ITER: la fusione nucleare a rischio nell'ambito di Horizon 2020
Quale sarà il futuro finanziario di ITER (International thermonuclear experimental reactor) il progetto europeo per la fusione nucleare? Dopo il no della Commissione europea all'inclusione di ITER nel quadro finanziario pluriennale (MFF) 2014-2020, prosegue il dibattito istituzionale sulle modalità di finanziamento del progetto avviato nel 2007 e costato fino ad ora 16 miliardi di euro.
Lo scorso dicembre Consiglio, Parlamento e Commissione avevano raggiunto un accordo per finanziare il progetto, nel 2012 e nel 2013, con 1,3 miliardi di euro, in linea con quanto stabilito nella proposta presentata dalla Commissione nel luglio del 2010.
Prima della pausa natalizia la Commissione ha ridefinito la propria posizione proponendo di finanziare ITER al di fuori del quadro finanziario pluriennale. La proposta, appoggiata dal Parlamento e da alcuni Stati membri, intende evitare il frazionamento delle risorse previste per il nuovo programma di ricerca, Horizon 2020, dotato di uno stanziamento complessivo di 85 miliardi di euro.
Il rischio paventato da molti è che ITER possa sottrarre le risorse destinate alla realizzazione delle proposte di ricerca già esistenti. Paure determinate dalla storia piuttosto complessa che ha caratterizzato dal 1988 la vita di questo progetto.
ITER nasce 24 anni fa con la firma dell'accordo di partecipazione della Comunità europea dell'energia atomica alle attività di progettazione di un reattore sperimentale termonucleare internazionale. Il progetto, che coinvolge UE, Stati Uniti, Russia, India, Repubblica di Corea, Cina e Giappone, intende riprodurre a livello artificiale lo stesso tipo di fusione che avviene nel sole, per generare maggior energia a buon prezzo senza ricorrere ai carburanti fossili.
Secondo le stime iniziali per il progetto si sarebbero spesi 5 miliardi di euro, cifre triplicate soprattutto negli ultimi cinque anni, in cui sono stati avviati i lavori per il sito di sperimentazione a Cadarache, nel sud della Francia. Il 45% dei finanziamenti proviene dall'Europa, con un contributo considerevole da parte della Francia. Sulla base della roadmap del progetto i lavori dovrebbero terminare nel 2019, con l'investimento di circa 12,8 miliardi euro nei prossimi dieci anni.
Riteniamo che la proposta di tenere ITER al di fuori del MFF - ha dichiarato un portavoce della Commissione europea a EurActiv.com - sia il miglior modo per garantire il supporto finanziario al progetto senza esporre il bilancio comunitario all'aumento inatteso dei costi che caratterizza ITER.
E' dello stesso parere anche l'eurodeputato belga, Philippe Lamberts, secondo il quale il progetto rappresenta una "cattedrale nel deserto", che produrrà energia solo nei prossimi 50 anni, un target mobile che non possiamo permetterci.
Ma è ancora tutto da decidere, ha ricordato Helga Nowotny, presidente dell'European Research Council (ERC), uno degli istituti di ricerca che godrà dei finanziamenti previsti da Horizon 2020. Niente è definitivo in tempo di crisi, ha dichiarato Nowotny, e le proposte della Commissione su Horizon 2020 dovranno essere confermate nel corso delle negoziazioni con il Consiglio e il Parlamento.
Nel 2012 infatti non solo sarà approvato il nuovo MFF ma si svolgeranno in parallelo le discussioni inerenti il progetto ITER, sotto lo sguardo attento delle presidenze di turno, quella danese e quella cipriota.
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