Cosa succede al Fondo automotive nella Manovra 2025
Grazie ad uno degli emendamenti approvati dalla commissione Bilancio della Camera, il taglio prospettato di oltre 2,4 miliardi per il Fondo automotive viene ridimensionato a circa 2 miliardi. La Manovra recupera, infatti, 400 milioni di euro per il biennio 2026-2027 a favore del Fondo automotive, lo strumento varato nel 2022 per supportare la filiera dell’auto in Italia.
L’emendamento in questione modifica lo stato di previsione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) nell’ambito della missione 11 “Competitività e sviluppo delle imprese”, programma 13 “Politiche industriali, per la competitività, il Made in Italy e gestione delle crisi d’impresa”. I 400 milioni destinati al 2026 e al 2027 puntano a compensare i tagli previsti originariamente in Manovra per il Fondo automotive.
La mossa del Governo arriva insieme alle dichiarazioni del titolare del MIMIT Adolfo Urso che, nel corso del “tavolo Stellantis” che si è svolto lo scorso 17 dicembre, ha delineato un piano di investimenti per riqualificare la filiera del settore automotive nel periodo 2025-2027. Lo stanziamento stimato per il piano ammonta a 1,6 miliardi di euro circa, di cui oltre 1 miliardo nel 2025 da destinare a contratti di sviluppo, mini contratti di sviluppo per le PMI e investimenti in innovazione.
Tornando al Fondo automotive, per il 2025 ha una dotazione di 200 milioni di euro (ne erano previsti 762 ma sono stati ridotti con il taglio annunciato già lo scorso ottobre), cui vanno aggiunte le risorse residue del 2024 nell’ambito dello stesso Fondo e i 500 milioni provenienti dai fondi PNRR destinati alle filiere strategiche.
Come vedremo in dettaglio più avanti, il Fondo automotive, disciplinato dal Dpcm del 4 agosto 2022, si compone di due linee di finanziamento: i contratti di sviluppo per il sostegno dei programmi di sviluppo industriale, e gli accordi per l'innovazione, che finanziano progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale di rilevante impatto tecnologico, per favorire la transizione verde, la ricerca e gli investimenti nella filiera automotive.
Cos'è il Fondo automotive?
Istituito dal decreto Bollette (dl 17/2022, con una dotazione inizialmente quantificata in 8,7 miliardi di euro fino al 2030 (700 milioni per il 2022 e 1 miliardo l’anno dal 2023 al 2030), il Fondo automotive è uno strumento diretto a rilanciare la politica industriale del comparto auto.
Una quota delle risorse è stata destinata in particolare a finanziare programmi di investimento per la filiera automotive attraverso lo strumento agevolativo dei contratti di sviluppo e la restante è riservata agli accordi per l'innovazione. Le procedure per l'erogazione dei benefici sono state individuate con i due decreti direttoriali MIMIT del 10 ottobre 2022.
In base al Dpcm del 4 agosto 2022, per la filiera automotive gli investimenti ammissibili devono rientrare in cinque aree di intervento:
- nuovi veicoli, sistemi di alimentazione e propulsione che siano in grado di aumentare l’efficienza minimizzando le emissioni di CO2;
- tecnologie, materiali, architetture e componenti strutturali funzionali all'alleggerimento dei veicoli e dei sistemi di trasporto per la mobilità urbana;
- nuovi sistemi, componenti meccanici, elettrici, elettronici e software per la gestione delle funzioni principali del veicolo, propulsione, lighting, dinamica laterale e longitudinale, abitacolo;
- nuovi sistemi, componenti meccanici elettrici, elettronici e software per sistemi avanzati per l’assistenza alla guida (Adas, Advanced driver assistance systems), la connettività del veicolo (V2V e V2I), la gestione di dati, l’interazione uomo veicolo (HMI) e l’infotainment;
- sistemi infrastrutturali per il rifornimento e la ricarica dei veicoli.
Vediamo ora come si declinano questi investimenti lato accordi per l'innovazione e lato contratti di sviluppo.
Accordi per l’innovazione nella filiera automotive
Attraverso gli accordi per l'innovazione il Ministero delle Imprese e del Made in Italy intende finanziare progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale di rilevante impatto tecnologico, per favorire la transizione verde, la ricerca e gli investimenti nella filiera del settore automotive.
Più nel dettaglio, i progetti ammissibili alle agevolazioni devono prevedere la realizzazione di attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale finalizzate allo sviluppo e alla produzione di nuovi veicoli minimizzanti le emissioni, tecnologie funzionali all’alleggerimento dei veicoli (anche mobilità urbana), nuovi sistemi, componenti meccanici ed elettronici, connettività del veicolo, la gestione di dati, l’interazione uomo veicolo e sistemi infrastrutturali per il rifornimento e la ricarica dei veicoli.
Le risorse a disposizione sono destinate a:
- progetti di ricerca e sviluppo oggetto di domande di agevolazione già presentate sul primo sportello agevolativo, di cui al decreto 31 dicembre 2021, e non ammesse alla fase istruttoria per carenza di risorse;
- nuovi progetti di ricerca e sviluppo.
Le proposte progettuali (con spese ammissibili non inferiori a 5 milioni di euro) possono essere presentate da imprese e centri di ricerca; è previsto anche il cofinanziamento da parte delle Regioni ed altre amministrazioni pubbliche.
L'agevolazione consiste in un contributo diretto alla spesa, cui può aggiungersi un finanziamento agevolato.
Il limite massimo dell’intensità d’aiuto delle agevolazioni concedibili è pari al 50% dei costi ammissibili di ricerca industriale e al 25% dei costi ammissibili di sviluppo sperimentale; il finanziamento agevolato, qualora richiesto, è concedibile nel limite del 20% del totale dei costi ammissibili di progetto.
I soggetti che hanno già partecipato al primo sportello avevano tempo fino al 27 ottobre 2022 per presentare una nuova istanza.
Il 29 novembre 2022, invece, si è aperto lo sportello per la presentazione di nuovi progetti d'investimento, con uno stanziamento di circa 200 milioni di euro. Sportello che si è progressivamente chiuso nelle varie Regioni.
Contratti di sviluppo per il settore automotive
Con i contratti di sviluppo automotive (previsti dal decreto del 10 ottobre 2022) il MIMIT sostiene programmi di sviluppo industriale, per la cui realizzazione sono necessari uno o più progetti di investimento, compresi progetti di ricerca, sviluppo e innovazione.
I programmi di investimento devono essere presentati da una o più imprese - insieme ai soggetti che aderiscono ai progetti di R&S - che possono accedere ad una combinazione di agevolazioni (finanziamento agevolato, contributo in conto interessi, contributo in conto impianti e contributo diretto alla spesa) per realizzare progetti di investimento consistenti, dai 20 milioni di euro in su.
L'ammontare delle agevolazioni varia in relazione alla tipologia di progetto, alla localizzazione dell’iniziativa e alla dimensione dell'azienda.
Il 27 ottobre si è chiuso lo sportello, aperto il 13 ottobre, per inoltrare le domande già presentate a Invitalia alla data del decreto direttoriale del 10 ottobre 2022, il cui iter era stato sospeso per carenza di fondi. Su risorse complessivamente stanziate pari a 525 milioni di euro, sono stati impegnati 201,4 milioni di euro.
I fondi residui, pari a 323,6 milioni di euro, sono stati destinati al finanziamento di nuove domande di contratto di sviluppo per il settore automotive. Lo sportello, aperto dal 29 novembre 2022, risulta ancora operativo.