Obiettivo modifica PNRR entro inizio estate. In bilico la quarta rata

PNRR - Photo credit: Foto di NakNakNak da PixabayMentre sembra avvicinarsi una soluzione sulla terza rata di fondi PNRR, cresce la preoccupazione per quelle successive, in particolare sulla quarta, legata agli obiettivi di giugno. Tema su cui è intervenuto il ministro per Affari Europei, Coesione, Sud e Pnrr Raffaele Fitto in conferenza stampa dopo la cabina di regia che ha avuto al centro la terza relazione semestrale sul PNRR: "Giusto porsi la questione". E aggiunge: "Faremo una valutazione attenta. Ci sono degli obiettivi che possono essere modificati. Ci sono realtà su cui intervenire".

PNRR: lavori in corso sulla terza rata

I ritardi accumulati finora nell’attuazione degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza hanno acceso le polemiche tra Governo e Corte dei Conti sulla questione del "controllo concomitante" da parte dei giuidici contabili e gettano ombre sulla possibilità di incassare le rate 2023.

Rate PNRR e modifiche Recovery: a che punto siamo?

"La terza rata italiana del PNRR non è un problema, non ci sono ostacoli particolari, a breve sarà sbloccata. Dobbiamo solo fare in modo ed essere sicuri che tutte le regole siano rispettate". Così riporta il Sole 24 Ore citando un’autorevole fonte europea. 

Nel corso della conferenza stampa del 31 maggio, a margine della cabina di regia sulla terza relazione semestrale sul PNRR, Fitto afferma che l'Italia è perfettamente nei termini previsti dall'Unione europea: "Spesso sentiamo parlare di ritardi nel PNRR, ma si dovrebbe inquadrarli con esempi specifici questi ritardi".

La partita non si gioca tanto sulla terza rata quanto sulle successive, la quarta e la quinta, e sui tempi di modifica del PNRR da parte dell’Italia. 

In particolare il focus ora è sulla rata di giugno 2023. Sulla quarta rata "è giusto porsi la questione", sottolinea Fitto. Ma aggiunge che "nessun paese ha ancora chiesto la quarta rata" di fondi PNRR e ricorda i ritardi degli altri Paesi. "Solo Italia, Spagna e Grecia hanno già chiesto tre rate, gli altri Paesi sono più indietro".

"La tabella di marcia in ogni caso indica come impossibile l’ipotesi che la richiesta di pagamento della quarta rata parta come da prassi al termine del semestre di riferimento, ossia a fine giugno".

Per accelerare l’erogazione dei fondi, Bruxelles e Roma starebbero ragionando sull’opzione delle "sospensioni di pagamento parziali". Nel caso della terza rata da 19 miliardi, ciò implicherebbe il versamento da Bruxelles di quasi tutta la somma prevista ad eccezione di 300 o 400 milioni. Per la quarta rata da 16 miliardi, legata a 27 obiettivi che l’Italia in teoria dovrebbe raggiungere entro giugno, la quota di fondi congelati potrebbe invece essere più alta

Bruxelles non manca di inviare segnali di distensione sulla situazione italiana, rivolti sia al Governo che ai mercati: "Ad oggi non ci sembra ci siano stati ritardi significativi" nel PNRR dell'Italia, ha dichiarato il commissario all'Economia Paolo Gentiloni presentando le raccomandazioni specifiche per paese nell'ambito del pacchetto di primavera del Semestre europeo. I tempi lunghi di valutazione della terza rata non implicano automaticamente che "il Piano in sé sia in ritardo", ha proseguito il commissario, ribadendo la necessità del massimo impegno, "in particolare se il Piano verrà modificato".

"Siamo disponibili a discuterne in modo flessibile e costruttivo ma questo deve essere fatto quanto prima", ha aggiunto Gentiloni, invitando l'Italia ad accelerare sia sulla modifica del PNRR e l'inserimento del capitolo REPowerEU, che sull'attuazione dei programmi della Politica di Coesione.

La preoccupazione della Commissione riguarda quindi non tanto l’esborso dei fondi quanto i tempi di modifica del PNRR. Se fino a qualche mese fa il Governo parlava di modifiche entro fine aprile, ora la scadenza cui punta Roma è quella del 31 agosto. 

Bruxelles insiste perché non si aspetti l’ultimo giorno per presentare la richiesta di modifica del PNRR e vorrebbe avviare il confronto prima possibile. Un obiettivo sottolineato anche nei giorni scorsi dal ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo: l'obiettivo del Governo, spiegava in un’intervista a La Repubblica, è comunicare “alla Commissione UE le variazioni per la riprogrammazione dei fondi entro l’inizio dell’estate”.

La ricognizione sui progetti e il sistema dei vasi comunicanti

In vista della modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dell'esigenza di integrare la riscrittura del Recovery Plan con il capitolo REPowerEU, il 24 maggio Fitto ha chiesto ai Ministeri di presentare l’elenco degli interventi PNRR in maggior ritardo. Progetti confluiti nella terza relazione semestrale sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentata il 31 maggio in cabina di regia. Nella nota diramata da Palazzo Chigi non si entra nel merito dei singoli progetti ma si ribadisce lo spirito che il Governo sta seguendo nella revisione del Piano.

"L’intento del lavoro fin qui svolto, ossia quello di rilevare le difficoltà registrate nella fase di attuazione del piano, ha uno scopo ben preciso: trovare le soluzioni per il pieno raggiungimento degli obiettivi finali. Tale lavoro sarà svolto nell’ambito della nuova organizzazione della Cabina di regia che assicura un diretto coinvolgimento e confronto con il partenariato economico sociale".

E ancora: "Nel processo di revisione e aggiornamento del Piano, il Governo intende perseguire un proficuo confronto parlamentare, con l’intento di garantire la massima trasparenza nella rendicontazione dei risultati raggiunti e nella rappresentazione dello stato di attuazione di riforme ed investimenti. La puntuale descrizione dell’attività svolta, con riferimento a tutte le linee di intervento, intende mettere a disposizione del Parlamento uno strumento di valutazione dei progressi verso il conseguimento degli obiettivi finali del Piano", si legge nella nota di Palazzo Chigi. 

Non è chiaro se la scadenza indicata da Fitto sia stata rispettata dai Ministeri, né quanti e quali progetti possano essere spostati altrove in base al meccanismo dei vasi comunicanti, che farebbe seguire alla fase di ricognizione l'individuazione dei progetti da confermare, eventualmente con modifiche, e di quelli da stralciare, del tutto o spostandoli sulla programmazione dei fondi europei 2021-27, che si chiude nel 2029, o sul Fondo sviluppo e coesione, che non ha una scadenza, trattandosi di risorse nazionali.

Un lavoro che coinvolge ovviamente le Regioni, con cui Fitto vuole raggiungere un’intesa unica, e che ha preso ufficialmente il via il 25 maggio con i primi incontri con i governatori. "L’intento è di ottimizzare le possibili sinergie tra le misure delle politiche di Coesione programmazione 2014-2020, 2021-2027 e il PNRR", ha dichiarato Fitto dopo la seconda tornata di incontri con i presidenti di Regione il 29 maggio, "facendo il punto sullo stato dell’arte dell’attuazione dei programmi, a partire da quelli della programmazione 2014-2020".