QFP post 2020 – Juncker, accordo su Bilancio UE subito dopo Brexit

Günther H. OettingerDue giorni di dibattito a Bruxelles sulle priorità e le opzioni possibili per il Quadro finanziario pluriennale (QFP) post 2020, nell'ambito della conferenza di alto livello “Shaping Our Future Designing the Next Multiannual Financial Framework”.

State of the Union – Bilancio UE, quali scenari per il QFP post 2020

Il bilancio UE non è un esercizio contabile, ha a che fare con le ambizioni dell'UE e con la possibilità di portarle avanti. Così il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha aperto il suo intervento alla conferenza di alto livello sul prossimo Quadro finanziario pluriennale “Shaping Our Future Designing the Next Multiannual Financial Framework”, organizzata l'8 e il 9 gennaio dall'European Political Strategy Centre, think tank in house della Commissione europea.

Dopo il documento di riflessione sul futuro delle finanze dell'Unione, entra quindi nel vivo il confronto in vista della proposta per il Bilancio UE post 2020 che la Commissione presenterà a maggio.

Bilancio UE - Bruxelles, documento su futuro finanze Unione

Juncker, accordo sul QFP entro primavera 2019

Nel suo ultimo discorso sullo Stato dell'Unione, Juncker aveva già chiarito che a suo avviso l'UE ha bisogno di un budget adeguato a finanziare le nuove sfide che caratterizzano l'attuale contesto europeo, dalla globalizzazione alla sicurezza, dai cambiamenti climatici alla pressione migratoria, nonostante l'uscita del Regno Unito dall'UE e la conseguente perdita di risorse.

Questo significa, ha spiegato il numero uno della Commissione aprendo la conferenza, che il dibattito sul prossimo QFP dovrebbe concentrarsi sulle ambizioni dell'UE e non partire dai tetti di spesa. Un approccio analogo a quanto suggerito nel position paper presentato ad aprile dall'Italia, secondo cui occorre “partire dall’individuazione degli obiettivi, per arrivare solo in un secondo momento alla quantificazione degli stanziamenti necessari”.

Naturalmente alcune ambizioni dovranno essere ridimensionate per fare posto ad altre, ha ammesso Juncker, a cominciare dalla Politica di Coesione e dalla Politica Agricola Comune, ma non si può pensare di continuare a finanziare il bilancio dell'Unione non muovendosi dall'attuale soglia di contributo nazionale, pari a circa l'1 del Pil degli Stati membri.

L'UE vale più del costo di una tazza di caffè al giorno, ha concluso Juncker, auspicando il raggiungimento di un accordo al Consiglio europeo entro maggio-giugno 2019, subito dopo Brexit.

Oettinger, meno fondi per PAC e Coesione, no a tagli per Erasmus e Horizon

Ad anticipare maggiori dettagli sulla visione dell'Esecutivo UE è stato il commissario al Bilancio Günther H. Oettinger. Il principale problema è che abbiamo troppi gap, sul fronte delle entrate, per l'uscita del Regno Unito, e delle spese, per le nuove attività di cui l'Unione deve farsi carico, ha detto il commissario.

Nel complesso, dal lato delle entrate, la Commissione proporrà di colmare il buco dovuto alla Brexit per il 50% attraverso tagli e per il 50% mediante risorse fresche, sfruttando il lavoro del gruppo di alto livello guidato da Mario Monti sulle risorse proprie; sul fronte delle spese, invece, i nuovi compiti richiederanno circa 8-12 miliardi in più all'anno, che per l'80% dovranno essere coperti con nuove entrate e per il 20% residuo tramite tagli.

Nuove entrate per il prossimo Bilancio UE

Secondo Oettinger politiche tradizionali la PAC e della Politica di Coesione dovranno essere quindi ridimensionate, pur rimanendo politiche importanti, e arrivare ad assorbire circa il 30% del budget complessivo, contro il 35% attuale. Altre, come Erasmus Plus e il successore di Horizon 2020, il nono Programma quadro per la ricerca e l'innovazione dell'UE, dovrebbero invece essere escluse dai tagli.

In generale, ha precisato Oettinger, nessun euro dovrebbe essere speso a livello UE senza assicurare un valore aggiunto. Questo dovrebbe essere il principio guida del nuovo QFP, ha detto il commissario, che si è espresso anche a favore di un ultimo Quadro finanziario di durata settennale, prima di passare a un bilancio europeo su base quinquennale.

Bilancio UE post 2020 - le sfide per la Politica Coesione

Padoan, QFP assicuri i beni pubblici europei

Al dibattito sul futuro del bilancio UE ha contribuito anche il governo italiano, rappresentato alla conferenza dal ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan. Il documento portato a Bruxelles da Padoan ribadisce l'esigenza di costruire il prossimo bilancio europeo assicurando finanziamenti adeguati tanto alla Politica agricola e alla Coesione quanto alle nuove sfide della sicurezza, della pressione migratoria e della difesa, tutti temi che vanno riconosciuti quali beni pubblici europei.

Diverse le strade indicate nel documento italiano per reperire i fondi necessari, dall'introduzione del cofinanziamento nazionale per la PAC al proseguimento del Piano Juncker, che grazie all'effetto leva permette di moltiplicare l'impatto delle risorse pubbliche attraendo capitali privati, fino a nuove risorse proprie, come carbon tax e web tax.

Nella proposta di QFP post 2020 che la Commissione presenterà a maggio ci saranno almeno due o tre delle entrate proposte dal report Monti per incrementare le risorse proprie, ha assicurato da parte sua Oettinger, chiudendo la seconda giornata di lavori. E combatteremo perchè il Consiglio le accetti, ha concluso.

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