Gli ostacoli all'approvazione del Recovery Plan
Se la crisi di Governo rischia di rallentare l'approvazione del Recovery Plan dell'Italia a livello nazionale, a livello UE il documento di programmazione delle risorse Next Generation EU dovrà superare l'esame della Commissione e ottenere il via libera degli altri Stati membri.
Cosa prevede il Recovery Plan dell'Italia
Cresce di giorno in giorno la spinta sul Governo italiano per ripensare in termini sostanziali e qualitativi il Recovery Plan. Arrivano da Bruxelles, insieme alle raccomandazioni dei commissari Gentiloni e Dombrovskis a rafforzare il documento soprattutto sul fronte delle riforme, le indicazioni per l'approvazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Gli step per l'approvazione del Recovery Plan
I Piani per la ripresa e la resilienza sono valutati dalla Commissione europea entro due mesi dalla presentazione.
Nel giudizio il punteggio più alto deve essere ottenuto per quanto riguarda i criteri della coerenza con le raccomandazioni specifiche per paese, nonché del rafforzamento del potenziale di crescita, della creazione di posti di lavoro e della resilienza sociale ed economica dello Stato membro. Anche l'effettivo contributo alla transizione verde e digitale rappresenta una condizione preliminare ai fini di una valutazione positiva.
Su proposta della Commissione, il Recovery Plan deve poi essere approvato a maggioranza qualificata dal Consiglio, mediante un atto di esecuzione da adottare entro quattro settimane dalla proposta.
La valutazione positiva delle richieste di pagamento, invece, è subordinata al soddisfacente conseguimento dei pertinenti target intermedi e finali, condizione che verrà monitorata, su invito della Commissione, dal comitato economico e finanziario.
Laddove uno o più Stati membri individuino gravi scostamenti rispetto agli obiettivi concordati, questi potranno chiedere al presidente del Consiglio europeo di affrontare la questione nella riunione successiva. In questo caso, la Commissione non prenderà alcuna decisione relativa al conseguimento dei target intermedi e finali e all'approvazione dei pagamenti fino a quando il Consiglio non ne avrà discusso in maniera esaustiva.
Di norma, questo processo non dovrà richiedere più di tre mesi dal momento in cui la Commissione ha chiesto il parere del comitato economico e finanziario e sarà conforme all'articolo 17 TUE e all'articolo 317 TFUE.
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UE: rivedere il PNRR dando priorità alle riforme
La parziale riscrittura del Recovery Plan italiano da parte del Governo e l'esame parlamentare dovrebbero permettere di migliorare il documento, raccogliendo l'invito a rafforzare il Piano nazionale di ripresa e resilienza avanzato dal commissario europeo agli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni al termine dell'Eurogruppo.
Raccomandazioni cui si è unito il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, responsabile per l’Euro e il Commercio, che pur riconoscendo nel PNRR dell'Italia una coerenza generale con gli obiettivi e con le politiche europee, ha sottolineato uno scarso equilibrio tra investimenti e riforme.
"Vediamo molto più accento sugli investimenti e meno sulle riforme", ha sottolineato Dombrovskis, mentre Bruxelles si aspetta "una chiara aderenza alle raccomandazioni UE". "Serve inoltre ancora lavoro per precisare gli obiettivi e le 'pietre miliari' (le varie tappe dell’attuazione del piano). Perché sono quelli che consentiranno l’esborso delle varie rate di fondi del Piano di rilancio. Meglio fare le cose bene subito che avere discussioni dopo. C’è ancora un po’ di tempo e l’Italia punta a sottoporre il suo piano al più presto. Se non ci saranno ulteriori contrattempi, ci aspettiamo che il regolamento della Facility per il rilancio e la resilienza (Rrf) possa entrare in vigore entro fine febbraio", ha aggiunto il commissario.
Sulla stessa linea il vicepresidente esecutivo della Banca europea per gli investimenti Dario Scannapieco, che in occasione della conferenza stampa sull'azione della BEI nel 2020 ha sollecitato l’Italia a non sprecare "l’opportunità unica" del Recovery, dimostrando "discontinuità nel mettere a terra i progetti". Anche per Scannapieco, quindi, il PNRR non deve essere visto solo come "un’opportunità finanziaria, ma come un modo per attuare quelle riforme che ci permettano di crescere agli stessi livelli dei partner comunitari".
Da Francoforte, Christine Lagarde non ha mai citato direttamente l' Italia, ma incalza tutti gli Stati membri a sfruttare il "ruolo fondamentale dello strumento Next Generation EU", sottolineando quanto sia "importante che diventi operativo senza indugio".
Nella sua esortazione la presidente della Banca centrale europea invita i governi ad accelerare il processo di ratifica e ad "utilizzare i fondi per una spesa pubblica produttiva, accompagnata da politiche strutturali tese a migliorare la produttività. Ciò consentirebbe al programma Next Generation EU di contribuire a una ripresa più rapida, forte e uniforme e accrescerebbe la capacità di tenuta economica e il potenziale di crescita delle economie degli Stati membri, sostenendo l'efficacia della politica monetaria nell'area dell'euro".
Riforme, obiettivi e semplificazione
La Commissione europea, anche con la pubblicazione delle linee guida definitive, ha lanciato diversi messaggi ai 27, ricordando la necessità di attuare riforme, e non solo investimenti, per ottenere i fondi europei del Next Generation EU.
Discorso valido a maggior ragione per l'Italia che, in quanto maggiore beneficiaria del pacchetto, dovrà rispettare gli impegni da assumere per portare a compimento un percorso di riforme che convergono sui grandi obiettivi europei in materia ambientale e digitale, per sbloccare la crescita e la produttività nazionali.
In definitiva, sono tre i principali punti del pressing europeo verso il PNRR dell'Italia:
Riforme: Necessità di misure dettagliate
Dalla giustizia all'amministrazione, dal fisco al lavoro e alla concorrenza, nel Piano queste riforme sono enunciate in poco più di una pagina. Mancano quindi misure, dettagli, obiettivi. Non c’è nessuna traccia di un accordo politico che almeno indichi chiaramente la direzione di marcia.
Obiettivi misurabili: Servono documenti approfonditi su PIL e produttività
Nella stesura del piano mancano totalmente i target, che secondo le regole dell'UE andrebbero esplicitati per ogni singola misura. Il governo italiano sembra a lavoro su questi obiettivi, che dovrebbero finire nelle schede tecniche allegate al piano. La scelta di relegare questi target ad un allegato appare superficiale, dato che questi numeri devono indicare l’impatto delle misure sul PIL, sull’occupazione, sulla produttività. Inoltre, questi valori avrebbero dovuto selezionare a monte i progetti inseriti nel Piano.
Semplificazioni: Procedure snelle e PA smart
I fondi europei, a cui si avrà accesso tramite il Recovery Plan, sono un'occasione unica per rivoluzionare la pubblica amministrazione, con procedure snelle e una macchina amministrativa più efficiente. Tuttavia, sul funzionamento della PA, manca un disegno ambizioso.
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