DEF - gli impegni del Governo su immobili pubblici e patrimonio culturale
Ecco un quadro delle strategie e delle misure che il Governo intende avviare nei prossimi anni per la valorizzazione del patrimonio immobile pubblico e per la tutela e la fruizione dei beni culturali.
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Nella Nota di aggiornamento al DEF (Documento di Economia e Finanza), attualmente all'esame del Parlamento, il Governo fa il punto sullo stato dell'arte e sugli interventi da implementare nei prossimi mesi in materia di valorizzazione dei beni immobili pubblici e di tutela del patrimonio culturale.
Valorizzazione del patrimonio pubblico
La valorizzazione del patrimonio pubblico è un elemento cardine della strategia economica e di bilancio del Governo, dal momento che, oltre ai benefici per la finanza pubblica derivanti dal recupero della spesa e dalla riduzione del debito pubblico, ha implicazioni rilevanti per l’efficienza nella gestione degli stessi asset pubblici, si legge nella nota.
Il Governo individua due principali direttrici per la valorizzazione dei beni pubblici:
- per gli immobili "più appetibili", si pensa all'utilizzo di varianti urbanistiche e variazioni nella destinazione d'uso propedeutiche alla cessione (sia diretta che mediata da Fondi immobiliari);
- per gli immobili utilizzati a fini istituzionali, si punta ad una gestione economica più efficiente, la razionalizzazione degli spazi utilizzati e la rinegoziazione dei contratti di locazione. Le azioni di riqualificazione e dismissione, si specifica nella nota, coinvolgeranno tutti i livelli istituzionali, nel quadro del cosiddetto “federalismo demaniale”.
Per il 2018, il Governo prevede proventi derivanti dalle vendite di immobili pubblici pari a 600 milioni di euro, tra asset di Amministrazioni centrali, Amministrazioni locali ed Enti di previdenza. Le dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico per gli anni 2019 e 2020 sono stimate, rispettivamente, nella misura di 640 milioni e 600 milioni di euro.
Per la ricognizione annuale dei beni di proprietà delle Amministrazioni pubbliche, spiega la nota di aggiornamento al DEF, il Ministero dell'economia e delle finanza (MEF) si avvale di un sistema informativo, che consente una quantificazione della consistenza e, in futuro, del valore del patrimonio.
I fabbricati pubblici censiti dal MEF sono, al 2015, circa un milione di unità catastali per 283 miliardi di euro. Il 77% del patrimonio è riconducibile a fabbricati utilizzati direttamente dalla PA e quindi non disponibili nel breve-medio termine per progetti di valorizzazione e dismissione. Il restante 23% è dato in uso, a titolo gratuito o oneroso, a privati, per un valore di 51 miliardi, o risulta non utilizzato o in ristrutturazione.
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Il ruolo dell'Agenzia del Demanio
Un discorso a sè viene fatto per l'Agenzia del Demanio, che, si legge nel documento, ha in gestione una quota di patrimonio pubblico costituita da circa 43mila immobili, di cui circa 30mila fabbricati e per il resto terreni, per un valore complessivo di 60,6 miliardi di euro.
Negli ultimi anni, una parte del demanio disponibile è stata progressivamente alienata e, attraverso una serie di investimenti, si è assistito ad un aumento del valore dei beni in uso governativo.
Anche in virtù del rafforzamento della propria struttura tecnica, spiega il documento, il demanio si propone di destinare nei prossimi anni due miliardi di euro, già stanziati dalle leggi di bilancio, per:
- la riqualificazione sismica ed energetica degli immobili statali (1,1 miliardi),
- la razionalizzazione degli usi governativi e la realizzazione dei 39 progetti di federal building attualmente previsti (0,9 miliardi).
Dal 2015 l'Agenzia del Demanio promuove, inoltre, due programmi di valorizzazione di beni immobili pubblici inutilizzati: Valore Paese - Fari e Valore Paese – Cammini e percorsi. Infine, con il progetto OpenDemanio è stata creata una piattaforma aperta che permette di visualizzare i singoli beni gestiti dall'Agenzia e verificare direttamente lo stato di manutenzione e rigenerazione.
Tra gli obiettivi per i prossimi mesi, spiega il Governo, vi è quello di dotare il demanio di un applicativo informatico finalizzato a uniformare il processo di stima per l’attestazione della congruità del prezzo di acquisto degli immobili delle PA, in un'ottica di contenimento dei costi, semplificazione e trasparenza.
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Tutela del patrimonio culturale
Gli obiettivi di tutela dei beni culturali e di valorizzazione e fruizione del patrimonio, si legge nel documento, saranno perseguiti attraverso misure di varia natura:
- mappatura dei beni culturali abbandonati e non utilizzati;
- prevenzione del rischio per i siti archeologici;
- realizzazione di un Catalogo Unico Nazionale Digitale del patrimonio culturale;
- monitoraggio della gestione dei siti UNESCO italiani;
- sviluppo di reti museali;
- sperimentazione di card digitali per usufruire di beni ed attività culturali;
- valorizzazione del patrimonio culturale della moda e del design.
Per la gestione del patrimonio culturale, in termini di tutela, sicurezza, valorizzazione e fruizione, il Governo intende promuovere un piano di digitalizzazione, anche attraverso azioni organiche e integrate per migliorare il controllo e la conoscenza capillare del territorio.
Inoltre, saranno investite nuove risorse per la promozione della cultura tra i giovani, anche coinvolgendo le industrie culturali, e per incrementare progetti speciali "fortemente avvertiti dai territori" e il sostegno statale a iniziative nei settori di:
- arte contemporanea,
- archeologia,
- architettura,
- riqualificazione delle periferie,
- innovazione.
Dal punto di vista normativo, si legge nella nota di aggiornamento al DEF, una delle misure previste in questo ambito riguarda la revisione del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, anche nell'ottica di "migliorare la capacità di prevenzione e il contrasto all'illegalità", oltre alla "capacità di valorizzare e mobilitare le vocazioni dei territori". In merito, si legge, sarà presentato un disegno di legge delega collegato alla Legge di bilancio 2019.
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Nel quadro della valorizzazione dei beni culturali si collocherà, inoltre, lo sforzo del Governo per:
- rafforzare le capacità del Mezzogiorno di gestire progetti culturali,
- promuovere il Made in Italy, anche nei campi specifici della Moda e del Design,
- sperimentare forme di comunicazione più avanzata per favorire una maggiore accessibilità nella fruizione dei beni culturali,
- portare nelle scuole e nelle università progetti di promozione delle attività culturali.
Quest’ultimo obiettivo, conclude la nota, verrà sviluppato anche grazie a incentivi per la formazione continua e l’aggiornamento professionale degli operatori della cultura e per il rafforzamento dell’offerta formativa negli atenei.