento adeguato al bilancio pluriennale dell'UE e ai suoi programmi, che risorse aggiuntive per coprire i costi di rimborso dei prestiti NextGenerationEU.
Due priorità condivise dal Parlamento, che il 9 ottobre ha adottato il pacchetto in commissione Bilancio e il 9 novembre l'ha confermato in plenaria, con 399 voti a favore, 138 contrari e 61 astensioni. I proventi delle nuove risorse proprie, secondo gli eurodeputati, saranno essenziali per la continuità dei programmi di finanziamento UE e per accogliere nuove priorità strategiche, senza dover ridurre i fondi europei per le politiche esistenti. Allo stesso tempo, le nuove entrate contribuirebbero a rimborsare il debito nell'ambito del Piano di ripresa dell'UE, soprattutto alla luce del peso crescente degli interessi sul bilancio dell'Unione.
Considerato l'impatto dell'inflazione sulle riduzioni forfettarie per Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Austria e Svezia, aumentate in modo inaspettato e sproporzionato, il PE chiede inoltre che questi importi vengano adeguati annualmente secondo la stessa logica e regola del bilancio dell'UE, ossia sulla base di un deflatore fisso del 2% annuo.
La palla passa ora al Consiglio dell'UE, che deve approvare le proposte all'unanimità, prima di procedere alle singole ratifiche della decisione sulle risorse proprie da parte degli Stati membri.
Per approfondire: Bruxelles propone di aumentare i fondi europei del QFP 2021-27
La nuova risorsa propria basata sugli utili delle imprese
Andando al dettaglio delle risorse proprie proposte da Bruxelles a giugno, come detto si tratta di una nuova entrata basata sugli utili delle imprese e dell'aggiornamento delle entrate basate su ETS e CBAM già presentate nel dicembre 2021.
Che una delle nuove entrate del paniere fosse una risorsa propria collegata al settore delle imprese era previsto già nell'accordo interistituzionale tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione che ha accompagnato il via libera al QFP nel 2020.
Quanto proposto da Bruxelles il 20 giugno scorso è un nuova risorsa propria basata su dati statistici relativi agli utili delle imprese, di carattere temporaneo, in vista di una futura sostituzione con un eventuale contributo a titolo di “quadro per l'imposizione dei redditi (BEFIT)”. In attesa che la relativa proposta legislativa, più complessa, venga presentata e approvata all'unanimità da tutti gli Stati membri, l'Esecutivo UE ha quindi messo sul tavolo l'ipotesi di un'entrata temporanea con una base di calcolo dello 0,5% della base imponibile nozionale delle imprese dell'UE, un indicatore calcolato da Eurostat sulla base delle statistiche di contabilità nazionale.
Per ora quindi non si tratta di un'imposta sulle società, ma di un contributo nazionale versato dagli Stati membri sulla base del risultato lordo di gestione per i settori delle società finanziarie e non finanziarie, che dovrebbe contribuire ad equilibrare il paniere di risorse proprie e a diversificare ulteriormente le fonti di entrate del bilancio dell'Unione.
Le entrate stimate per il bilancio UE, a partire dal 2024, sono stimate in circa 16 miliardi di euro all'anno a prezzi 2018.
Adeguamento della risorsa propria ETS
La seconda proposta ha come punto di partenza l'aumento del prezzo del carbonio, dai 55 euro per tonnellata di CO2 del 2021 ai circa 80 euro registrati nel 2022, che ha portato le entrate degli Stati membri provenienti dal sistema di scambio di quote di emissione (ETS) a quasi 30 miliardi di euro lo scorso anno.
Dal momento che negli anni si stimano prezzi ben al di sopra di 55 euro per tonnellata di CO2, la Commissione ha deciso di aumentare l'aliquota di prelievo della risorsa propria basata sull'ETS dal 25% di tutte le entrate generate dallo scambio di quote di emissioni dell'UE, proposto originariamente, al 30%.
A partire dal 2024, tale aumento dovrebbe generare entrate del bilancio dell'UE per circa 7 miliardi di euro all'anno, sempre a prezzi 2018, e l'importo dovrebbe salire a circa 19 miliardi di euro all'anno a partire dal 2028, anno in cui anche le entrate provenienti dal nuovo sistema ETS confluiranno nel bilancio dell'Unione.
Le entrate annuali del sistema ETS assegnate agli Stati membri, d'altra parte, potrebbero superare i 46 miliardi di euro, ben al di sopra di quanto previsto al momento della presentazione della proposta Fit for 55.
Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere
Infine, alla luce dell'intesa sul pacchetto "Pronti per il 55%", la Commissione ha proposto anche un adeguamento tecnico al quadro di controllo del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), così da allineare la sua proposta originaria del 2021 sulla relativa risorsa propria al testo concordato.
Le entrate attese, a partire dal 2028, ammontano in questo caso a circa 1,5 miliardi di euro all'anno.