I professionisti reclamano i fondi UE 2014-2020
Quattro associazioni - Confprofessioni, Adepp, Cup e Rete professioni tecniche - lanciano un appello alle Regioni e al Governo per chiedere di inserire i professionisti tra i potenziali beneficiari dei fondi europei 2014-2020.
A pochi giorni dalla scadenza per l'invio a Bruxelles della bozza definitiva dell'Accordo di partenariato da parte delle autorità italiane, prevista per il 22 aprile, i professionisti tentano il dialogo con le Regioni e con il Governo per rientrare tra i beneficiari dei fondi strutturali 2014-2020.
La richiesta, si legge nella lettera indirizzata al presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, ai presidenti delle Regioni e delle Province autonome, agli assessori regionali con delega ai fondi europei e alla Presidenza del Consiglio dei ministri, è quella di inserire all’interno della programmazione dei fondi Ue “misure, agevolazioni e incentivi che includono i liberi professionisti, ormai equiparati dal punto di vista economico alle piccole e medie imprese”. La Commissione europea ha infatti previsto l'accesso dei liberi professionisti ai fondi europei, ma l'effettivo accesso ai bandi dipenderà dai programmi operativi che verranno approvati a livello nazionale e regionale.
"Entriamo in competizione con i soggetti che normalmente beneficiano di queste risorse", ha recentemente dichiarato il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, sottolineando la necessità di “un cambio culturale sia da parte di chi eroga le risorse, sia di chi le chiede”. Cambiamento culturale intervenuto, ad esempio, nel caso del Fondo di Garanzia per le PMI, reso accessibile dal decreto ministeriale del 27 decembre 2013, in attuazione del Decreto del Fare (decreto-legge n. 69 del 2013) anche ai professionisti iscritti agli ordini professionali e a quelli aderenti alle associazioni professionali riconosciute dal Ministero dello Sviluppo economico.
Oltre all'inclusione nella platea dei beneficiari dei fondi europei, le associazioni chiedono a Regioni e Presidenza del Consiglio dei ministri la convocazione di "un tavolo di confronto sull'impatto della crisi sul lavoro autonomo per individuare e sostenere azioni nell'ambito delle politiche europee, con riferimento alle misure per l’autoimpiego, la microimprenditorialità, l’accesso al credito e dunque la lotta al credit crunch".