Riforma appalti - verso voto Camera - tempi più lunghi e dubbi su concessioni
La novità più importante arrivata a Montecitorio è che il recepimento delle direttive sarà diluito in tre fasi
Riforma in due tempi. O, forse, anche in tre. Si allunga il calendario programmato per il recepimento delle direttive europee in materia di appalti. E’ questa la novità più importante che emerge da quest’ultima fase di lavori, in corso alla Camera: entro il 18 aprile 2016, nei tempi inizialmente previsti da Bruxelles, ci sarà solo il recepimento delle direttive. Poi, entro il 31 luglio sarà approvato il Codice vero e proprio, con un decreto di correzione del testo precedente. E, infine, arriverà il nuovo regolamento, in versione leggera, attraverso un decreto del Ministero delle Infrastrutture di concerto con l’Anac. Intanto, le votazioni in commissione Ambiente a Montecitorio entrano nel vivo. E lasciano in sospeso, per ora, la questione delle concessioni.
Domani prime votazioni
“Mercoledì sera - ha detto il ministero delle Infrastrutture, Graziano Delrio - andrò in commissione e speriamo di poter licenziare definitivamente un nuovo Codice degli appalti che potrà consentire tempi veramente certi delle opere”. Domani alle 20 e 30, infatti, è programmata una seduta chiave per questa ultima fase di lavori. Dopo l’approvazione del Senato e una lunga fase preparatoria alla Camera, la commissione Ambiente di Montecitorio metterà finalmente mano alle votazioni, un traguardo atteso dall’inizio del mese.
La soft law Anac
Dopo la pausa estiva, sono serviti diversi giorni per trovare la quadra sul passaggio del testo che rappresenta la vera grande novità di questa seconda fase di discussione del provvedimento. Il tema è quello del regolamento: Governo e Parlamento hanno inserito nel percorso del nuovo Codice appalti le linee guida di “soft law” dell’Anac. Ma, per farlo, hanno rimesso mano in maniera sostanziale a tutto il calendario che, finora, era stato dato per scontato.
Il nuovo calendario
In sostanza, fino a qualche giorno fa si era sempre parlato di un solo decreto per il Codice e di un regolamento attuativo approvato in maniera contestuale. Adesso, le cose sono cambiate: un emendamento firmato dalla relatrice Raffaella Mariani (Pd) ha rivisto questo calendario. Entro aprile ci sarà solo un recepimento formale delle direttive europee. Evidentemente, i tempi della commissione che a Palazzo Chigi sta coordinando la scrittura del testo, insieme al Mit e all’Anticorruzione, sono ancora lunghi. Entro luglio, poi, arriverà il Codice vero e proprio, che ingloberà il vecchio testo e correggerà eventuali imprecisioni. Infine, la terza fase sarà affidata a un decreto concertato tra Ministero delle Infrastrutture e Anac.
Le altre novità
Insomma, i tempi per completare la riforma degli appalti si allungano di parecchio. Non sarà questa, comunque, la sola modifica portata dalla Camera. Le votazioni di domani affronteranno anche alcune questioni più tecniche, come l’avvio di uno specifico controllo dei contratti secretati da parte della Corte dei conti. Ancora, ci sarà la cancellazione della legge Obiettivo, con il suo libro dei sogni di grandi infrastrutture, e la modifica del bonus del 2%, l’incentivo a favore dei tecnici interni alla pubblica amministrazione.
Dubbi sulle concessionarie
Restano, invece, ancora incerte le intenzioni del Governo sulla questione delle concessionarie. Da un lato, c’è il tema dei lavori in house che, in parte, vanno messi in gara: la formulazione uscita dal Senato prevede che tutto andrà sul mercato e, al momento, è oggetto di un’attenta riflessione, anche alla luce delle proteste dei gestori autostradali. Dall’altro, c’è la questione delle concessioni in scadenza da mandare in gara. Sul punto è aperto un filo diretto con Bruxelles: Delrio ha avuto diversi colloqui per affrontare i nodi relativi alle norme italiane, che riguardano principalmente i casi di concessionarie pubbliche. Anche in questa ipotesi è probabile qualche ritocco dell’ultimo minuto.