State of the Union - pilastro sociale, standard comuni e piano d'azione UE
Nel suo discorso sullo Stato dell'Unione il presidente Juncker ha chiesto agli Stati membri di accordarsi al più presto sul pilastro Ue dei diritti sociali.
> State of the Union – le proposte di Juncker per il futuro della UE
> Pilastro diritti sociali – Italia, rifinanziare Erasmus e Garanzia Giovani
Durante il discorso sullo Stato dell'Unione, il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha sottolineato l'importanza di rispettare in tutta l'Ue il pilastro europeo dei diritti sociali, presentato lo scorso aprile dal Collegio dei commissari.
Pilastro europeo dei diritti sociali
Il pilastro europeo dei diritti sociali stabilisce 20 principi e diritti fondamentali per sostenere il buon funzionamento, l'equità dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale. L'obiettivo è avviare nell'Unione un nuovo processo di convergenza verso migliori condizioni di vita e di lavoro per tutti i cittadini.
I principi e i diritti definiti dal pilastro sono articolati in tre categorie:
- pari opportunità e accesso al mercato del lavoro,
- condizioni di lavoro eque,
- protezione e inclusione sociali.
Il rispetto di tali principi e diritti è responsabilità congiunta degli Stati membri, delle istituzioni dell'Ue, delle parti sociali e di altri soggetti interessati.
State of the Union, diritti sociali in Europa
In occasione del suo discorso, Juncker ha sollecitato gli Stati membri ad attivarsi al più presto nell'implementazione del pilastro europeo dei diritti sociali, in vista soprattutto del vertice sociale per l'occupazione e la crescita eque, in programma a Göteborg il 17 novembre 2017.
L'evento sarà un momento cruciale per indirizzare i lavori dell'Ue sul fronte delle politiche sociali, scelto dalla Commissione europea per il lancio congiunto, insieme al Parlamento europeo e al Consiglio, del pilastro sui diritti sociali.
I sistemi sociali nazionali continueranno ad essere diversi ancora per molto tempo, ha proseguito il presidente della Commissione Ue, ma con un pilastro sociale l'Europa avrà almeno una serie di standard comuni per valutare cos'è socialmente giusto.
In questo contesto l'Estonia, a capo della presidenza del Consiglio Ue, si impegnerà nei prossimi mesi nel migliorare la qualità e le condizioni di vita dei cittadini europei, ha annunciato Matti Maasikas, viceministro estone per gli Affari europei. La crescita e lo sviluppo del mercato unico non possono prescindere dalla tutela e dal rispetto dei diritti fondamentali, come l'accesso al lavoro e la libertà di movimento nell'Unione, ha aggiunto.
Un piano d'azione per i diritti sociali
Il pilastro europeo dei diritti sociali dovrebbe essere accompagnato da un piano d'azione per implementare effettivamente in tutti gli Stati membri i principi e i diritti enunciati, ha commentato Luca Visentini, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (ETUC). Per contrastare le diseguaglianze sociali in Europa servono interventi concreti ed immediati, a partire dagli investimenti pubblici per la creazione di nuovi posti di lavoro.
I fondi Ue e il Quadro finanziario pluriennale devono essere mobilitati affinché tutti i diritti e le misure previsti dal pilastro siano applicabili, ha sottolineato. Inoltre, ha aggiunto, è necessario affrontare l'emergenza salari, alzando gli stipendi dei lavoratori europei e riducendo i divari salariali che danneggiano il potenziale del mercato unico.
Fondo sociale europeo compie 60 anni
Nel 2017 si celebra anche il 60esimo anniversario del Fondo sociale europeo, il principale strumento Ue a sostegno dei cittadini europei sul fronte dell'occupazione, della formazione e dell'inclusione sociale.
Il FSE è basato sul principio del cofinanziamento: i contributi finanziari sono erogati sia dagli Stati membri che dalla Commissione europea, e talvolta anche dal settore privato. Per il periodo 2014-2020 le risorse a disposizione ammontano a 124,9 miliardi di euro (di cui 86,4 miliardi a carico del bilancio Ue) e, attraverso i programmi operativi, perseguono gli obiettivi Ue in materia di inserimento nel mondo del lavoro, miglioramento dell'istruzione, promozione dell'inclusione sociale e accesso ai servizi pubblici.
Contratto di lavoro, obbligo di informare il lavoratore su condizioni applicabili
La Commissione Ue ha dato il via alla seconda fase della consultazione lanciata in primavera per una possibile revisione della direttiva 91/533/CEE relativa all'obbligo del datore di lavoro di informare il lavoratore delle condizioni applicabili al contratto o al rapporto di lavoro.
Consultando le parti sociali, il Collegio dei commissari intende individuare i punti di forza e le debolezze del quadro normativo Ue relativo ai contratti di lavoro. Alla prima fase della consultazione - conclusasi a giugno - hanno partecipato sei sindacati e tredici organizzazioni dei lavoratori. I sindacati hanno sottolineato la necessità di rafforzare la direttiva 91/533/CEE al fine di migliorare le condizioni dei lavoratori più vulnerabili, mentre le organizzazioni dei lavoratori sono contrarie alla revisione della normativa.
La seconda fase della consultazione - aperta fino al 3 novembre - è incentrata sul medesimo problema individuato nella prima fase, ossia l'insufficiente protezione dei lavoratori in Europa, con particolare attenzione al precariato. La Commissione Ue chiede pertanto alle parti sociali di inviare il proprio contributo, che sarà tenuto in considerazione per lo sviluppo di una futura proposta legislativa.