Legge bilancio 2020: Programma per la qualita’ dell’abitare
Si chiama “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare” ed è il piano del Governo da oltre 850 milioni di euro inserito nella Legge di bilancio 2020 per ridurre il disagio abitativo, soprattutto quello delle periferie.
> Il testo della Legge di Bilancio 2020
Con una dotazione di oltre 853 milioni di euro da qui al 2033, prende vita il nuovo piano del Governo che mette mano all’emergenza abitativa, stanziando risorse per l’edilizia residenziale sociale.
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Cosa prevede il Programma per la qualità dell’abitare?
Improntato sul principio delle smart cities per lo sviluppo di un modello urbano della città in chiave “intelligente, inclusiva e sostenibile”, il Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare si pone sostanzialmente quattro obiettivi:
- Riqualificare e incrementare il patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale;
- Rigenerare il tessuto socio-economico;
- Incrementare l’accessibilità, la sicurezza dei luoghi e la rifunzionalizzazione di spazi e immobili pubblici;
- Migliorare la coesione sociale e la qualità della vita dei cittadini.
Più nello specifico il Programma - si legge nella relazione illustrativa del Senato - si rivolge “alle città metropolitane, alle città capoluogo di provincia e alla città di Aosta e alle città medie con più di 60mila abitanti, in quanto luoghi caratterizzati da fenomeni di marginalità, con carenza di adeguata infrastrutturazione, alloggi sociali, in riferimento alle categorie più disagiate, con scarsa presenza di servizi”.
Il tutto in un’ottica di consumo zero del suolo.
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In attesa del decreto del MIT
Il Programma non è ancora pienamente operativo. Manca ancora, infatti, il Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) con cui saranno definiti:
- I termini, i contenuti, e le modalità di presentazione delle proposte (corredate dal relativo cronoprogramma di attuazione) al MIT, da parte di Regioni e Comuni per la realizzazione di interventi di edilizia residenziale sociale coerenti con la programmazione regionale;
- L’entità massima del contributo, nonché i tempi e le relative modalità di erogazione. Sin da ora si sa, però, che sarà assicurato il finanziamento di almeno una proposta per ciascuna Regione di appartenenza del soggetto proponente;
- I criteri per la valutazione delle proposte.
Su quest’ultimo punto, è già noto però che i progetti saranno valutati privilegiando in particolare:
- L’entità degli interventi riguardanti gli immobili di edilizia residenziale pubblica;
- Il recupero e la valorizzazione dei beni culturali;
- L’azzeramento del consumo di nuovo suolo mediante interventi di recupero, riqualificazione e densificazione funzionale di aree già urbanizzate ovvero, qualora non edificate, comprese in tessuti urbanistici fortemente consolidati;
- L’attivazione di finanziamenti sia pubblici che privati;
- Il coinvolgimento di operatori privati, anche del terzo settore;
- Le misure e i modelli innovativi di gestione, inclusione sociale e welfare urbano.
Il Decreto del MIT dovrebbe essere adottato entro 60 giorni dall’entrata in vigore della Legge di bilancio.
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Esenzione dal contributo di costruzione
Il Programma prevede anche che, per i progetti che saranno selezionati, i Comuni avranno la facoltà di non imporre il pagamento del contributo di costruzione stabilito nel Testo unico dell’edilizia.
Generalmente, infatti, in caso di rilascio del permesso di costruire da parte di una amministrazione comunale, il privato è tenuto alla "corresponsione di un contributo commisurato all'incidenza degli oneri di urbanizzazione nonché al costo di costruzione".
La quota del contributo da pagare è stabilita dal Comune sulla base degli importi definiti periodicamente dalle Regioni, con riferimento ai costi massimi ammissibili per l'edilizia agevolata.
Su questo fronte, invece, la Manovra 2020 prevede la possibilità per i Comuni di non applicare il contributo di costruzione per i progetti che saranno approvati nell’ambito del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare.
Una “Alta Commissione” per la valutazione delle proposte
I progetti che saranno presentati dalle Regioni e dai Comuni, saranno valutati da una commissione ad hoc, che verrà appositamente istituita presso il MIT.
La Commissione sarà composta da 12 membri, così designati:
- Sei rappresentanti del MIT;
- Un rappresentante designato dalla Conferenza Stato-Regioni;
- Un rappresentante designato dall’ANCI;
- Un rappresentante designato dal Ministero dell’interno;
- Un rappresentante designato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;
- Un rappresentante designato dal Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio;
- Un rappresentante designato dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio.
Ai componenti della Commissione non spetteranno indennità di alcun tipo.
I nomi saranno resi noti nelle prossime settimane, con un successivo Decreto del MIT.
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