Destinazione Impresa 4.0: l’innovazione in Italia passa anche per i DIH
Con l'obiettivo di favorire quel salto tecnologico necessario per rendere le imprese pronte per la quarta rivoluzione industriale anche l’Italia, così come il resto dei paesi europei, si è dotata negli ultimi anni di una rete di Digital Innovation Hub (DIH).
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Pensati come strutture per assistere le imprese nei propri percorsi di trasformazione ed innovazione digitale, i DIH costituiscono una delle tre colonne su cui si è strutturato il Sistema nazionale per permettere alle imprese - soprattutto piccole e medie - di non rimanere indietro in una fase cruciale come quella attuale, caratterizzata da un vero e proprio cambiamento epocale dei sistemi produttivi.
Industria 4.0, la strategia italiana per l’innovazione
I Digital Innovation Hub, infatti, sono stati ricompresi all’interno del Piano nazionale Impresa 4.0, il programma di politica industriale dell’Italia lanciato nel 2015. Nato originariamente con il nome di “Industria 4.0”, nel 2017 il Piano nazionale è stato rinominato “Impresa 4.0” con l'obiettivo di coinvolgere non più solo le imprese del manifatturiero, ma anche tutti gli settori dell’economia.
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All’interno di Impresa 4.0 lavorano fianco a fianco tre tipologie di strutture, unite dal comune obiettivo di traghettare il sistema produttivo italiano verso l’innovazione tecnologica in chiave 4.0: i Competence Center (CC), i Digital Innovation Hub e i Punti impresa digitale (PID).
Assieme, le tre strutture costituiscono il Network Nazionale Industria 4.0, lo strumento del Ministero dello sviluppo economico (MISE) per diffondere la conoscenza sui reali vantaggi derivanti dagli investimenti in tecnologie in ambito di Industria 4.0.
A distinguere le tre strutture è, fondamentalmente, il diverso livello di informazione, formazione e assistenza erogate alle imprese in materia di Industria 4.0.
I Punti di impresa digitale
Alla base del percorso che mira a favorire l'innovazione tecnologica delle imprese italiane in chiave 4.0 ci sono i PID, i Punti di impresa digitale gestiti dal sistema camerale.
Si tratta, infatti, di strutture di servizio presenti presso le Camere di Commercio che sostengono la diffusione del digitale tra le Micro Piccole Medie Imprese (MPMI) italiane di tutti i settori produttivi. L’obiettivo ultimo dei PID è, infatti, quello di aumentare “la consapevolezza delle imprese sulle possibili soluzioni offerte dal digitale e sui loro benefici, ma anche sui rischi connessi al suo mancato utilizzo”.
Le attività promosse dai PID sono essenzialmente quattro:
- La diffusione della conoscenza sulle tecnologie legate a Industria 4.0;
- La mappatura della maturità digitale delle imprese italiane e l’assistenza nell’avvio di processi di digitalizzazione attraverso i servizi di assessment e mentoring;
- La realizzazione di corsi di formazione sulle competenze di base nel settore digitale;
- L’orientamento verso gli Innovation hub e i Competence center.
Ai PID possono rivolgersi non solo le imprese di qualsiasi settore e dimensione, ma anche i professionisti.
Presso le Camere di Commercio le aziende hanno la possibilità di trovare quattro tipologie di figure professionali pronte ad accompagnarle, mano nella mano, lungo un percorso volto all’acquisizione di consapevolezza sull’importanza, ormai improcrastinabile, di dotarsi di soluzioni digitali per la propria attività. Si tratta del:
- Digital Leader (o «Ambassador») che coordina il PID camerale e ha la responsabilità della compliancy normativa;
- Digital coordinator che presidia il rapporto con le imprese e svolge l’assessment iniziale dell’impresa e coordina i digital promoter;
- Digital promoter – mediamente tre per PID – che sviluppa azioni di promozione, comunicazione ed assistenza;
- Digital mentor, che offre gratuitamente supporto di indirizzo/consulenza alle MPMI.
Le attività dei PID sono finanziate con i fondi del sistema camerale, derivanti dall'incremento del 20% del diritto camerale previsto dal Decreto ministeriale del 22 maggio 2017.
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I Digital Innovation Hub
Affianco ai PID, ma con un livello di assistenza e formazione molto più specialistico ed avanzato, ci sono i DIH promossi “da un’associazione di categoria delle imprese maggiormente rappresentativa a livello nazionale, costituita sul territorio nazionale”. La definizione dei DIH viene data dal Decreto direttoriale del MISE del 29 gennaio 2018, lo stesso con cui è stata lanciata la misura da 40 milioni di euro per la creazione dei Competence center.
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A differenza di quella erogata dai PID, la formazione sull’innovazione tecnologica assicurata dai DIH è di tipo avanzato.
Oltre a formare, poi, i Digital Innovation Hub hanno anche l’obiettivo di consolidare e coordinare le strutture di trasformazione digitale e i centri di trasferimento tecnologico.
Come i PID, anche i Digital Innovation Hub realizzano fondamentalmente quattro tipologie di attività, anche se solo le prime due sono in comune con quelle dei Punti impresa digitale delle camere di commercio:
- La diffusione delle conoscenze sulle tecnologie connesse a Industria 4.0;
- La mappatura della maturità digitale delle imprese;
- La realizzazione di corsi su competenze avanzate specifiche per settore;
- L’orientamento verso le strutture di trasformazione digitale, i centri di trasferimento tecnologico e i Competence Center.
In Italia esistono oltre 100 Digital Innovation Hub che fanno capo a quattro diverse associazioni di categoria:
- Confindustria: gli oltre 20 DIH di Confindustria hanno prevalentemente dimensione regionale o interregionale e operano attraverso “antenne territoriali” in collaborazione con le Associazioni di Confindustria;
- Confartigianato: i DIH di Confartigianato sono 18, ma l'obiettivo è quello di arrivare ad averne uno in tutte le sedi;
- CNA: la Confederazione nazionale dell’artigianato ha una rete di DIH composta da oltre 50 strutture, presenti in tutte le regioni italiane;
- Confesercenti: sono 25 i DIH di Confesercenti, che ha strutturato la propria rete di Innovation Hub tenendo conto delle peculiarità delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi e più in generale delle imprese non manifatturiere.
A questi si aggiunge, poi, l’Ecosistema digitale dell’innovazione (EDI) di Confcommercio, nato con l’obiettivo di sostenere la transizione al digitale delle imprese del Commercio, Turismo, Servizi, Trasporti, Professioni, Logistica e Terziario avanzato.
Tutti e cinque questi soggetti fanno parte del Network Nazionale Industria 4.0 del MISE.
I Competence Center
In cima alla scala - in termini di specializzazione - di strumenti e servizi per favorire l’acquisizione di conoscenze e competenze qualificate rispetto alle dimensioni essenziali di Industria 4.0 ci sono i Competence Center.
Si tratta di veri e propri poli di innovazione costituiti nella forma di partenariato pubblico-privato da almeno un organismo di ricerca e da una o più imprese.
Le attività realizzate dai Competence Center sono fondalmente tre:
- La mappatura della maturità digitale delle imprese, unico servizio in comune con i PID e con i DIH;
- L’alta formazione attraverso linee produttive dimostrative;
- Lo sviluppo di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, finalizzati alla realizzazione, da parte delle imprese fruitrici (in particolare PMI), di nuovi prodotti, processi o servizi (o al loro miglioramento) tramite tecnologie avanzate in ambito Industria 4.0.
A differenza dei DIH, i Competence Center sono finanziati con risorse nazionali tramite un bando del MISE, pubblicato nel 2018 e con una dotazione pari a 40 milioni di euro. Il bando ha avuto l'obiettivo di selezionare la rete di CC diffusa sul territorio nazionale che oggi - sulla base della graduatoria provvisoria - include le seguenti strutture ammesse alla fase negoziale:
- Politecnico di Torino – Manufacturing 4.0;
- Politecnico di Milano – Made in Italy 4.0;
- Alma Mater Studiorum Università di Bologna – BI-REX;
- Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – ARTES 4.0;
- Università degli Studi di Padova - SMACT;
- Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Industry 4.0;
- Consiglio Nazionale delle Ricerche – START 4.0;
- Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – Cyber 4.0.
Dal punto di vista operativo, una volta costituiti, ciascun Competence Center promuoverà dei bandi tramite cui saranno selezionate le proposte progettuali di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale delle imprese, che saranno realizzate con il cofinanziamento del Competence Center che ha emesso il bando.
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PID, DIH e EDI: i case studies italiani per la digitalizzazione delle PMI
Nella corsa del sistema produttivo italiano verso la quarta rivoluzione industriale, i Punti Impresa Digitale (PID), i Digital Innovation Hub (DIH) e l’Ecosistema Digitale per l’Innovazione (EDI) rappresentano le porte di accesso privilegiate delle imprese alle innovazioni connesse a Industria 4.0.
Pensati, infatti, come strutture per assistere le imprese nell’approccio alla digitalizzazione, PID, DIH e EDI operano lungo il percorso di innovazione tecnologica in chiave Industria 4.0, che parte per tutti dalla mappatura della maturità digitale delle imprese italiane.
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I PID tra presente e futuro
Forti della presenza strutturata su tutto il territorio nazonale, nella partita che il nostro Paese sta giocando in materia di Impresa 4.0, le Camere di Commercio - grazie ai PID - hanno assunto il ruolo di prima porta di accesso delle imprese verso la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica.
I PID, infatti, offrono vari servizi a sostegno della digitalizzazione delle PMI, a cominciare dal questionario di autovalutazione per testare il livello di maturità digitale di ogni impresa.
Il digital assessment (valutazione) è un servizio gratuito a disposizione di tutte le imprese interessate a verificare il proprio grado di sviluppo sul fronte della digitalizzazione, accessibile in duplice modalità:
- Quella più immediata è costituita dal questionario online “SELFI 4.0”. Si tratta di un test di autovalutazione di 30 minuti, tramite cui l’impresa potrà verificare - in completa autonomia - il proprio livello di maturità digitale. Al termine del test il sistema rilascerà poi un report che riassume i livelli di digitalizzazione raggiunti in ciascun processo/area oggetto di valutazione.
- La seconda modalità per verificare il proprio grado di maturazione digitale è rappresentato, invece, da “ZOOM 4.0”. In questo caso l’assessment sarà realizzato con il supporto di un Digital promoter del PID che si recherà direttamente presso l’impresa per effettuare una ricognizione più approfondita dei processi produttivi al fine di fornire indicazioni sui percorsi di digitalizzazione in chiave Impresa 4.0 più opportuni da avviare. L’appuntamento va prenotato contattando il PID della propria Camera di Commercio. Anche in questo caso, al termine della valutazione, l’impresa riceverà un report finale con indicazione del livello di digitalizzazione ottenuto in ciascuno processo oggetto di analisi e suggerimenti in merito alle tecnologie e/o alle strutture tecnologiche specializzate alle quali rivolgersi per implementare le soluzioni consigliate.
Particolarmente interessante è, poi, il premio annuale di Unioncamere “Top of the PID”, rivolto alle imprese che hanno realizzato (o stanno realizzando) un progetto di digitalizzazione 4.0, grazie al supporto dei PID. Alle migliori esperienze realizzate, Unioncamere assicura visibilità sui social e nelle fiere di settore dedicate all’innovazione.
Tra i premiati dell’ultima edizione, annunciati il 18 ottobre a Maker Faire 2019, emergono progetti di innovazione tecnologica realizzati grazie all’impiego di tecnologie riconducibili all’area di Industria 4.0 e che, almeno quest'anno, hanno riguardato soprattutto il cloud e i big data analytics. I progetti premiati sono stati sei; tra questi figurano:
- Una ginocchiera che emette segnali luminosi per guidare la camminata di persone con deficit di deambulazione;
- Un sistema gestionale che prende decisioni in autonomia grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale;
- Un assistente digitale che studia le abitudini delle persone e ne trasforma il modo di lavorare attraverso l'adozione delle tecnologie avanzate.
Sulla scia dei risultati finora conseguiti - sono oltre 70mila gli imprenditori che hanno fruito dei servizi dei PID - nel prossimo triennio il Sistema camerale stanziare 100 milioni di euro per continuare ad assistere la trasformazione digitale delle PMI italiane. L’annuncio è stato dato a fine ottobre a Treviso, nel corso dell’Assemblea dei Presidenti delle Camere di Commercio.
Grazie ai nuovi fondi, nei prossimi tre anni i PID svolgeranno ulteriori compiti, come il sostegno alle imprese:
- Sia nello sviluppo di nuovi o più efficienti sistemi organizzativi per ridurre il più possibile tutte le forme di spreco (di materiali, risorse energetiche, tempi di trasporto e produzione);
- Sia nello sviluppo delle competenze del personale impiegato nelle PMI (lavoratori, manager e impiegati). L’obiettivo è di realizzare percorsi mirati di riqualificazione (re-skilling) e di aggiornamento (up-skilling) delle risorse umane dell’azienda.
> Impresa 4.0 - dalle Camere di commercio in arrivo 100 milioni
EDI, l’Ecosistema Digitale per l’Innovazione di Confcommercio
Riconosciuto e accreditato dal Piano Nazionale Impresa 4.0, EDI è la struttura di Confcommercio per assistere le imprese dei settori del Commercio, Turismo, Servizi, Trasporti, Professioni, Logistica e Terziario avanzato sul fronte dell'innovazione tecnologica e della digitalizzazione, indispensabili per agganciare stabilmente la quarta rivoluzione industriale, ormai in atto in tutto il mondo.
Analoghi per finalità e livello di sofisticatezza ai Digital Innovation Hub di altre associazioni di categoria, gli EDI di Confcommercio sono strutturati in due gruppi, con l'obiettivo di valorizzare le peculiarità, anche produttive, del territorio italiano.
La galassia EDI, infatti, è divisa in:
- EDI Tematici che mirano a valorizzare a livello nazionale le eccellenze locali, grazie a competenze specialistiche su temi specifici legati alla cultura e alla vocazione dei territori;
- l’EDI Innovation Center che è, invece, la struttura di raccordo nazionale che definisce le linee di sviluppo strategico della rete e sviluppa competenze, relazioni, soluzioni a supporto delle attività degli EDI Tematici.
Nell’ambito delle numerose attività promosse dagli EDI, particolarmente rilevante è quella assicurata dagli Sportelli Innovazione (SPIN). Si tratta di un vero e proprio presidio territoriale della rete EDI, nato con l'obiettivo di offrire alle imprese servizi e soluzioni digitali di alto profilo. In particolare grazie agli SPID, gli EDI sono in grado di assicurare alle imprese i seguenti servizi “a sportello”:
- Formazione e consulenza sull’innovazione di processo/prodotto e sulle tecnologie abilitanti;
- Consulenza per l’accesso agli incentivi all’innovazione;
- Accelerazione/incubazione di idee progettuali innovative;
- Laboratori per la creatività digitale.
Particolarmente interessante è poi EDI Training, il progetto formativo di EDI realizzato in collaborazione con la Scuola di Sistema Confcommercio e dedicato al personale convenzionato di Confcommercio. Obiettivo del programma è quello di sostenere lo sviluppo di conoscenze e competenze sui temi collegati alla trasformazione digitale, ad Impresa 4.0 e all’innovazione dei servizi, per garantire il necessario supporto alle imprese che faranno riferimento agli SPIN di EDI.
I Digital Innovation Hub di Confindustria
I DIH di Confindustria hanno una dimensione regionale o interregionale e collaborano, in maniera diretta o indiretta, con l’ecosistema dell’innovazione costituito da: università, Competence Center, cluster, test lab/centri di player industriali/servizi ICT, centri di ricerca; parchi scientifici e poli tecnologici, incubatori di startup, Fab Lab, investitori, enti Locali.
Tra le attività degli oltre 20 DIH di Confindustria, particolarmente interessante è quella promossa sul fronte del credito per gli investimenti in innovazione dal DIH Lombardia, il primo Digital Innovation Hub nato nella galassia confindustriale.
A luglio 2019, infatti, grazie ad un accordo firmato tra Confindustria Lombardia e UBI Banca per valorizzare le “Filiere 4.0”, il DIH Lombardia è stato investito del compito di approfondire i bisogni delle imprese in vista di adeguare una specifica offerta di credito.
Tra le altre attività promosse dai DIH di Confindustria, particolarmente interessante è poi il progetto “AMa - DIH” che garantisce un affiancamento manageriale alle imprese interessate ad intraprendere la strada della digitalizzazione in chiave 4.0.
Il progetto - realizzato in collaborazione con 4.Manager e Federmanager - consiste nell'inserimento momentaneo nei DIH di figure manageriali qualificate e momentaneamente senza occupazione. Queste figure affiancano le imprese nello svolgimento dei test di autovalutazione della maturità digitale e sono in grado di proporre una roadmap con le possibili azioni da intraprendere per avviare la digitalizzazione dell’impresa sul fronte:
- Delle tecnologie;
- Dell’aggiornamento delle competenze legate alla digitalizzazione;
- Delle agevolazioni fiscali e dei finanziamenti a supporto dell’innovazione 4.0.
Il progetto nasce dalla crescente domanda di assistenza da parte delle imprese, da cui è scaturito il bisogno di rafforzare la struttura dei DIH con figure professionali dotate delle necessarie competenze tecniche e manageriali.
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